C'era voluto un attimo: le sue canzoni
avevano saettato nell'etere passando da pc a pc come una parbola del
Cristo. Un Cristo arrabbiato e stanco di esser messo in croce. Le sue
note avevano conquistato prima la classifica locale e poi quella
nazionale mentre lui ancora suonava alle fiere cittadine.
Presto, fin troppo presto, arrivarono
le donne l'alcool e tutto quello che la sua mente immatura credeva
forre il rock & roll. Venne itervistato per così tante riviste
per così tante volte che quasi dimenticò il perchè di quelle note
e di quella musica. Era un sogno che si realizzava ma senza che lui
avesse fatto assolutamente nulla per farlo fiorire. Anzi il suo
comportamento man mano lo allontanò da tutti quelli che avevano
davver creduto nella sua musica amotoriale e fin trppo disillusa.
Prima la sua ragazza, che lo sorprese intento a soffocarsi tra le
tetre di una fan, poi i suoi amici: esclusi uno ad uno dalla sua vita
vagabonbda e sregolata. La famiglia non aveva mai contato un cazzo e
così continuò ad essere.
I suoi dischi trasformavano i secondi
in dollari mentre i suoi concerti radunavano folle adoranti. Era in
quel particolare paradiso in cui gli bastava sbottonare la pata dei
pantaloni per trovarsi una sventola attaccata all'uccello.
Poi, all'improvviso com'era arrivata,
la sua meteora passò: il mercato andava altrove, verso rapper
incazzati e ragazzine sculettanti. Cadde con la stessa velocità
della sua salita. Anche se aveva annusato annusato le stelle presto
tutto assunse un familiare odore di merda.
Ora era lì in piedi in mezzo al nulla
del piccolo parco. Una chiarra ed un amplificatore gli facevano da
band. Attaccò le prime note con fatica dopo mesi passati a fingere
di suonare.
Poi, quando prese il ritmo dedicò la
sua prima canzone, quella da cui era iniziato tutto, alle stelle
sopra di lui.
Quelle che per la sua stupidità non
era riuscito a toccare ma che comunque lo avevano scottato.
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