mercoledì 28 agosto 2013

Notte bianca con word



Sono circa 4 notti che non dormo. Mi metto a letto all'una, prendo sonno alle tre e mi sveglio di nuovo alle 6. Quel poco che dormo lo dormo di merda, metà del tempo è dormi veglia, l'altra metà sono sogni strani che ti fanno alzare la mattina con un umore del cazzo e il dubbio che forse sia successo davvero.
E questo è solo il coronamento di un periodo in cui io e l'amico Morfeo pare abbiamo litigato di brutto.

Il punto però è che non dormo. Delle magiche tre Gioie Maggiori della vita (mangiare, scopare, dormire) ne posso annoverare una ed è quella che fa si che il mio fisico assomigli ad un barile con le gambe.

Per metà del tempo faccio fatica a concentrarmi e quando riesco a concentrarmi mi viene una botta di nervoso che ieri quasi buttavo il pc contro il muro. Perché? Non si caricava il telefilm, credo.
Alla luce di ciò ho deciso di fare qualcosa e appurato che cose come la camomilla non fanno il minimo effetto ho deciso di praticare il Metodo Nikitas.

Nikitas è un mio amico di Napoli che per gran parte dei suoi anni universitari “dormiva quando se ne ricordava” portando avanti una vita con ritmi leggermente folli (tipo a letto alle 5 e sveglia alle 16). quando poi si rendeva conto che il fisico iniziava a dare chiari segni di squilibrio usava il Metodo. Una tecnica che si basa sull'antico assunto “se non puoi batterli unisciti a loro”. Ovvero saltare una o più notti di sonno finché il fisico non crolla naturalmente alle 8 di sera ristabilendo così un ritmo del sonno più normale.

Si, non è la cosa più ingegnosa ed intelligente che si possa fare. Le possibilità di diventare un serial killer o il protagonista de “la quinta stagione” di Dylan Dog sono abbastanza alte. Ma voglio dormire.

Ecco perché stasera sono qui fuori al balconcino con il mio portatile, una tazza di caffè solubile, 20 pagine da scrivere e qualsiasi altra cosa mi passi per la testa.
E voi direte: “ e a me che me ne fotte?”
Probabilmente niente ma volevo avvisare così se sbrocco e inizio ad uccidere prostitute per strada almeno sapete che una volta ero sano di mente.

O forse no.

lunedì 26 agosto 2013

Come Bruce Willis

Ma non mi dire

È una sera d'estate, il cielo stellato, il silenzio dei monti interrotto solo dall'abbaiare dai cani. Siamo in una casetta vicino ad un paesino vicino ad un altro paesino vicino Tivoli. Se stringiamo l'inquadratura vicino alla base dei monti ed aguzziamo la vista potremmo scorgere una fitta nube di moscerini, mosche e zanzare che si contende lo spazio vicino ad un tavolo da giardino apparecchiato a festa con bottiglie di vino, birra e piatti di plastica. Intorno al tavolo io, Aurora, Raul Silvia e Luca (padrona di casa e figlio) consumiamo i quintali di carne che un sudato, ma soddisfatto, Alessandro cuoce su una pira vichinga che noi ci ostiniamo a chiamare grigliata.
La conversazione langue un po' occupati come siamo ad addentare salsicce, bistecche e pezzi fettine di pancetta arrostita.
Esatto pancetta.
L'aria di montagna da sempre mette appetito e sicuramente la lunga camminata che abbiamo intrapreso nel pomeriggio ha aiutato i nostri stomaci a svegliarsi. Zara, Crash e gli altri cani ronzano a turno intorno al tavolo per assicurarsi che ogni pezzo di carne abbia il proprio padrone e, nel caso, per occuparsi di eventuali orfanelli incustoditi.
Non ce ne sono.
Tra un morso e l'altro Alessandro emerge dalla nube di fumo e moschilli con un vassoio su cui sono posate delle fette di pancetta appena arrostite. Il grasso emana un odore paradisiaco. Zara fa un guaito di disperazione e si mette nella sua migliore posa da “Vedi come sono brava? Dammi della carne!” sottintendendo che se il mondo si rivelerà ingiusto come sempre dovrà provvedere di persona a risolvere il tutto. Noi la ignoriamo secondo le direttive.
Cinque forchette si incontrano nel piatto per prendere altrettante fette di pancetta. Zara fa un altro verso a metà tra un guaito di immensa sofferenza e un verso di sdegno incollerito. Di fronte a me Raul attacca la sua carne. I centimetri di barba rossiccia che si è fatto crescere si insudiciano di unto. Nessuno è ancora riuscito a fargli tagliare quel nido di merli per quanto amici, fidanzata e semplici passanti non facciano altro che sottolineare quanto stia male. Di fianco a me Aurora ragiona con Silvia di non ben precisati fatti da canari. Le ignoro mentre taglio la pancetta e il piatto di plastica sottostante. Poi l'idea: lo prendo per le mani e do un bel morso come il miglior cavernicolo dei tempi che furono.
Peccato solo che morda il lato della cotenna e sovrappensiero tiro tutto dentro. Mastico un po' e decido che non è cotenna ma solo qualche nervo da buttar giù.
Errore.
Qualcosa si blocca a metà gola. Colpo di tosse, altro colpo e mini conato. Raul e Aurora mi guardano con il punto interrogatovo accanto alla testa. Io faccio u gesto che significa “è tutto ok” mentre cerco di buttare giù.
Problema: non ho capito come è successo ma qualcosa si è incastrato. Non ne sono sicuro a causa della concitatezza del momento ma credo che la cotenna si sia attorcigliata all'ugola bloccando tutto. Si, esatto, sto soffocando come il peggio cretino.
Mimo il gesto della pacca sulla schiena. Aurora, di fianco a me, mi da due badilate in rapida successione. Non mi accorgo di niente.
“Stè tutto bene?” chiede Raul. Poi mi fissa e cambia espressione, sono rosso tendente al viola “qualcuno sa fare la manovra di... di... di coso?” chiede perplesso. Alessandro, nella sua nube di fumo si accorge di qualcosa e fa per avvicinarsi.
Intanto Aurora che mi ha fissato fin ora con un paio d'occhi come piattini da caffè prende l'iniziativa: si alza mi tiene ferma la testa e mi infila la mano in gola più o meno oltre il polso. Aurora, quella che quando deve togliere i suoi capelli dallo scarico della doccia fa dei versi orribili e quasi vomita. Aurora, quella che ha le mani con dita lunghe come quelle di ET. Aurora, quella che ha smesso di mangiarsi le unghie e ora ha degli artigli affilati coperti di smalto blu.
Nel frattempo il mio cervello si è accorto che non passa più aria. Quando quest'informazione si fa strada nella mia coscienza inizio ad agitarmi il fatto di avere la mano della mia migliore amica che tasta tutto quello che sta al di là dei denti del giudizio in cerca del blocco non aiuta.
Ho un conato, poi un altro ma mi trattengo perché è tutto bloccato. Le afferro il polso e mi agito. Lei mi fissa. Da qualche parte nel suo corredo genetico l'animo da dittatrice amazzone prende il sopravvento.
“STAI FERMO!” mi immobilizzo, avesse avuto il tempo di completare la frase avrebbe sicuramente aggiunto “l'unico modo in cui tu può morire oggi è che ti ammazzo io! Oppure “nessuno ti ha dato il permesso di morire”.
Sento due dita che scendono più in basso nella gola poi un leggero trafficare e, finalmente, la cotenna si sbroglia. Aurora tira fori tutto.
Respiro.
Il resto della cena va avanti con battute di ogni genere che mi fanno giustamente bersaglio. In fondo stavo per morire come un demente. Incasso tutto consapevole che il peggio arriverà poi. Perché, come nei film di guerra, ora devo la vita a qualcuno.

E non è mai bene avere un debito con Aurora.  

Tanto per dire, questo post l'ho dovuto scrivere sotto ordine della mia salvatrice.

Ah già, dimenticavo:
Questa è Zara in una delle sue tipiche pose da "dai, fa mangiare anche me"

venerdì 23 agosto 2013

Ma voi dovete morire!



Era una giornata serena che stava filando anche abbastanza bene. Poi all'improvviso un link ti rovina la giornata. Un link di fumetti.
I peggiori.

Che fare tirare diritto e vedersi Breaking Bad 5x10? Riprendere a scrivere la sceneggiatura che si è inchiodata a pagina 8? rimettermi a leggere?

Oppure...

OPPURE SFOGARE IL MIO INVERECONDO ODIO SU INTERNET!

Piccola premessa: tanto tempo fa in una fumetteria lontana lontana esisteva un personaggio di nome Lobo. Lobo è un alieno del pianete Non-ce-ne-frega-un-cazzo. Abitato da una razza di persone sagge e pacifiche che avevano trovato il senso della vita.
Peccato che Lobo invece fosse un tamarro fin dalla più tenera età e avesse deciso che un intero pianeta di gente che gli assomigliava gli rovinava i punti cool nella classifica universale. Preso nota di ciò sterminò tutta la sua razza per poi partire all'avventura nello spazio.
In breve il nstro amico si è fatto la fama di: tamarro, pericolosissimo mercenario, cacciatore di taglie, tamarro, uomo che non ci va per il sottile, terrore di tutta la vita intelligente e non, genocida, uomo dal becero senso dell'umorismo e, dulcis in fundo, tamarro.

Le storie di Lobo sono sempre state di un trash spaventoso. Roba di un livello che per trovare la linea devi bussare a quello al piano di sotto. Basti pensare che nella sua carriera editoriale Lobo ha fatto di tutto. E ci a fatto ridere con al sua violenza insensata e tamarra.

Per farvi capire in America è uscito uno speciale ad edizione limitata intitolato La saggezza di Lobo. Un libricino di 22 pagine. Tutte bianche.
E se conosci il personaggio e lo apprezzi sai che questa cosa è GENIALE.

Quindi in nome di Dio onnipotente qualcuno alla DC mi volesse spiegare cosa cazzo centra

questo



con questo?



Perché nella loro mente malata sono lo stesso personaggio.

Lascio a voi l'arduo compito di capire quale dei due sia l'originale e quale la versione per fighette.

giovedì 22 agosto 2013

Quell'attimo a cena



Siamo seduti intorno al tavolo del soggiorno, fuori fa caldo, dentro sudiamo come bestie nonostante il ventilatore montato sul soffitto che gira con tutta l'intenzione di far decollare la casa. È una di quelle cene di famiglia alle quali non si può sfuggire. Parenti da fuori, pizza d'ordinanza e il clima di una conferenza sulla pace in medio oriente.

Ogni componente del nucleo familiare che ha partecipato allo sviluppo dell'incidente genetico che ora scrive questo blog e dice di fare il fumettista misura attentamente le parole per evitare lo scatenarsi dell'ennesima crisi diplomatica, basata sul nulla, che da anni tormenta la nostra famiglia. Non che i miei parenti siano persone abiette o odiose. Gli voglio bene, provo una grande simpatia per molti di loro e il giusto per gli altri. È solo che una specialissima tara genetica ha portato allo sviluppo di un sottoclan noto negli angoli bui col nome di “ 'sperti”. Quelli che sanno sempre tutto loro, quelli che non si tirano mai indietro nel dare consigli non richiesti su questioni di cui spesso ignorano anche la fisica di base.

Durante la cena il tg di La7 fa da sottofondo vomitando la solita serie di notizie catastrofiche. La conversazione su Berlusconi e sull'indignazione generale che esso genera si è spenta da poco per tacito accordo tra me, mio padre e mio zio.

Perché, francamente, ci siamo rotti le palle.

Al tavolo siedono una decina di persone tutte (ragazzini compresi) con un orientamento politico in varie tinte di rosso. Una volta appurato che: nessuno di noi lo sopporta; si, è la rovina dell'Italia; senza dimenticare il sempreverde “qualcuno dovrebbe fare qualcosa” (sottintendendo che chi ha pronunciato la frase già ha fatto il grosso del lavoro focalizzando l'attenzione sul problema) quello che rimane è solo masturbazione mentale in salsa etica. O, come la chiama mio padre, la gara a chi ha letto più editoriali di Travaglio.
Quindi, grazie al protocollo del silenzio, dopo i primi cinque minuti il pontificare molesto si spegne per assenza di appoggio e la conversazione naviga felice verso altro.

Ma poi arriva. Il sostituto di Mentana al tg ci informa che la disoccupazione è salita/scesa/è stata ricalcolata o Dio sa cosa. Nel successivo servizio un ministro ci informa che: si, la disoccupazione è brutta, non è un impressione nostra, ma non c'è nulla da temere perché lui ha già la soluzione in tasca e domani mattina accompagnerà di persona ogni disoccupato d'Italia al suo nuovo posto di lavoro.
Ma nonostante le rassicuranti parole del ministro il danno è stato fatto. L'argomento è entrato dallo schermo per posarsi minaccioso in tavola tra i bocconcini di mozzarella e le fritturine. Viene afferrato al volo. La conversazione va avanti spedita per una decina di minuti in cui si sottolineano tutte le ovvietà della condizione di disoccupato. Quasi non par vero che la fortuna ha fatto dono a questa brillante conversazione di un vero autentico esemplare di “non-più-giovane-senza-lavoro”.

E lì succede. Uno dei commensali si gira verso di me con l'espressione che si immagina avesse Gesù prima di dire le sue parabole. La saggezza degli avi scorre nel mio interlocutore dandogli la forza di pronunciare le fatidiche parole:

“Ma hai provato a chiedere all'IKEA?”

Ma mò, secondo te. Io sto a spasso da 2 anni (salvo quel piacevole intervallo con la merdosa Eataly) io che ogni mese piglio i vari giornaletti di merda in cui viene ben spiegato che il lavoratore ideale ha 21 anni, 2 lauree, 3 anni di esperienza e deve anche essere gioioso di fare uno stage a 300 euro perché, anche se lavora normalmente sul contratto c'è scritto formazione.
Io che sono entrato nel mondo del lavoro due minuti dopo che venisse completamente sfasciato. Io che ho avuto l'onore di vedermi esplodere in faccia prima il Precariato e mò la Crisi e tutte quelle altra scuse da occupazione che usano a scuola di mia sorella. Io che ho dovuto convincere mia madre e che anche se la pubblicità del Mc Donald recita:

assumiamo 3000 giovani perché crediamo nell'Itala e per questo (non per il nostro ottimo cibo dovete venire a spendere i soldi da noi)”

Non c'è scritto da nessuna parte che assumeranno proprio me due minuti dopo l'invio del curriculm
Ma soprattutto tu che vieni da un'epoca in cui fare un concorso ed entrarci per merito era ancora possibile. Tu che una volta mi proponesti di farmi un anno di corso per gli autisti di bus per poi attendere paziente che il comune facesse un concorso e di vincerlo. Il comune! Ti rendi conto!? Il comune di Napoli!
TU, si proprio tu, vieni a dire a me “hai provato l'IKEA?”
ma di che cazzo stiamo parlando.

“Si, l'ho mandato ma sai...”
“E quanto tempo fa? Che lo sai che con queste ditte vanno rimandati spesso”
Ossignorebenedetto!
“li mando ogni 2 mesi. All'IKEA, a Mc Donald, al Burger King ecc ecc. Ma il problema è sempre quello: loro cercano giovani perché non ci pagano le tasse sopra ed io, ora che ho fatto il magico 30, non rientro più nella categoria.”
la cosa va avanti per un altro po'. Poi, fortunatamente, inizia Otto e Mezzo, quel programma inutile dove x persone anonime discutono di un problema y riuscendo a farti vedere a fine puntata che qualsiasi argomento si stia trattando ha sempre almeno due chiavi di lettura e quindi se non hanno ragione tutti sicuramente nessuno ha torto.

Meno male, si torna a parlare di Berlusconi.

sabato 3 agosto 2013

Outrage a casaccio



So che forse nel glorioso mondo di internet estivo sotto l'ombrellone (o in coda per arrivarci) con sottofondo di grandi sconvolgimenti politici non è che si sia notata più di tanto l'assenza di nuovi post qui sopra.
In fondo qui la gente soffre: chi va in vacanza, chi ci vorrebbe andare ma non ha i soldi, chi ha i soldi ma non può andarci perché lavora e infine chi aveva tutto il necessario e poi si è ricordato di provare a prenotare il 20 Luglio in un bagno di sangue.

Davanti all'imponenza di tali problemi c'è solo una cosa da fare: affacciarsi al balcone e guardare i poveri operai che da tre giorni buttano il sangue e i polmoni mentre scavano e riasfaltano via Appia Nuova.
Si dice chela potenza delle bestemmie di un operaio in agosto sia in grado di curare ogni male. A Torre del Greco un malato terminale è guarito così. Per le bestemmie di un tizio che rimestava bitume a mezzogiorno. Peccato che entrambi si siano giocato il paradiso solo sentendo quelle parole blasfeme.

Si, sto divagando e non me ne frega un cazzo perché è sabato sera e io sto qui a scrivere. Perché? È una storia lunga ma il succo è che ho gambe e braccia a pezzi, i bicipiti che tremano per la stanchezza al punto che non riesco a rollarmi le sigarette senza sembrare uno col parkinson. Ci sarebbe una soluzione semplice: vai a dormire che il sonno cura tutto come le bestemmie degli operai. Peccato che non ho sonno. Zero, nada. Come se mi avessero sparato un endovena di caffé.

Ora sono qui che interpreto il perfetto sterotipo dello scrittore fallito davanti al portatile con una bottiglia di rum di dubbia provenienza. È stato al secondo sorso che mi sono ricordato di avere un blog. E se non ci scrivi in momenti come questi che lo tieni a fare?

Poi sarebbe carino che, una volta nella stramaledetta vita, le cose pigliassero la direzione che speravi. Non dico nulla di eccezionale ma almeno che seguissero la strada che avevano detto di seguire.

Tanto per fare un esempio a caso. Sono buoni tre mesi che io e il resto della banda di pazzi con cui stiamo facendo i fumetti (i Faq Tales) stiamo aspettando la conferma di Lucca Comics per il nostro stand. La risposta doveva arrivare il 30 di Luglio.
E ovviamente non se né saputo nulla. Interpellata la segreteria ci ha detto qualcosa che suona così:

“Eh, l'architetto Taldeitali ha avuto un po' di ritardo vi faremo sapere a breve”
“a breve tipo?”
“ehm... venerdì prossimo”

che è parente stretto al 9 di agosto che è parente stretto al pieno delle vacanze estive. Ora io non voglio pensare a male della gente ma voi ce lo vedete un architetto (che per organizzare Lucca Comics non deve essere l'ultimo dei fessi) che ad agosto sta a fare i conti dei cubicoli della fiera? Io ho difficoltà. Che poi mi viene anche il dubbio che indipendentemente dall'avvocato è altamente probabile che in quei giorni non ci sia nessuno a mandare la mail per avvisare.

Perché mi sto agitando tanto? Perché coi i soldi che devo tenere da parte per stand&co a Lucca ci potevo andare in vacanza invece di stare qui a sudare fuori al balcone.

Bene, ora ho finito di scrivere il blog.
Ma continuo a non avere sonno.