mercoledì 22 maggio 2013

Le "vere" origini di Dylan Dog 2.0


Diciamolo da subito. Questa storia è ambientata in un universo parallelo. Ogni riferimento a cose, persone, marchi e personaggi è puramente casuale.
Per chi fosse interessato alle notizie vere e non solo alle fesserie di un povero pazzo il link è QUESTO.
Detto questo complimenti e buon lavoro a Recchioni  e passiamo subito alle fesserie.


Roberto Recchioni si guarda intorno nella penombra della sala riunioni. Intorno a lui le eminenze grige della Bonelli seguono attentamente il discorso dell'uomo incappucciato che indica i dati sul proiettore.
-... non stiamo parlando di una tragedia, né di una catastrofe. Semplicemente le vendite stanno calando e abbiamo deciso di intervenire. In fondo quando uno guida frena prima di andare a sbattere no?- gli altri lo fissano da sotto i cappucci (un idea della direzione per creare la giusta atmosfera).
-In pratica dobbiamo rilanciare il personaggio no?- dice una figura bassina alla destra di Roberto.
-Esatto!- Manata sul tavolo da vero imprenditore -Dobbiamo stupire i nostri lettori con trovate nuove! Come fanno gli americani.- mormorii d'assenso.
-Tipo Ultimates Dylan Dog, Dylan Dog Terra uno e Dylan Dog 2099?- il tono di Roberto è quello del dottore che comunica un cancro inoperabile. Dovrebbe suggerire qualcosa ma non viene colto.
-...mmm, si! Precisamente- Dice l'uomo delle proiezioni di vendita. -Bisogna ammodernare! Gli americani lo fanno da anni.-
-E come vorreste farlo?- chiede Roberto.
-Beh, sei tu il direttore di testata.- risponde il tipo bassino.
-Era per dire, voi come fareste?- Roberto ha uno sguardo strano.
Passano tre minuti di silenzio poi il tipo grassoccio si alza in piedi esponendo con voce professionale.
-Prima di tutto è necessario cambiare qualche dettaglio del personaggio.-
-Tipo?-
-bah, tipo il costume e il motto.-
-Il costume?- fa eco un altro
-Si, il costume! Sono anni che va in giro sempre con gli stessi abiti. Anche a Superman gli hanno fatto un costume nuovo quando calavano le vendite.-
-Si ma Dylan non è un supereroe.-
-Dettagli. Potremmo vestirlo un po' più alla moda, che so felponi e pantaloni larghi tipo rapper?-
Recchioni poggia la testa tra le mani cercando di trattenersi -E il motto invece?- dice con voce tremante.
-“Giuda ballerino” è anacronistico. Dovremmo pensare a qualcosa di più moderno.-
-Tipo “Puttana la miseria”?-
-Oppure “mannacc a' Mar..-
BANG!
Roberto rinfodera la pistola. Il corpo si accascia sul tavolo con un evidente ammanco di calotta cranica. Il tavolo è ammutolito.
-Abbiamo finito con le cazzate?-
Tutti si affrettano ad annuire.
-Benissimo. Abbiamo appurato che non sapete che fare, ora vogliamo far finta per un attimo che sia io quello che decide cosa fare?-
altri vigorosi cenni d'assenso.
-Ottimo.- sorride Roberto.
-Allora, quali sono i problemi di Dylan al momento?- chiede a nessuno in particolare.
-Ehm... il fatto che tra Bloch e tutti gli altri comprimari non ha un problema al mondo?-
-Più o meno.- tenue sorriso.
-Poco senso dell'orrore? insomma alcuni numeri sembrano spin off di Twiligth.-
-Anche.-
-Il fatto che sia un po' anacronistico?-
-Quello fa parte del personaggio ma qualcosa la si può cambiare.- sorride Roberto.
-In che senso?-
-Ho intenzione di dargli un cellulare e un computer.-
Tutti si girano a fissarlo ammutoliti..
-E' una follia! Dylan non ha mani saputo usare le robe tecnologiche.-
-Si, ma nel 2013 non ha più senso una cosa del genere.-
-Ma resta lo stesso improbabile sono 300 numeri che non li sa usare che facciamo? All'improvviso se lo compra e impara?- mormorii d'assenso.
-L'altro ieri mio nonno è riuscito a mandare una mail col cellulare. E l'ha fatto apposta.-
-Allora direi che anche Dylan ci può riuscire... in fondo risolve casi complicatissimi ogni numero e non sa premere un bottone con scritto sopra “chiama”?-
-Bene che altro hai pensato di fare?-
-Inserire un minimo di continuity: personaggi ricorrenti, nemici qualche cambio tra i comprimari tipo la pensione di Bloch e qualche altra cosetta.-
-Questa è un'idea! Così quando abbiamo un po' più di continuity possiamo anche fare storie tipo “la morte di Dylan!” e poi “la resurrezione di Dylan” e poi...- la voce si spegne quando Roberto lascia intravedere la pistola.
-Vabbé era per dire...-
-E per le donne? Qualche cambio lì?- chiede un altro.
-Volete un cambiamento anche lì?- Roberto pare sorpreso di solito dove c'è figa va tutto bene.
-Magari aumentarne il numero: ora è ogni mese una diversa. E se ne facessimo due, magari insieme?-
-mmm- fa Roberto con le mani giunte e una gamba a cavalcioni sul bracciolo della sedia.
-Oppure potremmo farlo sposare!- dice un altro.
-Ai lettori non piacerà.-
-Magari poi lui fa un patto col diavolo per salvare la vita a Bloch ma in cambio, non si sa perché il diavolo cancella dalla realtà il suo matrimonio.-
-Ma non l'hanno già fatto all'Uomo Ragno sta cosa?-
-Si ma sicuramente sarebbe più credibile in una serie con un indagatore di mostri. Tu che ne pensi Roberto?-
-Penso che è meglio che usciate prima che consumi troppi proiettili.-
In fretta e furia la saletta riunioni si svuota lasciando Roberto solo nella penombra a fissare assorto i dati di vendita. Chiude gli occhi pensieroso mentre con la mente forma la sua immagine mentale del Dylan Dog che sarà.
Anche se l'idea delle due fidanzate per numero non gli dispiace affatto.

venerdì 17 maggio 2013

Le vere origini di Pacific Rim



America, località segreta. Sul maxischermo stanno passando i titoli di coda di Neo Genesis Evangelion, i produttori sparsi sul divanetto si guardano tra loro speranzosi in attesa che il Maestro dica la sua.
Guillermo Del Toro guarda per un attimo il cofanetto limited edition con aria schifata.
-Allora, Maestro, che ne pensa?- Chiede timidamente un produttore.
-Che è una merda!- Il resto della sala è allibita -Se volete tirare fuori qualcosa di buono da questa monnezza dovrete farci sopra un lavoro della madonna.-
-Ma i fan ne vanno pazzi.-
-I fan non capiscono un cazzo.- Sentenzia Del Toro.
Nella saletta cade un silenzio imbarazzato. Un produttore alza la testa come per parlare un paio di volte prima di bloccarsi imbarazzato. Alla fine prende abbastanza coraggio da dire: -Cos'è che non la convince maestro?- Gli altri fanno facce colme di disprezzo anche se volevano tutti porre la stessa domanda.
-Prima di tutto il protagonista.- Fa Del Toro
-Shinji Ikari?-
-Si, è un coglione.-
-Ma la sua insicurezza e i suoi dubbi sono parte integrante della storia!-
-E sono completamente irrealistici! Che diamine! Tu, come ti chiami?- Del Toro indica un giovane assistente.-
-John...-
-Si si, non mi interessa la storia della tua vita.- Taglia corto Guillermo -Fai finta che sei un quindicenne, ok?-
-Ok- Dice quello perplesso. I produttori osservano rapiti.
-Tua madre è morta, tuo padre non si fa vivo da anni ma ti passa i soldi per vivere da solo in città. Tu un po' ce l'hai con lui ma ad un certo punto lui ti chiama e ti fa venire a ...- Guillermo guarda un foglio –Neo Tokyo e ti porta in una base segreta superfighissima dove lavora. Ci sei fin qui?-
-Mmm, si.-
-Bene, ora tua padre ti mostra la base e poi ti fa vedere questo:



E ti dice “toh figliolo, pilotalo e vai ad uccidere i mostri.”-
-Gli angeli.- corregge qualcuno.
-Ci arriviamo dopo. Il punto è un altro: tu da ragazzino di quindici anni sfigatello vedi tuo padre e lui ti mette sopra ad un dannato robottone! Come la prendi?-
-Eh...beh..-
-Te lo dico io come! Ti metti a piangere dalla fottuta gioia!- Guillermo scatta in piedi agitando le mani. L'assistente e i produttori sono immobili estasiati.
-E poi se vogliamo dirla tutta tuo padre, che in questo cartone è presentato come il peggio pezzo di merda, ti fa: “A proposito figliolo, per motivi di sicurezza devi vivere in un appartamento con gli altri piloti e il capitano.-
-Questo suona un po' male.- Dice uno.
Lo sguardo tipico di Shinji

Gli altri piloti

Il capitano

-Cosa? vivere con due ninfette giapponesi e una milf? E questo è solo il dannato primo episodio! Che ha di credibile questo personaggio? In un colpo solo tuo padre realizza tutte le fantasie dell'adolescente medio e lui si lamenta per tutta la cazzo di serie!-
-Mmm, non avevamo mai vista così. Ok via Sinji ma il resto su può usare no?-
-Ma manco per il cazzo!- Del Toro si lascia cadere sul divanetto -Ma perché non ho continuato con “Le montagne della follia”invece di farmi tirare dentro a sta roba.-
-Perché la paghiamo.-
-ah già, dicevo: c'è una sacco di fuffa che va eliminata. Per esempio non ho capito tutte quelle menate filosofico-religiose per spiegare il perché dei mostri. Mostri contro robottoni che ti devo spiegare di più. Che poi li chiamano angeli ma tu nei hai visto uno con qualcosa che ricordi vagamente l'iconografia?-
-Ok, abbiamo capito, ti fa schifo. Ma se togliamo tutta questa roba l'idea di fare un film stile Evangelion americano va a farsi fottere. E con lui il tuo stipendio.-
-ossignorebenedetto! Ma allora non mi ascoltate proprio! Mostri giganti contro Robottoni cosa non avete capito?-
-E' un po' vago così. Dov'è l'approfondimento psicologico?-
-Robot che pestano mostri e tu mi chiedi la psicologia dei personaggi?! I nerd si accoltelleranno per avere i biglietti.-
-Ma manca una sottotrama amorosa per attirare il pubblico femminile...- dice un produttore.
-Secondo te una donna che va a vedere comemdie romantiche si fa trascinare a vedere una cosa del genere solo perché c'è una che fa il filo al protagonista?-
-Vabbé è inutile continuare così, tanto ormai ti abbiamo pagato.- il fastidio del produttore traspare da ogni parola. -Tu come lo faresti? Che sono tutti bravi a dire “è una merda”-
Guillermo Del Toro sorride con l'aria di chi ti ha messo in trappola.
-Così:-



Tutti i produttori restano a bocca aperta qualcuno piange commosso mentre le immagini si susseguono. Quando esce la scritta “PACIFIC RIM” tutti scattano in piedi applaudendo tra grida estatiche.
-Lasciatemi fare e vi renderò grandi.-

mercoledì 15 maggio 2013

Italia Spagna 1 - 4


Come prima cosa mi sento in dovere di scusarmi con tutti quelli che sono arrivati qui convinti che si parlasse di calcio. No, niente mondiali né tanto meno europei. Qui si parla di spagnoli: brutta gente. E di come tutti gli scassacazzi della penisola iberica sentano la necessità di venire a portare la loro triste novella proprio nell'appartamento dove vivo invece che a fare in culo da qualche altra parte tra le sconfinate strade di Roma.
Già avevo i Carlos. Due coglioni instupiditi che fanno tutto quello che ti aspetteresti da due Erasmus: dormire, chiavare e bere. Sarebbe bello essere coinvolti nella cosa ma è un circolo chiuso. Ora si sono aggiunte due nuove entità: ragazzine, spagnole, una bruttina, tutte e due bionde. Anche loro Erasmus.

La prima conoscenza l'ho fatta ieri rientrando in casa carico come un mulo. Nel soggiorno una ragazzetta in pantaloncini con gli occhiali a montatura grossa che mo si portano. Sorrido, sarà un altra delle fodere per cazzi dei Carlos. Lei sorride impacciata con gli occhi sbarrati.
-Siamo le nuove inquiline.- balbetta.
Grazie Francesco che mi hai avvisato. Sempre tua mamma.  Penso.
Sorrido ancora mi avvicino tendendo la mano a salutare, lei arretra verso la porta aperta della stanza. Sembra non sapere che fare, fa dei segni all'amica in stanza. Alla fine sulla soglia si blocca.
-Stefano- dico stringendole la mano
-[nome che mi sono già dimenticato]- risponde lei per poi chiudersi in camera.

Notate bene: mi chi sono volute 24 ore per capire che erano spagnole. Mi ero anche fatto una bella idea di loro che vivevano tranquille nella loro doppia senza dar fastidio. Il fatto che stia scrivendo invece che provare a dormire è la prova che mi sbagliavo.
Tutta la giornata l'ho passata fuori casa. Quando sono sceso oggi tutti dormivano. Tornando alla 22 non ero pronto. Faccio giusto in tempo a mangiare poi succede.

Suona il citofono. Una, due, tre volte. Una bussata lunga il “BZZZZ” ha un accento catalano. Carols 1 esce a rispondere, una tizia pure.

[tradotto dallo spagnolo]
-Sono i tuoi scassacazzo o i miei?- chiede Carlos 1
-Un'amica.-
-E com'è tosta?- fa Carlos 1 con l'ormone in folle pronto a partire.
A questo punto dall'ascensore emerge la ragazza più bella che questo appartamento abbia mai visto (contando anche quella pietra di Francesca) sorride alle amiche saluta Carlos 1 e poi...
Parla.
Ha una voce così acuta e squittente che i vetri si crepano. I timpani fischiano ad ogni sillaba. Cazzo anche lo stramaledetto intonaco trema. È quasi un superpotere. Quando ride per la prima volta sento le mie ossa vibrare insieme alla casa.
Il mio cervello da nerd tira le debite conclusioni: fisico estremo più supervoce uguale

la figlia di Frecia nera
Il re degli Inumani in credo di distruggere una città sussurrando

e che Dio ci aiuti Carlos 1 le da corda ipnotizzato da quell'imponente paio di tette! Intanto altrove Carlos 2 sente un fremito nella forza: della figa è entrata in casa, parla spagnolo e lui non ci ha ancora accostato l'uccello. “È uno scandalo!”grida unendosi così al compagno nel complesso corteggiamento.
Questi spagnoli sono senza onore, se ne fregano della regola del “prenotata”. Per loro è Tana delle Tigri.
BZZZZZZZZZZZZZ!
Il citofono interrompe la tenzone, i due Carlos si ricordano del perché hanno lavato a terra stamattina. Dall'ascensore arrivano le solite due. I Carlos perdono interesse per la figlia di Freccia Nera secondo il vecchio adagio della strada vecchia e la nuova.
Le tizie iniziano a cucinare. Io lavo i piatti e scappo un attimo prima che una Granata di Fritto Termonucleare non venga scaricata nel salone (sulla cucina dello spagnolo fuorisede ci torneremo poi).
Ridono, scherzano, biascicano sillabe a caso nella loro lingua muovendosi in un ecosistema a base di olio fritto prodotto dalle loro arti culinarie.

Io sono una persona tranquilla. Di quelli che poi gli amici vanno da Barbara D'urso a dire: “era una persona così tranquilla. Mai fatto male ad una mosca.” e Barbara che fa la sua faccetta triste annuendo. Visto che sono paziente gli do tempo fino all'una poi prendo la motosega e divento famoso come quelli di Meredith Kercher.

martedì 14 maggio 2013

Preghiera del fuorisede




Proprietario nostro
che sei ai Castelli
sia maledetto il tuo nome.
Questo è il tuo regno
ma sia ignorata la tua volontà,
Come in stanza così nel salone
Trovaci il nostro rompipalle quotidiano.
Prendi il nostro affitto,
come noi prendiamo uno stipendio.
E non ci indurre al trasloco
ma liberaci dalla finanza
amen

Il colesterolo dell'anima






Non so come funzioni nel resto d'Italia ma nella ex Campania felix e più specificamente nella città frutto di una delle migliori alzate d'ingegno dell'umanità





colono greco: “Signore, quella grossa montagna è un vulcano.”
Capo dei greci: “Ottimo farà ombra alle nostre case.”
Altro colono: “Abbiamo esplorato la zona: ci sono altri due posti strani. I sacerdoti dicono che sono porte per l'Ade, i filosofi che sono altri vulcani.”
Colono greco: “non che faccia tutta 'sta differenza”
Capo greco: “Ho sentito abbastanza! Costruiremo qui la nostra città!”
Colono greco: “qui?! In mezzo a tre vulcani?”
Capo greco: “Pensa solo alle terme...”

Mi sono lasciato un attimo trasportare, capita quando non dormo. Torniamo al punto: a Napoli è usanza dire che quando uno è pigro/poltrisce ecc sta “facendo le ricotte”. Ora io non ho le conoscenze casearie per risalire al perché di tale locuzione. Forse per fare la ricotta basta mettere il tutto in un secchione e guardarla intensamente per cui è considerato un lavoro di tutto riposo. Forse perché alla fine il grosso della fatica la fa il povero animale. Meglio non addentrarci in queste sottigliezze. Come ho già detto non ho dormito e quindi non mi va di aprire Wikipedia.

Ma continuo a divagare. Capita quando sei anziano e a trent'anni lo sei se consideri che il Neanderthal medio viveva si e no 15 anni.

Chi ha la sfortuna di leggere regolarmente questo blog avrà notato un assottigliarsi degli aggiornamenti. Voglio subito tranquillizzarvi: no, non ho trovato lavoro e no, non mi sono fidanzato. Semplicemente faccio la ricotta.

E finalmente andiamo al punto.

La ricotta è piena di colesterolo. Il fatto che sia metaforica non cambia il fatto che per il consumo quotidiano delle ultime settimane sono a rischio infarto (metaforico). Prima che la situazione precipiti devo mettere la testa a dieta. Quindi per adesso solo cibi sani: libri, fumetti e annunci di lavoro.

I più arguti di voi potrebbero dire: “ma quindi tutto 'sto delirio solo per dire che non ti va di fare un cazzo e ora metti la capa a fa bene?
Si, esatto, ma scrivere un post di una riga sola mi sembrava pochino.

domenica 12 maggio 2013

Grande svendita




Ho aperto l'armadio e mi sono accorto di avere una marea di roba che sta lì ad impolverarsi quando invece potrebbe fruttare dei soldi facendo nel contempo la felicità di qualche nerd in giro per l'Italia. Per cui...

VENGHINO SIGNORI! VENGHINO! Giochi di ruolo freschi! Appena pescati e e ben conservati! Venghino venghino!

Allora:

Dungeons & Dragons 4 edizione (tutto a metà prezzo, 15-20, con eventuali sconti comitiva)
  • Manuale del giocatore 1, 2 e 3
  • Manuale del master 1 e 2
  • Manuale dei mostri 1, 2 e 3
  • Poteri arcani
  • Poteri divini
  • Poteri marziali
  • Eberron (Ambientazione e guida al giocatore)
  • Forgotten Realms (Ambientazione e guida al giocatore)
  • Dark sun (Ambientazione e guida al giocatore)
  • Manuale dei piani
  • Sottosuolo
  • Il Piano inferiore: i segreti del Caos elementale
  • l'antro del dungeon

Dungeon & Dragons 3 e 3.5
  • Libro delle imprese eroiche
  • Libro delle fosche tenebre
  • Il pugno e la spada
  • Difensori della fede
  • Codex immondo: Orde dell'abisso
  • Razze di Eberron
  • Perfetto combattente

Dungeons & Dragons Old (prima edizione italiana credo la famosa Scatola rossa)
  • Il Granducato di Karameikos (praticamente nuovo)
  • I nani di casa di roccia (un po' vissuto ma vivo)
  • l'isola del terrore (supplemento a D&d expert)

Dungeons & Dragons Advanced
  • Ravenloft i domini del terrore
  • Manuale dei mostri 1

Altra roba D20
  • Fading Suns (roba fantascientifica con regole di d&d)
  • Empyrea (ambientazione italiana)

Altre cose
  • Vampiri: il Requiem
  • Dark Heresy (gdr di Warhammer 40000)

Sine Requie (Prima edizione)
  • La creazione
  • il giudizio
  • Gli occhi del serpente
  • IV Reich
  • Sactum imperium
  • Terre perdute
  • Soviet

Gesù quanta roba che tengo buttata qui. Se vi interessa qualcosa chiedete pure se siete di Roma o Napoli nessuna spesa di spedizione e consegna a mano (dovete solo essere pazienti ed aspettare che sia nella città giusta. Nel caso vogliate vedere i prodotti cercherò di produrre una foto e inserirla il prima possibile.

sabato 11 maggio 2013

Giuro che poi non scoccio più




Per chi è stato in una grotta negli ultimi giorni (o ha la fortuna di non averci tra i suoi contatti facebook) ci tengo a fare sapere che il progetto Faq Tales ha finalmente alzato la testa dalla sabbia e si prepara a far vedere a tutti quanto sono ___________ [inserisci aggettivo a piacere] i suoi fumetti autoprodotti.
Si, mi rendo conto che ci abbiamo messo un po' di tempo per tirare fuori la testa dalla sabbia ma se calcolate come si è formato il gruppo potrete capire molte cose.
In principio eravamo solo io e Valerio che ci vedevamo parlando di fumetti e giocando a Magic poi la cosa è degenerata in un gruppo di Dungeon&Dragons che è durato ben 3 sedute. Alla fine si è verificato una versione più complessa del seguente dialogo:



-Ah, quindi voi siete sceneggiatori?- dice Valentina (vedete voi quale ne abbiamo 3)
-E già.-
-Ma anche per i fumetti?-
-Soprattutto.-
-...-
-E tipo voi che fate? Disegnate giusto?- chiediamo noi.
-E già.- fa una Valentina a caso
-Ma anche fumetti?-
-Soprattutto.-
-...-

Un'ora abbondante dopo gli ingranaggi nei nostri cervelli si mettono a girare ed eccoci qui: autoproduzione, coordinamento, schiavismo, sceneggiatura e disegni.

Ci siamo fatti un po' prendere la mano per assicurarci che il resto del mondo sapesse della nostra esistenza. Da qui il motivo di questo post

QUI il blog del progetto dove potrete sapere di che diavolo stiamo parlando e vedere qualche anticipazione.

QUI la pagina facebook dove non solo vedrete le stesse cose che sul blog (va che culo!) ma anche qualche schizzo e qualche disegnino secondario “scappato di mano” alle fide disegnatrici.

Non chiediamo assai: un mi piace, se proprio vi va una condivisione, ma ci accontentiamo anche di uno sguardo curioso.

Grazie per l'attenzione e la pazienza.
È prometto di non scocciare più.

giovedì 9 maggio 2013

Le 5 fasi del processo creativo



Ovvero come arrivare dall'idea fumosa al prodotto finale in cinque comodi passaggi con l'ausilio di un paio di disegnatrici e della pazienza di Giobbe.
Nota bene: versione romanzata e un po' vaga della realtà

1- CONOSCI IL TUO NEMICO.
Prendi l'idea che ti ha convinto fino a quel momento e inizia a riempire pagine di word a caso con tutto quello che potrebbe avere una seppur minima attinenza. Una volta completato il tutto riordina le idee e chiama le disegnatrici (o disegnatori se sei sfortunato) offrile un caffè e attacca un lungo monologo in cui spieghi quanto è figa l'idea e quanto sia esattamente ritagliata sul loro stile di disegno. Se loro si convincono si parte. Se a loro non piace hai un problema.

2- SCRIVI LA SCENEGGIATURA
Tieni sempre aperti i contatti con le disegnatrici e interessati con tutti i mezzi possibili a cosa le piace disegnare e come funzionano le loro teste. In questa fase del processo è fondamentale non dare troppo nell'occhio nell'indagine ed evitare domande dirette per risparmiare a tutti la perdita di tempo della risposta di cortesia ovvero “quello che vuoi tu...”

3- BOZZETTI E PSICOLOGIA INVERSA
A questo punto le prodi disegnatrici dovrebbero aver cominciato ad avventurarsi in disegni di prova sui personaggi che tu hai creato. Nel 90% dei casi quello che hai in testa tu e quello che hanno in testa loro non coinciderà. Attenzione a chiedere aggiustamenti in modo diretto. Le necessarie modifiche devono essere richieste usando giri di parole e circonlocuzioni atte a non innervosire la disegnatrice che, seppur esordiente, mena forte a giudicare dalla portata delle braccia.

4- CAPITANO MIO CAPITANO
A questo punto uno potrebbe pensare d'aver passato lo scoglio più grosso. Teoricamente il lavoro è finito: la sceneggiatura è scritta. Un bravo professionista ora si metterebbe sul divano a guardare “Hannah Montana” senza badare più a nulla. Ma nessuno ha parlato di professionisti. A questo punto è un errore madornale lasciare a se stesse le disegnatrici. Le correzioni devono essere eseguite con discrezione, matite e inchiostri vanno approvati con sufficiente entusiasmo da lasciar fomentare il lato produttivo delle tua piccola società. Devono credere di essere geniali e al contempo restare abbastanza insicure da temere di voler deludere il loro sceneggiatore.

5- URLARE
A questo punto il prodotto viaggia verso la completezza. Le tavole vengono sfornate al ritmo di una ogni 3-4 giorni e vivi sereno mentre cerchi di capire dove stampare per spendere poco con buona qualità. Altro compito molto importante in questa fase è fare attenzione a quello che del progetto trapela nell'etere internettiano. Tanto per fare un esempio: le due disegnatrici prese in esame amano disegnare donnine in pose saffiche e uomini truzzi. Le loro immagine postate su internet ad un ritmo di molto superiore alle anticipazioni del progetto possono confondere le idee alla clientela. Quindi: urlate.

Ci sarebbe anche un punto 0, il come farsi venire l'idea di partenza ma è una faccenda complicata e onestamente non saprei spiegarla ma vedrò di provarci un giorno. Per il resto mi raccomando: pugno di ferro e nel dubbio frustate. Anche se tu non sai perché le punisci loro di sicuro lo sapranno.

sabato 4 maggio 2013

Qualcosa che non ti aspetti (1)


Tommy Lumino guarda per terra con aria contrita davanti al boss. Ha un vistoso occhio nero che gli fa ancora male e la sensazione di una morte imminente lo riempie come crema in un bombolone della pasticceria che usa come copertura.
Tommy è un gangster, uno di quelli vecchia scuola: picchia, spara e poi chiedi i soldi alla vedova. Sono anni che lavora per Francky Colpoincanna indiscusso boss di Drogopoli. Francky è un duro, il genere di figli di puttana che si vedrebbero nei film se non avessero la tendenza a stuprare e uccidere tutti quelli che hanno l'ardire di infastidirlo.
Per Tommy le cose andavano bene fino a poco fa: una bella moglie un lavoro “onesto” un sacco di gente che gli lecca il culo e un interessantissimo piano pensionistico a base di coca e puttane di qualità. Si, c'è la trascurabile questione di dover spezzare le gambe e uccidere gente ma Tommy è sempre stato un amante della violenza unilaterale. Dategli una mazza un vicolo buio e una vittima di spalle e lui farà il resto.
In fondo una bella vita se i considera che, di solito, il mondo del lavoro non sa che farsene di gorilla istupiditi dalla droga che hanno conseguito la licenza media a suon di minacce.

-Quindi ti è sfuggito?- dice Francky girandosi teatralmente a tre quarti.
-Ehm... non proprio..- è difficile trovare una scusa quando con la coda dell'occhio uno dei ragazzi monta un grosso trapano sporco di sangue.
-Non aver paura Tommy- Sorriso -Qui sei tra amici. Dimmi l'hai fatto fuori al figlio di puttana?-

il figlio di puttana è Peppe Scassafaccia, forse l'ultimo poliziotto onesto della città famoso per essere un duro dal cuore tenero con un approccio muscolare alla lotta al crimine. Bicipiti soprattutto.
Peppe è uno dei pochi che non sembrava essere interessato alle bustarelle preferendo i più canonici calci alle parti basse contornati di arresti eclatanti di gente teoricamente intoccabile. Due giorni fa Francky si era rotto i coglioni. Profondamente. Aveva chiaramente detto a Tommy “Fai saltare le cervella a quel rompipalle”.
Le cose non erano andate troppo bene. Peppe non aveva preso bene la cosa, era riuscito a cambiare i connotati a Tommy e quasi ad arrestarlo. Una sparatoria, un inseguimento e qualche incidente dopo Tommy era lì a fissarsi le scarpe mentre Francky attaccava con il suo monologo.
-Mi hai molto deluso Tommy.- il tono era piatto a Tommy tornò in mente suo padre che gli rinfacciava i brutti voti sulla pagella.
-Da quant'è che lavoro per me Tommy?- colloquiale.
-Q-quasi dieci anni boss.-
-Quindi sai come funziona no? Ti ricordi Jim Calzetta?-
-La prego boss. Mi dia un altra possibilità! Non la deluderò più!- Cazzo se lo ricordava. Gli aveva tagliato l'uccello lui stesso per ordine del boss dopo una faccenda molto simile alla sua.
-Dai Tommy, un po' di dignità. Sai che non serve a niente supplicare. È una questione di rispetto: se non punisco i ragazzi che fanno male il lavoro la gente crederà che mi sono rammollito. Questa città è un inferno, abbassi la guardia un attimo e...-
BANG!
Nessuno seppe mai cosa succedeva se abbassavi la guardia. Il corpo di Francky si accasciò al suolo. Tommy puntò la pistola ancora fumante verso lo sgherro col trapano paralizzato con un espressione idiota.
-Amico c'è qualcosa che ti disturba?- disse Tommy con il sorriso di chi ha vinto alla lotteria. Erano anni che preparava quel colpo di mano, aveva leccato i culi giusti, stretto nuove amicizie e parlato un po' in giro tutti erano d'accordo: Francky aveva rotto il cazzo.
-A me? No capo.- sembrò pensarci un po' – la verità è che mi ero anche un po' stufato di inzupparmi di sangue l'abito buono ogni volta.-
-Ottimo. Chiama gli altri vediamo di sistemare questa storia del poliziotto prima che gli affari vadano a puttane.-

giovedì 2 maggio 2013

Zero


Vivere praticamente sopra ad una Feltrinelli ha un sacco di svantaggi. Primo tra tutti il fatto che quando vai a fare un giro spesso e volentieri ti impantani lì dentro e ancor più spesso rischi di comprarti qualcosa.
Ma c'è un vantaggio che rientra nella politica stessa della Feltrinelli: puoi leggere indisturbato. È una cosa misteriosa che per anni mi ha lasciato perplesso, una libreria che ti lascia leggere i libri comodamente seduto sulle sue poltroncine senza che un commesso ti venga a guardar male.
Ci ho messo anni prima di prendermi la libertà di leggere un libro in santa pace comprendendo al filosofia di fondo ovvero che uno per quanto legga se il libro gli piace prima o poi sborserà i soldi per puro e semplice feticismo.
Illusi.
Sono mesi che mi intrufolo lì dentro e leggo libri a sbafo. Ci metto addirittura il segno di volta in volta e a nessuno pare fregare niente. Hanno anche un reparto fumetti così da potermi tenere un minimo aggiornato.

Oggi sono sceso a dare un occhiata in giro. Nello scaffale dei fumetti faceva bela mostra di se Ogni maledetto lunedì su due di Zerocalcare. Dopo i precedenti due volumi questo vuol essere una semplice raccolta delle storie che si leggono gratis sul blog con l'aggiunta di una storia inedita extra. Dieci euro il tutto.

È un bel mattone, c'è parecchia roba ma avendo già letto e riletto tutto il blog ed essendo miseramente povero posso contare solo sulla tolleranza dei commessi Feltrinelli per leggere la storia mancante e rimettere il volume al suo posto.
Si è un brutto gesto. Non si fa. Pensa a quel poveretto che ci ha sgobbato sopra e tutto il resto. Ma tutte le questioni morali non superano l'insormontabile barriera dell'assenza di denaro.
Per cui leggo a sbafo.

Passa un quarto d'ora abbondante. Sono in piedi tra lo scaffale dei fumetti e quello del teatro col volume aperto tra le mani. Una simpatica voce registrata annuncia che tra un po' il negozio chiude ed è ora di levarsi dal cazzo. Io ho prima gli occhi lucidi, ogni tanto ridacchio. Una tipa alternativa passa mi guarda e decide che il copione della sua commedia decadente lo compra un altra volta.
Sfoglio un altro paio di pagine, tiro su col naso.
Non è una storia commovente di per se ma è uno delle mia generazione che dice un sacco di cose che tutti abbiamo sempre pensato. Il fatto che ti faccia ridere nel frattempo è ancora più amaro.
Non credo di aver mai letto una metafora migliore.
Parla della sua vita e ci vedo riflessa la mia: le stesse ansie, le stesse paure, le stesse identiche fissazioni.
Piango.
Non mi vergogno a dirlo perché una cosa bella ha il diritto di commuoverci.

La vocina registrata annuncia che dovevamo levarci dal cazzo già cinque minuti fa. Sto per posare il volume sullo scaffale quando sento una 10 euro in tasca. Mi vergogno a dirlo perché ho ceduto alle subdole manipolazioni del marketing Feltrinelli.

Alla cassa mi guardano come solo i commessi in orario di chiusura sanno fare. Pago e porto a casa. Fa niente prenderò un regionale e salterò qualche pasto ma dovrei ammortizzare.
Zerocalcare è un genio. La storielle che mette on line sono solo la punta dell'iceberg. Uno così si merita di avere i miei soldi.
Sperando che riesca a tenere insieme la zattera.

O'Culer!


Siamo giovani e meno giovani non siamo gente formale di quelli che pretendono una lavata di pavimento settimanale e i lavelli splendenti come li tiene mammà però che diamine fetente! Nessuno qui è il campione dell'igiene domestica ma a tutto c'è un limite.

L'altro giorno sono rientrato in casa dopo una pausa lunga a Napoli di cui è meglio non approfondire. Quando infili la chiave nella toppa e fai girare ogni appartamento ha un suo odore caratteristico inconsciamente riconosciamo un ambiente familiare anche solo dall'odore senza servirci dell'inaffidabile vista. Tanto per fare un esempio: indipendentemente da quante lavate faccia , casa di Aurora odorerà sempre di cane, casa di Manuele di Piazza del Gesù e casa dei miei di auto appena comprata.
Prima che lo chiediate la mia stanza romana odora di posacenere.
Ma quando ho aperto la porta di casa è stato un altro l'odore che si è palesato: dolciastro. Avete presente in autunno quando attraversate una strada piena di foglie secche e pozzanghere di piogge autunnali? Quell'odore che i romantici dell'autunno puntualmente ignorano in favore di una narrazione più romantica e libera dai vincoli del puzzo di putrefazione.
Ecco casa mia odorava così.
Il tavolo in cucina ospitava una buona dose di bottiglie di birra vuote, altre bottiglie sul tavolo del pc comune. Su un comodino(?) una zuppiera con dentro un'insalata che decideva se trasformarsi in mostro della palude e andarsene. Vicino al frigo un alone di quelli che solo una coca cola rovesciata e mai pulita sa dare.
Il lavello terremotato (il rubinetto si è staccato di nuovo) è occupato da piatti mezzo mangiucchiati, nello scarico una montagnella di riso anemico impedisce all'acqua di filtrare. So già chi sono i responsabili: i Carlos evidentemente hanno messo su svariati rave approfittando dell'assenza di tutti in casa. Quando provo ad arrivare in camera loro trovo un materassino matrimoniale con tanto di lenzuola e cuscini tra il soggiorno e la Carlos Room. La porta è aperta e dentro non c'è nessuno.
Desisto.
La casa è invivibile mi domando se non abbia fatto irruzione l'ASL armata di fucili ad amuchina e li abbia trascinati via. Apro tutte le finestre e mi metto all'opera: lavo il soggiorno, raduno le bottiglie vuote in due bustoni e gli avanzi di cibo in un altro, lavo i piatti e sistemo tutto ma non butto niente. Tutto il risultato della differenziata fatta lo ammucchio contro la porta della Carlos Room in bell'ordine a formare una piccola barriera un altra busta, piena di avanzi umidicci, la appendo alla maniglia.
Qualche sigaretta dopo l'aria è tornata salubre come la saletta fumatori di Fiumicino. Ma almeno non puzza come i cassonetti durante l'emergenza rifiuti.

Durante la notte un imprecazione, un rumore di qualcosa di umidiccio che casca e altre bestemmie mi gratificano del lavoro fatto. Dormo il sonno dei giusti nonostante Carlos e Carlos siano impegnati a ripulire e togliere da mezzo le cose lasciate in giro.