giovedì 21 febbraio 2013

Not too simply



-Tra un paio di giorni vi mando la sceneggiatura.- dico con aria da uomo vissuto che sa campare.
Vale, l'altra Vale e l'altro Vale mi guardano ammirati, un soffio di vento solleva un nugulo di foglie e polvere. Mentre mi alzo sembro Clint chi sa da dove parte una musica epica.
Mi alzo mi giro e vado via la telecamera stringe su me che mi allontano e chiude con un controcampo sui miei tre soci ammirati che mi osservano dal tavolino del bar.

-L'hai detto anche l'altra volta.- fa Vale col tono di chi in realtà vuole dire “se non hai la sceneggiatura cosa stiamo a fare qui al freddo e al gelo sorseggiando il caffè più schifoso del mondo?”
la voce di Vale mi scuote dalla mia fantasticheria.
chino la testa imbarazzato. Snocciolo qualche scusa casuale.
-Ho avuto qualche problema, il file ha fatto un errore ed ho dovuto riscrivere tutto.-
-E..?- fa l'altra Vale.
-E mi sono incartato.- concludo io.
Loro tre si guardano di sfuggita in una conversazione telepatica.

Lo uccido io o ci pensate voi?
A me! A me! Che devo sfogare che mi girano!
Tu sei troppo piccoletta, riuscirebbe a scappare.
Allora gli pianto il cucchiaino nell'occhio?
No, no lasciate fare a me. Non vorrete rovinarvi i vestiti.
Gli strappo il cuore e mi ci tingo i capelli!
Calma.
Fermi, prima il progetto era solo mio. Spetta a me uccidere lo sceneggiatore.
Giusto.
Va bene ma a Valerio lo accoppo io.
ok.
uhm, ok

Il mio istinto di sopravvivenza percepisce qualcosa, prende il controllo della mia bocca e dice:
-Sono a pagina 14. forse riesco a metter su qualcosa tra qualche giorno.-
Sembra soddisfarli al punto che lasciano proseguire la riunione senza piantarmi oggetti più o meno appuntiti nel corpo.
Andiamo in fumetteria, andiamo a casa ed ora sono qui.
Son passati “un paio di giorni” al momento siamo saliti a pagina 18 ma in realtà ho cambiato anche altra roba. In teoria pareva facile ora, chi sa perché, con il discorso dell'autoproduzione in mezzo non sono più convinto di quel che scrivo.
Ecco la differenza tra lo scrivere per la scuola e il farlo per lavoro.
All'improvviso l'autostima precipita.
Ma ci stiamo lavorando.

lunedì 18 febbraio 2013

Carlos impara a volare


Una settimana fa.
Madri, telegiornali, passanti e persone al bar non fanno che ripetere che oggi e proprio oggi nevicherà. Questo tira e molla va avanti da circa cinque giorni. Su una cosa sono tutti concordi: fa freddo, come di solito capita d'inverno. In televisione stanno dibattendo su quanto questa “ondata di gelo” sia senza precedenti ma per quanto si sforzino, a parte i neonati e i malati di Alzheimer, tutti gli altri ricordano un evento simile l'anno precedente. E quindi c'è poco allarmismo a questo giro di tango.

Intanto in una casa si via Appia Nuova, una notte, uno degli inquilini si aggira con fare circospetto nell'oscurità. Ha il pantalone del pigiama a rovescio, gli occhi aperti quel tanto che basta da non riaddormentarsi. A vederlo lì nel buio della cucina comune sotto ad un pesante plead come una versione sovrappeso e infreddolita del triste mietitore (una versione chiaramente stonata dal troppo lavoro e intenta a cercare la falce).
Ovviamente non è nulla di tutto questo. Ve lo posso dire per certo: non c'è nulla d'inquietante in questa scena se non che la cucina è gelida ed è l'unica via verso il bagno. Per il freddo che fa in quella cucina c'è qualcosa di eroico anche solo nel gesto di alzarsi dal letto. Fidatevi, io lo so. Perché quello sono io.
Nel dormiveglia il cervello conclude che fa comunque troppo freddo per una casa dove il riscaldamento è acceso dalle 3 alle 23. non ha senso ma non è il caso di ragionarne ora: fa freddo. L'unica cosa sensata da fare è arrivare al bagno e poi tornare a dormire. E così faccio.

Il giorno dopo fa veramente freddo. Anche i Carlos ragionano nel loro idioma misterioso (il Carlossese). Carlos 1 ha passato la notte insonne, Carlos 2 è diventato di colpo il primo esportatore di moccio della penisola iberica.
In teoria stavamo tutti “cucinando” ma per un tacito accordo tutti ci guardiamo intorno in cerca del perché. Come è possibile che le nostre stanze siano calde e tiepide e la cucina (che sta proprio al centro della casa e non ha finestre) è una ghiacciaia?).
Poi Carlos 1 lo sente: uno spiffero sotto la porta di una delle stanze vuote.

Piccola digressione. Un po' di tempo fa una coppia di ragazzi, un lui e una lei, stanno visitando la casa. Francesco, il padrone, illustra con fare sapiente le condizioni della convenientissima doppia:
-Si sono 700 euro comprese le spese, magari è un po' tanto ma infondo che la prendiate voi o una famiglia di magrebini a me non cambia niente-
-mmm- fa lui con l'aria professionale.
-e poi pensateci: avete anche un balcone esclusivo.- per sottolineare la cosa Francesco apre il balcone. Essendo questa una ricostruzione posso solo immaginare come sia andata: lei vede la bellezza del paesaggio, lui si innamora della tecnologia dei cardini che hanno compiuto questo miracolo. Si guardano per un istante negli occhi.
-Ok la prendiamo.- dice lui tutto orgoglioso.

Torniamo al giorno più freddo dell'ultima era geologica (secondo TGcom). Io e i Carlos siamo per metà fuori dalla finestra guardando verso il balconcino della doppia. Potremmo cadere di sotto da un momento all'altro ma per ora lo sgomento è quello che ci ancora saldamente al davanzale.
Il balcone della doppia è spalancato. Probabilmente lì dentro vive una colonia di pinguini carnivori come ne “Le montagne della follia”.
La porta è chiusa a chiave, di là non si passa. Carlos 2 decide di aggirare il problema mettendo degli asciugamani arrotolati sotto la porta. Carlos 1 non è dello stesso avviso. Si vede lontano un miglio che gli rode il culo.
Prende una sedia dalla cucina, una scopa e si piazza davanti alla finestra del bagno. Dopo alcune manovre che lasciano me e Carlos 2 immobili nel terrore Carlos 1 trova la sua posizione ideale per realizzare il suo sogno: entrare nei Darwin Award. Carlos 1 è per metà fuori dalla finestra: un piede sul davanzale uno sulla sedia accanto alla finestra, tutto il busto si protende in avanti nel vuoto puntando verso il balcone accanto alla finestra del bagno. Il braccio sinistro aggrappato alla parte superiore della finestra è l'unica cosa che impedisce alla gravità di fare il suo lavoro. Il destro invece è quello che lo farà andare di sotto.

Il piano di Carlos 1 è di una semplicità disarmante (e totalmente demente): usando la scopa vuole agganciare l'anta del balcone e chiuderla con un'abile gioco di polso. È al secondo tentativo quando io e Carlos 2 ci riprendiamo abbastanza da avvicinarci e tenerlo fermo.
Uno sguardo di intesa e poi lo trasciniamo dentro. Carlos 1 fa un minimo di resistenza, la testa della scopa vola di sotto. I due Carlos iniziano a discutere in spagnolo. Credo che venga chiamata in causa qualche antenata di facili costumi. Volano due schiaffoni ben assestati. Poi i due ritornano nella loro stanza. Discuteranno per tutta la giornata.
Intanto io piazzo dei panni arrotolati sotto la porta e prego che arrivino in fretta i nuovi inquilini.
Continuando così uno dei Carlos potrebbe provare a far saltare la porta.

ps: è una storiella cazzona, me ne rendo conto. Non sapevo che scrivere e questo mi pareva un evento interessante. In questi giorni cerco di riprendere un atteggiamento più serio condividendo con voi l'opinione sui miei ultimi acquisti. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Contro a prescindere


Volevo scrivere cose simpatiche riguardo all'anniversario del mio arrivo a Roma. Avevo un mezzo post preparato riguardo alla storia di come Carlos 2 ha provato a buttarsi di sotto. Magari potevo fare il simpatico raccontando di quell'asteroide che passerà vicinissimo alla Terra domani.


Ma poi mi è venuto in mente che domani è Quel Giorno. Si proprio quello.


Per cui mi limito ad una comunicazione di servizio: odio a voi, al cherubino e ai baci Perugina. Considerando che questa “festa” mi mette più di cattivo umore perfino del Natale sono giunto ad una conclusione che volevo condividere con voi tutti.



Io domani vado a San Lorenzo e mi sbronzo come succede poche volte l'anno. Se anche voi volete unirvi siete i benvenuti. Mi riconoscete perché sono quello accasciato al muretto.

Adios.

E se vi accodate fatelo sapere.

lunedì 11 febbraio 2013

Storie Brevi (2)


Mentre continuo a scavare nel portatile in cerca di quello che davvero mi serviva stamattina (un vecchio soggetto di cui mi ricordo solo ora) mi sono imbattuto nella seconda storia al secolo inviata per il concorso sulle malattie mentali.

Anche qui rivedendola col senno di poi si sarebbe potuto fare meglio. Secondo me alcuni passaggi sono proprio buttati lì a caso ma c'è da dire che sono sempre parecchio critico sulla roba che scrivo. Il processo di lavorazione qui è stato un pelo più complicato: da qui sono nati i famosi aneddoti di SuperGay e della “vignetta degli aerei”. Non per questo voglio far torto a Giorgio Spalletta, il disegnatore, che mi ha entusiasticamente seguito per tutto il delirio di lavorazione tollerando anche una buona dose di paranoie del sottoscritto.
C'è però da dire che a rivederla adesso, a quasi un anno di distanza, lo spunto continua a piacermi (probabilmente siamo andati fuori tema per il concorso) ma se non esistesse The Boys di Ennis (che ha più o meno gli stessi presupposti ma mettendoci anche iperviolenza e perversioni sessuali) avrei provato a farne una storia lunga.

Ma comunque sto blaterando anche troppo per cui ecco a voi:



EXTREMA RATIO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: STAFANO FICCA (sempre io)
MATITE E CHINE: GIORGIO SPALLETTA 

Buona lettura


domenica 10 febbraio 2013

"Buona passeggiata"


Fa freddo, le gambe mi fanno male, gli scarponi battono sul terreno a ritmo regolare. Raffiche di vento si abbattono su di me ad intervalli regolari ad ogni incrocio sono costretto ad alzare il cappuccio quel tanto che basta per riguadagnare un minimo di visione periferica. Il respiro mi appanna gli occhiali mentre il freddo secca le labbra e quella parte esposta di viso.
È quasi fatta, me lo ripeto come un mantra, tra poco arriverà alla stazione Tuscolana da lì altri 500 metri di salita controvento e poi finalmente casa.
Ma come sono arrivato qui? Mezzo ubriaco, senza sigarette, senza soldi ed esausto?
È necessario fare un passo indietro. Solo metaforicamente però perché ora come ora non ne ho la forza.
Sono le 23 e un tot, il Napoli ha appena finito di pareggiare con la Lazio col senno di poi non era stata una grande idea vedersi la partita in compagnia di tre juventini e un romanista ma a mia discolpa l'idea non era stata del tutto mia.
Aurora è quel tipo di tifosa che segue marginalmente il campionato finché la propria squadra non arriva a lottare per le prime posizioni facendo salire la tensione. A quel punto lei, che fino a quel momento si era accontentata di vedere gli status su facebook per capire cosa aveva fatto il Napoli ora voleva vedere la partita in un pub. O forse aveva solo voglia di uscire un po' ed ha sfruttato la partita per mettere in movimento le cose.
Ora una persona intelligente davanti ad un dilemma del tipo: “due persone a piedi abitano ad un capo della città e quattro persone motorizzate all'altro vanno al pub a vedere la partita. In quale pub decideranno di vedersi?”
la risposta giusta non la so ma di sicuro non è: “nel pub sotto casa di quelli motorizzati.”
Probabilmente il karma mi ha punito per questo.
Ad ogni modo la serata è andata bene: si è bevuto, si è mangiato, abbiamo avuto una dimostrazione pratica di cosa non fare quando si ha un pub e il Napoli ha quasi perso per colpa di quei gufi di merda degli amici di Valerio. Credo che Aurora e i ragazzi abbiano intavolato delle conversazioni o altre cose così ma onestamente non ci ho badato molto.

Il filo dei miei pensieri viene interrotto, un autobus passa sfrecciando lungo la strada. Sono esattamente equidistante da entrambe le fermate, di mettersi a correre non se ne parla. Bestemmi, quello si, ma la cosa non fa rallentare o fermare il mezzo. Come per punizione alla bestemmia una raffica di vento mi investe appena giro l'angolo. Incasso la testa tra le spalle mi curvo e continuo a camminare.
Il trucco è pensare ad altro.

La serata è finita. Ognuno va per la sua strada il che implica Valerio e gli amici a circa 200 metri dal pub io e Aurora verso la metro e oltre. Camminando insieme agli altri chiacchiero neanche tanto per caso con Aurora di quale strada ci conviene fare: scendere a Ponte lungo e pregare che ci sia l'autobus? Scendere a Re di Roma e avviarsi spartanamente a piedi?
Qualcuno chiede:
-Stefano ma te non abiti sopra la metro di Furio Camillo?-
-eh si ma mica faccio tornare Aurora a casa da sola- Aurora sfodera la sua miglior faccia da donzella in pericolo.
-E dove abita lei?-
-Al Pigneto, una buona mezzora a piedi da casa mia.-
-ah. Lì la metro non ci passa?
-mamma mia che freddo- sottolinea Aurora lì di fianco.
-No dobbiamo camminare.-
-ah, peccato. Che sfiga però-
A onor del vero Valerio si offre mette a disposizione il suo motorino se un altro partecipa ci portano pure a casa. Gli altri fanno i vaghi. A questo punto faccio un autogol: Valerio è disposto ad accompagnare anche solo Aurora. Il problema sarebbe risolto: io piglio la metro e sto a casa e arrivederci e grazie. Problema: non ci si capisce. La brina nel cervello ci fa essere stupidi e così eccoci nella metro A.

Da lì sarà un odissea a passo di marcia. Camminiamo svelti per scaldarci e in una ventina di minuti deposito Aurora al Pigneto. Un bicchiere d'acqua, un carico di calore e via verso casa. Ora sono qui. Ho passato la stazione Tuscolana, mi resta solo un piccolo tratto di strada poi letto termosifoni e riparo (e anche un gabinetto che certi bisogni si fanno impellenti).

Non c'è grande epicità in tutto questo, nessuna cerca gloriosa, niente fatti simpatici. Sono anche quasi certo di essermi inventato i dialoghi solo per necessità di fiction. Questo post non serve a nulla. Non è un monito per le future generazioni. Non porta con se la saggezza degli anziani.
Questo post ha un unico scopo:
far vedere che oggi ho scritto qualcosa e non ho passato l'intera giornata chiuso sopra ai telefilm.

ps: il titolo è una citazione di Qualcuno. nessuno del gruppo di Valerio ma comunque una persona di classe.

venerdì 8 febbraio 2013

Mummia is coming


Dopo una carrellata di post altamente melensi dovuti all'assenza di nicotina e alla meteoropatia più becera torniamo per qualche istante a parlare di Lavoro (la maiuscola dovrebbe suggerire che non si parla di salumerie).

La “Mummia Corporation” è la prossima futura offerta editoriale che mira a sbancare il mercato del fumetto italiano con l'altissima qualità dei suoi prodotti mirando ad un pubblico serio, maturo e che ha voglia di credere nelle nuove leve.
Ovviamente esagero, al momento il nostro target di riferimento sono i fondi delle gabbiette per canarini.

Ma cerchiamo di non divagare. Il progetto nasce dalla collaborazione di due cape folli (io sottoscritto e Valerio Cartuccia) freschi di scuola comics e di un gruppo di disegnatori che (per motivi misteriosi) hanno accettato di collaborare con noi. Il piano è all'apparenza semplice anche se tutti sappiamo che ci porterà ulcere e esaurimenti nervosi nei mesi a venire:

produrre dai 2 ai 4 albi in tempo per venderli a Lucca Comics 2013.

Gli albi in questione saranno di una ventina di pagine, bianco e nero e dal prezzo contenuto. Di principio puntiamo a tenere una qualità alta o comunque ad avere un prodotto valido (quindi niente foglia A4 piegati e spillati insieme).

Al momento i progetti in corso d'opera sono due ma a breve dovrebbero affiancarsi altre proposte:

“Bad Dreams”, un noir fantasy, che vede me ai testi, Valentina Napolitano alle matite, e Valentina Zeppa alle chine. La storia (che approfondiremo nei futuri post è la missione di un Incubo nel Mondo dei Sogni.

“Le avventure del Giovane Babbo Natale”, una storia abbastanza trash, parecchio grottesca in cui seguiremo le folli vicende del giovane scapestrato che noi tutti conosciamo come il il panzone più amato del mondo. Di Valerio Cartuccia ai testi e Gabriele Derosas ai disegni.

Al momento non posso aggiungere immagini ma in futuro vedrete man mano pezzi del processo creativo (che consiste nel bere birra e dire cazzate al bar ma non ditelo in giro).

Se siete interessati, se siete mossi da quel sacro furore che fa comprare qualunque cosa abbia delle nuvole parlanti, se siete mossi da pietà o se semplicemente siete curiosi portate pazienza:

The Mummia is Coming.


Ps: per amici, parenti e tutti gli altri che ci credono. È aperto un servizio di finanziamento al progetto. Con una piccola donazione, dico 5 euro per stare largo, vi prenotate un albo di vostra scelta con annesso disegnino e dedica.
Pensate all'investimento: magari poi uno di noi diventa famoso facendo lievitare il valore dell'albetto in questione. Praticamente è come giocare in borsa!

lunedì 4 febbraio 2013

Viva la vida



Sarò breve perché non mi va proprio ma lo devo scrivere da qualche parte se no divento pazzo. Ho pensato e elaborato delle cose ma non sono andato a fondo perché onestamente ho paura di cosa potrei trovarci.

E no, prima che lo chiedete, non ho bevuto.

Non lo riesco a spiegare senza tradire la premessa di brevità per cui accontentatevi. Da quando è iniziata questa storia ho iniziato a seguire questo mondo e a leggere e vedere cose riguardo ad altri autori. Vedo una cosa che li accomuna tutti: la passione.
E forse io non ce l'ho. Perché?
Perché se l'avessi non dovrebbe essere così difficile sedersi e scrivere. Non dico che quando inizio non vada bene. Ma mi risulta sempre difficile iniziare, smettere di cazzeggiare e iniziare.

E' passato un anno quasi e sto ancora qua e il tempo era già poco all'inizio.

per cui: se entro Lucca 2013 non riesco a cavare fuori qualcosa da tutto questo...beh, amen, vorrà dire che non era destino. Mollo tutto torno a Napoli, cospargo il capo di cenere e cerco di riprendermi il lavoro alla Conad e finita lì, ci vediamo all'ospizio.

Giuro.

Tanto per far capire, la passione è questa:

venerdì 1 febbraio 2013

la colpa del peperone (3)


Roma, sede mobile della Malvagio Comics
-Ha venduto?-
-Si.-
L'assalto al panino si ferma di colpo.
-Davvero?-
-Ti ho detto di si che c'è, la trippa è arrivata ai timpani?-
-Piano con le parole ragazzetto se no...-
-Datevi una calmata tutti e due. Non è questo il momento.- la voce proviene dall'ombra indossa una benda sull'occhio ma ci vede benissimo da entrambe le parti. L'aspetto complessivo dovrebbe essere quello di una spia seria e vissuta ma i capelli ricci che incorniciano la testa rovinano di parecchio l'effetto.
-E quando sarebbe il momento? Ti rendi conto! Ha venduto!- l'uomo alla guida del furgone sputacchia pezzi di panino qua e là mentre esprime la sua indignazione.
-ti rendi conto? Ha venduto! I cani! I cazzo dei cani ninja!-
-Beh, si vede che era un buon prodotto.- ribatte l'altro.
Il silenzio cade nel furgone.
-No, seriamente a chi abbiamo fregato?-
-Fregato? Se lo sono comprati loro non li abbiamo mica obbligati!-
-Non ricominciare con quella storia del libero arbitrio nei fumetti.- Mr Panino mette la freccia e accosta fermando il furgone nel luogo dell'appuntamento. -Tossici, ecco cosa sono!-
-Si era detto di non parlare più di questa cosa.- dice la versione capelluta di Nick Fury.
-Io invece ne vorrei parlare, quando sono entrato pensavo che fosse un lavoro onesto questo!-
gli altri due si guardano per un secondo.
-Che intendo per onesto?-
-Beh, una cosa fatta secondo le regole. Noi diamo al pubblico ciò che vuole e loro ci pagano-
-E cosa vuole il pubblico?-
-Tette! Ben fatte e ben mostrate. E all'occasione qualche scazzottata per alleggerire la tensione.-
-Questo era prima di Youporn ragazzo. Bisogna adeguarsi ai tempi.-
-Si... ma...-
-Piantala di frignare, abbiamo una scadenza, questa consegna di piombo va fatta.-
-E chi lo dice?-
-Lui.-
-Merda, quel tizio mi mette i brividi.-
-Esatto quindi vediamo di fare una cosa pulita.-

Uno scantinato. Roma forse. Di sicuro il posto puzza. Sudore rappreso di chi si considera troppo geniale per avere il tempo di lavarsi. L'aria è resa ancora più tossica dalle nubi di nicotina che aleggiano sulle sagome sedute alla buon e meglio. Queste persone non si conoscono per nome, non è sicuro. I loro nomi non sono importanti, lo diventeranno ma non ora. Per ora si chiamano usando i Nickname di internet.
-Droga, ci serve la droga.- dice Alan00910 in piedi in mezzo all'assemblea.
-Ma se è la terza canna che ti sgozzi da solo- risate, per qualche istante KapitanKina si sente una celebrità. Poi passa e lui torna ad essere una mappa di brufoli si un corpo flaccido e grigiastro.
-Non quella idiota. Ci serve quella che hanno loro!- applausi a scena aperta, ovazioni, tripudio di miccette, facce dubbiose tipiche degli studenti durante la lezione di fisica.
-Ehm capo, forse è meglio che partiamo dall'inizio.- dice uno dal fondo: Nel-GaYman.
-Abbiamo scoperto il trucco. Sappiamo come batterli.- dice con enfasi Alan00910. Stavolta niente applausi.
-Battere chi?-
-Ma questi sono degli idioti.- sussurra Alan00910
-Che ti aspettavi? Sono gente che non si è ancora trovata un lavoro serio e vuole fare fumetti.- dice uno dietro di lui.
-Ricapitoliamo: abbiamo assestato il colpo più duro della storia al nostro principale nemico: la Bonelli è in ginocchio. Abbiamo distrutto i loro server, non hanno nulla da pubblicare.-
Altro entusiasmo.
-Ma abbiamo scoperto come fanno a vendere.-
-Con un buon prodotto proposto con costanza e cura fatto da gente seria e preparata?- chiede qualcuno.
-Deve essere qualcuna delle nuove reclute, non gli è ancora chiara la storia del Complotto Massonico-fumettistico che regge il mondo dell'editoria.- dice la voce alle spalle di Alan00910
-Si, sono i peggiori, ma ci serve mano d'opera.-
-No, non significa nulla quello stesso prodotto lo potremmo fare anche noi se volessimo. Se ci pagassero!- dice Alan00910
-ma non ci pagano! Non ci vogliono, ci fruttano solamente!- ribatte uno.
-BASTARDI!- grida in coro la sala.
-Per noi giovani fumettisti non c'è speranza non riusciremo mai a pubblicare se non ci aiuta qualcuno. Ma adesso...-
-Zerocalcare ci è riuscito- fa la voce alle sue spalle.
-Ma te da che parte stai? Me lo fate finire 'sto concetto?- Alan00910 si sta innervosendo.
-A si scusami. Qual è il Grande Segreto?-
-METTONO LA DROGA NELLE PAGINE!- paura ad effetto -quando stampano un albo nuovo mettono sostanze chimiche che danno dipendenza, costringono i lettori a comprarsi gli albi per non andare in astinenza!-
-Si l'ho visto anche io! A volte un lettore è così povero da essere costretto a sfogliare solo le pagine- dice qualcuno.
-Come l'avete scoperto?- chiede il tizio alle sue spalle.
-Alcuni di noi hanno la terza media, hanno fatto analizzare le ceneri di alcuni vecchi Tex ed eccola lì!- Alan00910 è fin troppo entusiasta, si agita e gesticola. Dalla platea arrivano delle domande:
-Ma lo fa solo la Bonelli?-
-No tutti.-
-Anche gli americani?-
-Esatto, tutti!-
-Pure i giapponesi?-
-No, loro usano ancora le tette, non si è ancora trovata una ragazza che sia paragonabile ad una ragazza manga.- Molti in sala annuiscono con entrambe le teste, alcuni fanno un basso guaito.
-Ma adesso che sappiamo il loro segreto anche noi possiamo entrare nel mercato. Anche noi saremo famosi.-
-E' un buon piano, vi sere solo qualcosa da stampare.-
-Senti amico, mi stai pure simpatico...-
-Ma?-
-Ma questa cosa di parlarmi alle spalle mi manda ai matti. Che cazzo non so manco come ti chiami!-
-Scusami.-
-e allora?-
-Allora che?-
-Il tuo nome amico, dobbiamo essere sicuri che non ci siano infiltrati.-
-Quello vero che mi ha messo la mamma?-
-Ma no! Basta il nickname.-
lo sconosciuto ci pensa un po' come se soppesasse le opzioni. Poi decide.
-Piacere Rrobe.-
Poi sono solo urla e grida.