Le sirene d'emergenza latrano in tutto l'aereo. Un hostess è aggrappata ad una poltroncina mentre cerca di tenere chiuso il portello d'uscita a metà corridoio, somiglia ad Aurora. L'aereo traballa, se uno avesse il coraggio di guardar fuori sui finestrini incrinati vedrebbe le ali che si flettono sotto la potenza del vento.
Alessandro afferra i braccioli con
forza tale da sbiancarsi le dita. Fissa un punto imprecisato davanti
a sé e finge di non sentire le grida di terrore tutte intorno a lui.
Un altro scossone. Una placca di
metallo schizza via dal soffitto quasi decapitando il passeggero alle
sue spalle. Dall'altoparlante escono suoni: qualcuno che da
istruzioni con una voce ai limiti del panico.
-BIP!- -BIP!- le luci di emergenza si
accendono e si spengono dagli appositi scompartimenti cadono le
mascherine dell'ossigeno. Ale ci mette un po' a decidersi poi afferra
con una mano l'arnese che gli penzola davanti. Il motore dell'aereo
romba con un suono lancinante più simile ad una bestia moribonda che
ad una macchina”ipersicura”.
L'aereo si inclina, i passeggeri
possono percepire la velocità della discesa. Troppa. Un hostess
viene sbalzata verso la coda dell'aereo. Grida ma Alessandro non
sente nulla se non il basso rombo del motore.
BRRRROOOOUUUMMM!!!!!!
Alessandro scatta a sedere sudato
fradicio sul letto nella penombra della sera. Un sogno, era solo un
sogno.
-Scusate.-
-Ma li mortacci tua e del culo tuo!-
-Deve essere la zuppa d'aglio.-
imbarazzo. Alessandro si alza e va a fare il caffè borbottando qualcosa.
Sono le 8 di sera. Fuori già si
sentono i primi latrati degli inglesi ubriachi. Ci siamo.
Aurora si sta preparando.
Sara dorme.
Io ed Alessandro guardiamo Men in
black in ungherese fingendo di
capire le battute.
Verso le nove
decidiamo di scendere. Dieci minuti prima chiamiamo Sara
punzecchiandola con una lancia, lei scatta in piedi e butta giù il
caffè e dice “sono pronta!”
O finge benissimo o
è un alieno.
Secondo noi finge.
Usciamo un rapido
giro del palazzo e ci ritroviamo in una strada che straborda di
locali: pub, ristoranti, altri pub, birrerie e posti dove si balla ma
che non sono discoteche. Puntiamo diritti verso il Menza
indicatoci di Isabell (al secolo Noemi). Pare che sia un ottimo
ristorante dove si mangia bene e si spende poco ma quando arriviamo
lì non siamo preparati a quello che ci troviamo davanti: il
ristorante del primo appuntamento. Tutto è molto moderno, molto cool
molto yeah. La gente è vestita bene, ci sono coppie qua e là
intente nell'antico duello del “dammela/non l'avrai” e via
discorrendo. Noi nello specifico sembriamo due oranghi portati a
spasso da gente civilizzata: Aurora è completamente preparata, Sara
anche se la gioca bene se non fosse per le vecchie scarpe a da
ginnastica. Io ed Alessandro, invece, sembriamo quello che siamo: due
tizi con la barba sfatta ed i felponi.
La cena procede in
fretta: vino, birra, carne e varie ordinazioni più o meno a casaccio
per cercare di beccare dei piatti tipici ma grosso modo commestibili.
Isabell (anagraficamente conosciuta come Noemi) aveva ragione, si
mangia bene e si spende poco. Usciamo ci incamminiamo veso il pub
dove si è deciso di festeggiare. Facciamo due false partenze
passeggiando in strade a caso per digerire poi, finalmente, siamo
sulla strada giusta.
Mi
aspetto di girare l'angolo e trovarmi faccia a faccia con Han Solo
catturato da Jabba.
Queste
statue inquietanti sono un po' ovunque.
Stiamo
passeggiando, da pochi passi abbiamo superato a via principale e
stiamo tornando verso la strada dei locali all'improvviso risate,
urla, parole in inglese. Un tizio vestito da marinaretto sbuca dal
nulla correndo, si butta a terra e attacca a fare flessioni
si
sul marciapiede a -5
Aurora e
Sara approfittano per una foto. Lui è grosso modo ubriaco ma coglie
le sfumature della cosa. Dice qualcosa per fare il brillante ma non
si capisce, sonda il terreno poi arrivano gli amici. Tutti travestiti
a tema aereonautica inglese. Una tipa passa davanti a noi guarda
Alessandro, sorride si solleva la gonna e fa delle movenze abbastanza
eloquenti.
Lui non
si accorge di nulla finché Aurora non glielo fa notare. Un po'
guaisce.
Gli
inglesi spariscono in lontananza noi ci dirigiamo all'Istant,
un pub in rovina ovvero un edificio fatiscente ricostruito e
ammodernato con elementi apparentemente a caso dove si beve, si balla
e si fanno cosa da centro sociale.
A me
sembra di essere finito in una scena dell'Esercito delle 12
scimmie. Giriamo e facciamo più foto che al museo scopriamo che
ci sono tre piani di questo posto ognuno con una sala da ballo, un
bancone e una sala da chiacchiere.
Fratelli
di barba.
Un
inglese scopre che la sua anima gemella è immortalata su un mura
Di solito Alessandro
non beve ma questa volta i conosci volanti sono reali non solo nella
sua testa
Beviamo
un po', giochiamo a biliardino perculiamo e ci facciamo perculare da
vari inglesi poi scendiamo nella sala sotterranea a ballare (si,
ballare) ognuno di noi si esibisce nel suo stile di danza preferito
(nel mio caso l'Epilettic dance) il DJ è uno forte con almeno venti
minuti di esperienza nel campo della musica. Ad ogni cambio di
canzone ci sono 30 secondi di silenzio dove gli occupanti della sala
continuano a ballare seguendo le tipiche oscillazioni degli ubriachi
che ballano.
Stacco.
Sono
faccia in giù nel letto steso a quattro di bastoni. Aurora e
Alessandro chiacchierano nell'altra stanza. Sara è stesa nel letto
nella posa di chi sta cercando di tersi il cervello dentro la testa.
Ogni tanto Aurora ed Ale ci chiedono qualcosa a turno uno di noi
produce un verso che può significare “dormire! No rompere cazzo!”
Inutilmente.
In poco
più di un ora è black out.
Mi
sveglio per pochi minuti nel cuore della notte: la casa scricchiola
la stufa ruggisce facendo dei rumori poco rassicuranti. Magari sta
per saltare in aria. Altri scricchiolii, non lo voglio sapere e non
mi interessa, tiro su le coperte, accumulo calore e torno nel buio.