venerdì 15 marzo 2013

Verso l'infinito ed oltre


Mancano meno di dieci ore al decollo e tantissime cose non sono ancora andate al loro posto: non ho un metro per prendere le misure della valigia, non ho una bilancia per pesarla e Dio mi fulminasse se so qualcosa di quello che succederà dopo l'atterraggio.
Budapest, la città di cui fino al mese scorso ignoravo l'esistenza. Budaperst! La terra dove hanno deciso che il tedesco è molto più internazionale dell'inglese. Budapest, dove le temperature previste oscillano tra i 2 e i -9 gradi.

Come siamo arrivati fin qui? Troppo lungo da spiegare per cui i faccio il riassunto veloce: Sara, biglietti, cambio programma, Aurora, mio compleanno e via. Alla fine siamo in quattro ognuno con un suo ruolo specifico: Sara sa dove sta la casa e con chi bisogna parlare inoltre millanto conoscenza glottologiche potenzialmente utili; Aurora, in quanto maniaca della precisione, sa tutto quello che c'è da sapere sulla città: spostamenti, luoghi, costi, locali. Se perdiamo lei siamo fottuti. Alessandro invece sarà utile per la comunicazione non verbale, come i gorilla del borneo. Infine ci sono io: la scusa per ubriacarsi.
Si, come motivazione di utilità è un po' scarsa ma tutti i posti migliori già erano stati presi.
Non ho idea di che succederà per ora le due teorie che vanno per la maggiore sono:


l'aereo precipita durante il volo. Dopo un fortunoso atterraggio d'emergenza ci ritroviamo su un isola tropicale (?) a cercare di organizzarci e sopravvivere con la costante minaccia di una massa di fumo nero e l'inquietante presenza degli Altri, gente che sembra abitare l'isola. Passeremo le nostre giornate a fare a gara a chi è più figo facendo intendere ogni tanto di aver capito tutto per poi non averci capito un cazzo.

Oppure

Al primo locale una tizia di un certo fascino mi adesca a emi porta in una strada fuori mano e poi in uno scantinato dove ricchi pazzi sadici pagano la gente per torturare i passanti. Per cui non solo non mi faccio la tipa ma poi mi tagliano pure a pezzi.

Oppure
Si, hanno le terme all'aperto e ci fanno i festini

Appena messo piede sul suolo ungherese inizieremo a bere per cercare di tenerci caldi e i successivi 5 giorni saranno solo un vago e nebuloso ricordo.

Ma diciamo che io mi accontento di poco: mi basta ritornare con tutti i pezzi con cui son partito e di divertirmi. Poi al ritorno molte cose si faranno

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