Siamo seduti intorno al tavolo del
soggiorno, fuori fa caldo, dentro sudiamo come bestie nonostante il
ventilatore montato sul soffitto che gira con tutta l'intenzione di
far decollare la casa. È una di quelle cene di famiglia alle quali
non si può sfuggire. Parenti da fuori, pizza d'ordinanza e il clima
di una conferenza sulla pace in medio oriente.
Ogni componente del nucleo familiare
che ha partecipato allo sviluppo dell'incidente genetico che ora
scrive questo blog e dice di fare il fumettista misura attentamente
le parole per evitare lo scatenarsi dell'ennesima crisi diplomatica,
basata sul nulla, che da anni tormenta la nostra famiglia. Non che i
miei parenti siano persone abiette o odiose. Gli voglio bene, provo
una grande simpatia per molti di loro e il giusto per gli altri. È
solo che una specialissima tara genetica ha portato allo sviluppo di
un sottoclan noto negli angoli bui col nome di “ 'sperti”. Quelli
che sanno sempre tutto loro, quelli che non si tirano mai indietro
nel dare consigli non richiesti su questioni di cui spesso ignorano
anche la fisica di base.
Durante la cena il tg di La7 fa da
sottofondo vomitando la solita serie di notizie catastrofiche. La
conversazione su Berlusconi e sull'indignazione generale che esso
genera si è spenta da poco per tacito accordo tra me, mio padre e
mio zio.
Perché, francamente, ci siamo rotti le
palle.
Al tavolo siedono una decina di persone
tutte (ragazzini compresi) con un orientamento politico in varie
tinte di rosso. Una volta appurato che: nessuno di noi lo sopporta;
si, è la rovina dell'Italia; senza dimenticare il sempreverde
“qualcuno dovrebbe fare qualcosa” (sottintendendo che chi ha
pronunciato la frase già ha fatto il grosso del lavoro focalizzando
l'attenzione sul problema) quello che rimane è solo masturbazione
mentale in salsa etica. O, come la chiama mio padre, la gara a chi ha
letto più editoriali di Travaglio.
Quindi, grazie al protocollo del
silenzio, dopo i primi cinque minuti il pontificare molesto si spegne
per assenza di appoggio e la conversazione naviga felice verso altro.
Ma poi arriva. Il sostituto di Mentana
al tg ci informa che la disoccupazione è salita/scesa/è stata
ricalcolata o Dio sa cosa. Nel successivo servizio un ministro ci
informa che: si, la disoccupazione è brutta, non è un impressione
nostra, ma non c'è nulla da temere perché lui ha già la soluzione
in tasca e domani mattina accompagnerà di persona ogni disoccupato
d'Italia al suo nuovo posto di lavoro.
Ma nonostante le rassicuranti parole
del ministro il danno è stato fatto. L'argomento è entrato dallo
schermo per posarsi minaccioso in tavola tra i bocconcini di
mozzarella e le fritturine. Viene afferrato al volo. La conversazione
va avanti spedita per una decina di minuti in cui si sottolineano
tutte le ovvietà della condizione di disoccupato. Quasi non par vero
che la fortuna ha fatto dono a questa brillante conversazione di un
vero autentico esemplare di “non-più-giovane-senza-lavoro”.
E lì succede. Uno dei commensali si
gira verso di me con l'espressione che si immagina avesse Gesù prima
di dire le sue parabole. La saggezza degli avi scorre nel mio
interlocutore dandogli la forza di pronunciare le fatidiche parole:
“Ma hai provato a chiedere all'IKEA?”
Ma mò, secondo te. Io sto a spasso
da 2 anni (salvo quel piacevole intervallo con la merdosa Eataly) io
che ogni mese piglio i vari giornaletti di merda in cui viene ben
spiegato che il lavoratore ideale ha 21 anni, 2 lauree, 3 anni di
esperienza e deve anche essere gioioso di fare uno stage a 300 euro
perché, anche se lavora normalmente sul contratto c'è scritto
formazione.
Io che sono entrato nel mondo del
lavoro due minuti dopo che venisse completamente sfasciato. Io che ho
avuto l'onore di vedermi esplodere in faccia prima il Precariato e mò
la Crisi e tutte quelle altra scuse
da occupazione che usano a scuola di mia sorella. Io che
ho dovuto convincere mia madre e che anche se la pubblicità del Mc
Donald recita:
“assumiamo 3000 giovani perché
crediamo nell'Itala e per questo (non per il nostro
ottimo cibo dovete venire a spendere i soldi da noi)”
Non c'è scritto da nessuna parte
che assumeranno proprio me due minuti dopo l'invio del curriculm
Ma soprattutto tu che vieni da
un'epoca in cui fare un concorso ed entrarci per merito era ancora
possibile. Tu che una volta mi proponesti di farmi un anno di corso
per gli autisti di bus per poi attendere paziente che il comune
facesse un concorso e di vincerlo. Il comune!
Ti rendi conto!? Il comune di
Napoli!
TU, si proprio tu, vieni a dire a me
“hai provato l'IKEA?”
ma di che cazzo stiamo parlando.
“Si, l'ho mandato
ma sai...”
“E quanto tempo
fa? Che lo sai che con queste ditte vanno rimandati spesso”
Ossignorebenedetto!
“li mando ogni 2
mesi. All'IKEA, a Mc Donald, al Burger King ecc ecc. Ma il problema è
sempre quello: loro cercano giovani perché non ci pagano le tasse
sopra ed io, ora che ho fatto il magico 30, non rientro più nella
categoria.”
la cosa va avanti
per un altro po'. Poi, fortunatamente, inizia Otto e Mezzo, quel
programma inutile dove x persone anonime discutono di un problema y
riuscendo a farti vedere a fine puntata che qualsiasi argomento si
stia trattando ha sempre almeno due chiavi di lettura e quindi se non
hanno ragione tutti sicuramente nessuno ha torto.
Meno male, si torna
a parlare di Berlusconi.
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