venerdì 23 marzo 2012

Alla fine della fiera


È ufficiale i post del blog li dovrei scrivere prima del tramonto, possibilmente prima di stappare la birra. È risaputo che enrambe le cose mi rendono melodrammatico. Se ci mettiamo il carico da unidici che a me la primavera mette da sempre tristezza il gioco è fetto.



Si lo so sono strano, la primavera dovrebbe essere il meglio del meglio: l'estate si avvicina, la natura si risveglia rimpiendo l'aria di polline, le ragazze si spogliano. Tutte cose positive. A parte il polline.

Che ci posso fare? Amo il buio della notte, i tramonti alle cinque di pomeriggio dopo una giornata piovosa. Si, me ne lamento come tutta la gente normale, ma sotto sotto le adoro. Hanno un qualcosa di romantico.



Ma è meglio che mi fermi prima di dare l'impressione di essere una checca piagnucolosa. E poi credo che le colpe che sto dando alla primavera in realtà sono molto più infime di mezze stagioni che si ostinano a tornare mentre tutti ne negano l'esistenza.



Per certi versi siamo ad uno dei momenti della verita per molte cose che però si riassumono a una, o forse due. Fino ora si era trattato di imbrattare file di word e prendersi pacche sulle spalle per come come erano fatti e per come erano belle le idee. Ma adesso c'è gente che vorrebbe disegnare alcune delle mie storie.

Tanto per essere chiari. Non c'è la fila per pagarmi fuori la porta e cose del genere. Non sono anto in grado di spiegarlo, ma ci dovrei provare: fino ora è stato quasi un gioco. Prepara progetti, scrivi soggetti pensa storie, fantastica su chi te le prenderà e fai esagerati conti immaginari su soldi che potresti guadagnare. Ma in fondo non c'era assolutamente nulla di concreto se non le rate della scuola e qualche mail sparuta nello spam.

Adesso ci sono i mezzi per fare sul serio, o almeno provarci. Un po' mi sto cagando sotto.


Sta risalendo la birra dando ai miei pensieri quella voce da “finto duro che se ne batte al cazzo dei problemi”. Chi se ne frega che ci si è imbarcati in questa storia consumando i risparmi di due anni di merda, buttando alle ortiche una rara possibilità di un posto fisso. Per quanto schifoso.

Chi se ne frega se dietro a molti sguardi entusiasti continuo a vedere perplessità e migliaia di versioni della stessa domanda:

“ma perchè invece non cresci?”

francamente sto perdendo il punto della situazione. Dovrei prendere la situazione con oggettività ma i miei occhiali hanno due lenti: una fin troppo ottimista e l'altra disperata. Non sono abituato, non da solo e quelli che possono spingermi stanno infognati nei loro casini.

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Quattro mesi. Dopo sono finiti i soldi. O la svolta o la resa.

Sarebbe un crimine non continuare. No, sarebbe un crimine non provarci

Ma, onestamente, mi sto cagando sotto.

Ed alla fine della fiera non ci può far niente nessuno.

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