E' la vita che aiuta a sognare o sono i
sogni che aiutano a vivere? Chiederebbe qualcuno pagato molto al di
sopra della sua intelligenza. Io resterei impantanato dal fascino
della domanda priva di ogni senso. Resterei lì immobile nella
bonaccia delle infinite possibilità di risposta.
I sogni aiutano a vivere? Si, credo di
si a meno che non lo fai ad occhi aperti mentre sei sulle strisce. In
quel caso tendono a dare dell complicazioni. A volte la gente insegue
un sogno ma, stranamente, più ci corre dietro più ingrassa. Mi
viene in mente il parco di fronte casa su cui si sovrappone lo
schermo del mio portatile.
C'è un fascino tutto speciele: il
mondo fuori e tu perso nel tentativo di dar forma ai mondi nel tuo
cervello. Ma la realtà a volte li batte sempre. Certe volte,
nell'irrequietezza del sonno, quasi ci precipiti dentro mentre il tuo
subconscio cerca di risolvere i dilemmi che non hai sbrigliato da
sveglio: come pensano? Come parlano? Cosa fanno?
Quando l'ennesimo sonno delirante
inizia sei come Alice nella tana del bianconiglio. Ma tu, persona
pratica e disillusa, rimpiangi l'assenza di un M16. Hai sempre avuto
paura del tuo subconscio e quando il teatrino notturno ricomincia
rimpiangi di non aver continuato a fissare qualla riga del libro dove
il tuo sguardo assonnato si incastra ogni volta.
Sogni demoni intenti in un rave party
in casa tua, hai paura, sei schifato. Non perchè sono tra le mura
della tua casa ancestrale intenti a bere, vomitare e sparare
oscenità. Hai paura perchè nessuno di loro ti ha avvertito della
festa.
Ti svegli sudato. Sono le due e mezza
di notte. Scuoti un po' la testa come rappresaglia ll'inconscio e
torni a dormire.
Questa volta stai picchiando a mani
nude un orda di ninja in perizoma con le facce uguali a quelle del
teatro giapponese. Il sangue schizza da tutte le parti, a litri, a
fiumi. Scie di sangue lunghe come la Salerno-Reggio Calabria. Gli
avversari non finiscono mai. Ne afferri uno per le caviglie ed inizi
ad usarlo come un bastone per sfracellare crani e ossa.
Sei un altra volta sveglio. In una
posizione che sfida la gravità a tirarti per terra. In quei primi
secondi di totale rincoglionimento quasi ti senti in colpa. Ti giri e
ti rigiri come la punta di un trapano mentre il tuo subconscio si
accende come una radio su una playlist di vecchie canzoni. Sarebbe
anche piacevole se non si bloccasse ogni tanto per chiederti come
continua la canzone. Sono le quattro e pochi minuti. Pochi come il
resto della spesa che hai fatto.
Quasi bestemmi ad alta voce. Domani
devi svegliarti presto, è una mattinanata importante.
Queste cose non succedono mai quando
puoi dormire fino alle sette di sera. Un angelo grato per non avergli
fatto esplodere le orecchie ti suggerisce la posizione giusta.
Funziona, senti la coscienza che lentamente cola via come nebbia
umida. Umide gocce di rugiada iniziano a condensarsi sul tuo
cervello. Lentamente cadono tra i neuroni come sudore dalla fronte di
uno sportivo. In pochi attimi è pioggia e tu sai che devi alzarti a
far pipì.
Sono le cinque e un quarto, la sveglia
è alle otto. Hai quasi tre ore davanti. Forse ce la fai.
Per la terza volta precipiti ma
stavolta non hai davvero idea di cosa succede immaggini sparse, non
sempre piacevoli, che si accalcano sicure di essere dimenticate al
risveglio.
Quando suona la sveglia capisci cosa
provò Lazzaro quando Gesù decise di usarlo come testimonial del
regno dei cieli. La tua ansia e il tuo senso della puntualità armati
di manganelli si adoperano per scacciare strati e strati di paranoia
lasciati dal sonno. Non capisci niente per dieci minuti buoni mentre
valuti se sia il caso di rimettersi a dormire e chi se è visto se è
visto.
L'intestino ti viene in soccorso
pretendendo attenzioni e risoluzioni riguardo al sovraffollamento.
Scatti in piedi, barcolli, ma a costo
di addormentarsi in metropolitana andrai dove devi andare. Anche se
poi non capirai nulla per tutta la mattina, anche le cose che suonano
positive.
No, questi sogni non aiutano a vivere.
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