lunedì 5 marzo 2012

Dannato turismo

la verità è che se mi mettete in una stanza vuota sono in grado di perdermi. L'ho confermato una decina di volte e questa è solo l'ennesima riprova. Visto è considerato che passo ore davanti al portatile a scrivere, o a tentare di farlo, ogni tanto decido di scendere a fare due passi nella vana speranza che così sorgano idee o magari scendano chili. La pima funziona più o meno bene.

La seconda non è verificabile.



Di solito la strada è sempre la stessa: scendo da casa e mi avvio verso San Giovanni. Contemplo un po' il paesaggio e poi ritorno indietro contento soddisfatto e con i piedi doloranti verso casa. Ovviamente a fare questo tragitto ogni santo giorno ci si annoia e così ho iniziato con piccole varianti: prima una timida esplorazione delle traverse di Re di Roma ma presto non è bastato più.



Forte di un abbonamento ho deciso di addentrarmi nell'esplorazione di quella parte di città che mi permetteva di raggiungere la metro. Sono sempre stato affascinato da alcuni edifici particolari di Roma: piazza san Pietro e castel Sant'angelo. E così mentre viaggiavo in metropolitana la scritta “ottaviano” con il sottotitolo “musei vaticani” mi ha fatto decidere. La sera prima avevo controllato il percorso su google maps. La mattina dopo ero per strada deciso a raggiungere il castello e poi la piazza.



Peccato che come dicevo il mio senso dell'orientamento sia pietoso. Solo la fiumara di gente che si dirigeva verso il centro della cristianità, e i copiosi cartelli, mi ha permesso di raggiungere l'obiettivo. La piazza ha i suo fascino e mi ha anche facilitato alcune considerazioni di ordine squisitamente matafisico e pippaioleggiante. Ma adesso basta. Il vero obiettivo è il castello.



Sicuramente ricorderete come avevo cercato bene informazioni su goolge maps la sera prima ma chiaramente non mi ricordavo un cazzo. Torno indietro e decido di prendere la metro per scendere a “lepanto” la fermata successiva, che a memoria era ad un tiro di schioppo dal castello.



Vi consiglio vivamente di usare maps anche vuoi in questo momento per capire che cazzo di giro mi sono fatto.



Esco dalla metro tutto baldanzoso e già il primo dubbio: andare lungo Via Giulio Cesare verso il Tevere o tagliare per via Marcantonio Colonna. Decido di seguire alcuni turisti con la cartina in mano che procedono sicuri e spediti in via Colonna. Ma all'altezza dell'incrocio con via Cola di Rienzo decido che loro non capiscono un cazzo e svolto verso il Tevere. Ricordi ancestrali di una serata sotto Castel Sant'angelo con Aurora ed Alessandro (quest'ultimo romano de Roma) mi suggeriscono che il castello dovrebbe essere visibile dal Tevere.



Se il fiume fosse dritto. Forse. Come certamente immaginerete non ho trovato il castello. Ho attraversato il primo ponte che che mi capitava a tiro e poi ho deciso: sicuramente il castello è qui da qualche parte, o più su o più giù. Per cui ho incassato le spalle contro il vento che iniziava a salire e mi sono avviato seguendo il corso del fiume determinato ad arrivare a freggene pur di trovare il castello.



All'altezza di ponte Cavur sono sorti altri dubbio: erano le 4 di pomeriggio, iniziava a fare freddo e non si vedeva il castello. Le priorià cambiano: devo tornare a casa prima che mi scoppino le cosce. Mi avvio diritto per diritto in via Tommacelli e solo quando arrivo a via Condotti (dal nome conosciuto ma non chiaramente localizzata) e lì ammetto a me stesso di non avere davvero idea di dove cazzo sono. Le fermate del bus (“segui le fermate” era uno dei preziosi consigli di Manuele) non sono d'aiuto portando tutte in posti sconosciuti. Capisco che da qualche parte più avanti c'è piazza di Spagna ma ci potrebbero volere altre ore e già una volta ho scoperto che quella piazza si sposta per sfuggirmi.



Decido di fare l'unica cosa saggia da fare: tornare indietro e pregare di ribeccare la metro di Lepanto. Riattraverso il ponte di Cavour e tiro diritto cercando un punto di riferimento. Ma sono stanco. Sto camminado dall'una, ho sete, ho fame ed ho la panza di una donna in cinta al settimo mese. Resto affascinato da un edificio, credo il tribiunale, e dalle panchine della piazza antistante (piazza Cavour). Mi arrendo all'inevitabile. Mi siedo e contemplo l'architettura del tribunale mentre valuto se i miei 6 euro bastino a riportarmi a casa in taxi. Poi lo vedo.



In uno spaccato tra gli edifici intravedo la familiare forma bombata del castello. Magari mi sto impressionado ma decido di tentare. Affanculo almeno ci sono arrivato! Arrivo lì festante e gioioso conteplano la struttura e borbottando motti del tipo “chi l'ha dura la vince”. Poi un altra rivelazione:

dal cortile del castello vedo in lontanaza Piazza San Pietro, forse un chilometro scarso.

I turisti sentono distintamente il suono delle mie palle che cadono sul selciato sbigottite.



Bestemmio, una, due, tre volte e mi incammino vero la piazza. Arrivato lì non dedico nemmeno uno sguardo all'architettura. Punto dritto alla metro di Ottaviano da cui sono uscito ormai quattro ore fa. Per fortuna trovo subito il posto in metropolitana. Mi siedo, chiudo gli occhi e attendo la mia fermata.



Neanche una vecchia invalida di guerra e incinta mi faranno alzare.

Mai più mi ripeto.

Ma già penso ad andare a villa borghese.

Nessun commento:

Posta un commento