Alcuni ragazzi uscirono fuori al
fresco. L'aria notturna era carica di pollini primaverili. Poggiato
vicino ad un auto il festeggiato cercava di riprendere il controllo
di se dopo troppo vino e troppe canne. Dire che non capiva nulla era
riduttivo e fondamentalmente inesatto: il suo cervello era regredito
alle funzioni elementari, mangiare, bere e riprodursi. Di cibo e
bevande ne aveva avute più che abbastanza.
Qualche passo più in la una delle
invitate riprendeva fiato nella stessa maniera. Stanca, euforica e
rintronata nel suo abito sucinto che addosso a qualunque altra
ragazza l'avrebbe marchiata come la più impudica delle zoccole. Col
mondo che le ondeggiva riprese lentamente il controllo di se mentre
cercava di capire dove fossero finiti gli altri e soprattutto il
festeggiato.
Non c'è bisogno che vi descriva i
processi mentali dei due. Anni, se non secoli, di letteratura cinema
e detti popolari hanno cercato senza successo di comprendere i
processi mentali degli ubriachi senza riuscir a far altro che
scalfirne la superficie. Basti dire che i due si ritrovaro una nelle
braccia nell'altro mentr un SUV parcheggiato prestava il suo aiuto
tenendo in piedi entrambi.
Le parole che vennero dette sono
sconosciute al più onnisciente dei narratori perchè incomprensibili
ed estranee ad ogni linguaggio. Basti sapere che uno voleva qualcosa
che l'atra non aveva intenzione di cedere. Non parlarono davvero,
parlare richiede processi complessi e finezze di linguaggio che il
vino aveva spazzato via. Ma le parole sbiascicate ed incoerenti si
susseguirono per un eternità come una contrattazione sul prezzo tra
un ebreo e un genovese.
Lui non lavrebbe mai fatto. La sua
natura mite e schiava glie lo avrebbe impedito con ogni fibra del suo
essere. Fu Bacco a spingere in avanti la testa di lei e lo stesso
Bacco lo fece scattare in avanti stampando le sue labbra su quelle
morbide di lei. Entrambi spalancarono gli occhi chi di gioia chi di
sorpresa. Si staccarono quasi subito fissandosi negli occhi sorpresi,
indecisi sul da farsi.
Poi un altro ubriaco arrivò e poi un
altro ancora e all'improvviso le vie del centro storico riuonarono di
canti sguaiati prodotti da tredici, o diciotto, gole. Come se non
fosse successo nulla.
Nel ristorante due camerieri si
guardarono dubbiosi. I rumorosi avventori erano andati via e il
silenzo che avevano lasciato era assordante come il casino che
avevano fatto fino a qel momento. Uno dei due si interrogò su dove
fossero finiti i soldi dle conto. Un altro, dopo un rapido sguardo,
si domandò dove fosse finito il piattino su cui aveva portato il
conto.
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