Sei teste
l'idra è una bestia mitologica che mi
ha sempre affascinato. Una di quelle cose veramente epiche: più
teste tagli più ne escono e tu, povero fesso eroico, non puoi fa
altro che continuare a tagliare e morire o farti venire un idea
geniale per meritarti il posto che ti spetta nei poemi epici.
Le teste dell'idra sono come le idee:
per quelle che partorisci diventano solo spunti per altre idee e ti
ritrovi ad avere più spunti che trama. È un momento avvilente ma
esaltante allo stesso tempo. Alcune idee vanno tagliate via, altre
limate altre ancora sono perfette se solo riuscissi a focalizzarle in
due righe. No problem i pezzi andranno a posto al momento giusto.
Col cazzo. A volte mi viene voglia di
prendere a testate il pc finché tutto non va al posto suo. Ma non è
che ho i soldi per sostituire questa preziosa macchina da scrivere
quindi lascio lì. Leggo, vedo un film o faccio qualunque altra cosa
il mio cervello ossessivo compulsivo richieda per far quadrare il
tutto. È commovente come nella tua testa abbia perfettamente senso e
appena provi a metter giù due righe... pufff!
Ok, senza che scendo nel dettagli,
credo di aver reso l'idea. Ora pensate il panico che si può
scatenare se metti sei aspiranti sceneggiatori in una cucina, gli
dici di pensare ad un progetto e poi li lasci lì per un po'.
Di sicuro uno di loro, il più stupido
e sprovveduto, quello arrivato per ultimo, darà fiato alla bocca con
la sua geniale idea: perché non colleghiamo tutte le storie.
Il lontananza tuona. Le campane suonano
a morto, stormi di uccelli volano via terrorizzati. I sei volti si
fissano attraverso le bottiglie di birra. Ci vogliono pochi secondi,
in tutte le teste frulla lo stesso indecifrabile pensiero: l'idra.
È il panico. Lo sapevamo tutti. Ma
saperlo non basta, anche i soldati in Normandia lo sapevano ma non si
sono fermati. Non abbiamo ancora azzeccato una scopa col primo
progetto e già è il panico per il secondo. L'idra ci divorerà
tutti. Sei teste un solo corpo.
E pensare che il mio numero fortunato è
il sette.
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