Paranoic Eddy
per buoni trenta secondi farfugliò
parole incoerenti incomprensibili ad orecchio umano ed alla maggior
parte del regno animale. Restò a fissare per qualche altro istante
il corridoio vuoto affascinato da qualcosa che il suo supervisore
evidentemente non aveva colto.
Poi fu un attimo: il suo sguardo opaco
riprese vitalità e la ramazza riprese a flaggellare il pavimento
della corsia ospedaliera al ritmo di smells like teen spirit. Era
l'ultimo corridoio del turno poi finalmente a casa. Il supervisore
dal canto suo alzò le spalle, in un gesto ormai abitudinario in
quelle occasioni, decidendo di non rovinarsi la giornata.
Il viaggio verso casa fu breve ma
intenso. Qualunque cosa avesse visto in quel corridoio era ritornata
ai limiti del suo campo visivo almeno un paio di volte, in
corrispondenza delle due sbandate della sua moto. La voce, spesso
muta del suo buonsenso gli ricordò che non era sempre una buona idea
prendere “quella roba” durante il turno. Ovviamente come tutte le
altre volte un gesto della mano, e la conseguente sbandata,
ricacciarono indietro la voce come un grosso moscone fastidioso.
Apena aperta la porta le familiari e
rassucuranti fragranze della sua tana lo tranquillizzarono: chiuso,
erba e bucati mai completati. Non apriva le finestre da quando era
arrivata la Lettera, quella subdola dichiarazione di guerra. Dominò
la rabbia che gi saliva imponedosi la solita routine.
Furono tre minuti lunghi e meticolosi:
tutto era in ordine i foglietti sotto le serrande erano al loro
posto, nessuna traccia di aria fresca. Nessuno era entrato in sua
assenza.
Spostata la montagnella di “vestiti”
che ostruiva l'accesso alla tazza e sbrigate i suoi doveri verso la
biologia si andò ad abbandonare sul divano mentre le grosse dita da
contadino cercavano di rollare la prima canna del pomeriggio.
Il cervello registrò la presenza di
mutandine da donna. Claudia? Maria? Angela? Non ne aveva davvero
idea, non era mai stato bravo coi nomi e alla veneranda età di 38
anni faceva fatica ad associare un nome alle tette della
proprietaria. Non aveva queste distrazioni al momento, l'ultima in
ordine di tempo, miss nutella, era sparita proprio quando stava
iniziando ad aprirle il suo cuore.
Le donne di oggi amano essere stupide,
pensò con amarezza, basta iniziare a parlare del capitale e portarle
a qualche riunione che subito scappano.
Accese il bengala mentre recitava il
suo peronale mantra del fumatore. Mentre la familiare stonatezza
dell'erba gli avolgeva il cervello una voce da molto in basso diede
voce ad un dbbio sopito: e se le avessero madate Loro, quelli della
Lettera. Spie adoranti pronte a spifferare i segreti dell'ultimo uomo
puro rimasto in città.
Un rumore fuori la porta. Scattò in
piedi e rifece il giro di controllo in cerca di qualcosa di
compromettente. La sua tessera del partito ad esempio.
Sul tavolo in cucina, sommersa da
bollette non pagate c'era la Lettera. Iniziava così: primo avviso,
ammoniamo il ricevente dal contestare ulteriormente le politiche
sulle turnazioni... il resto era un mistero per tutti tranne per chi
aveva scritto quel modello standard.
La guerra era iniziata ad “ammoniamo”
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