martedì 14 febbraio 2012

Occupazione coatta


premessa: questo post contiene linguaggio scurrile, situazioni a luci rosse e saggezza di strada non filtrata dal borghesismo radical chic.

Un mio amico, in preda alla saggezza, che solo copiose quantità d'alcol può dare, una sera se ne uscì con una frase fantastica, riassumeva il pensiero proletario moderno e non solo:

a pecora siamo tutti uguali”

mai frase è risultata più calzante.

Solo stamane in treno ho realizzato il tremendo errore di valutazione che ho fatto tornado a Roma proprio nel giorno di San Valentino. Infatti dopo pochi minuti che avevo messo piede in casa noto che la popolazione del nostro appartamento multidimensionale è aumentata quasi esponenzialmente: ragazze fuori sede. Fidanzati in sede.
Il primo incontro l'ho avuto con Giuseppe, il fidanzato della francese: un grosso, siculo omone che si è materializzato quasi dal nulla mentre parlavo con la suddetta francese.
Nulla da segnalare. Una cordiale stretta di mano e le dovute presentazioni e addio. Ovviamente non si sopravvive senza saper leggere i sottotesti delle cose. Ci sono strette di mano e Strette di mano ed ognuna comunica qualcosa. Nello specifico la sua comunicava più o meno “stai molto attento” a cosa risulta chiarissimo ad ogni maschio adulto presente in sala, ed anche a parecchie ragazze.

Fortuna vuole che ho passato il resto della giornata fuori casa tra un frizzo e un lazzo ma ora al rientro altri figuri sono apparsi. Non chiedetemi chi sta con chi altro perché davvero non ne ho idea. So solo che Pigiama si è dileguata ed oggi sembra aver perso la voglia di aggredire i fornelli. Fuori dalla mia porta va avanti da ore una cena a sei da svariate portate con tema della serata, apparentemente, ogni possibile luogo comune mai pensato da essere umano.

Grande è stata la mia saggezza di mangiare nel Ludo-pub potendo così dileguarmi presto in stanza senza dove partecipare a questa avvilente conversazione. Ovviamente anche voi sarete partecipi del mio dolore:

abbiamo iniziato con un antipasto a base di Sanremo per poi passare ad un argomento inevitabile ad un tavolo che coinvolge un palermitano e una napoletana:

un convegno sulle mafie comparate. Analisi delle strutture, pareri personali, esperienze di vita vissuta a così via.
Mi chiedo come mai ogni cazzo di volta che si parla di casa mia bisogna rispolverare i soliti tormentoni del cazzo: se guidi col casco ti sparano, alla posta fanno passare prima i camorristi e il “pacco” alla stazione. Oltre a varie ed eventuali storie di sopravvivenza negli inospitali Quartieri Brutti.

Ma... ma... Ma sangue di chi vè stramuort sono quasi vent'anni che giro per Napoli e non ho mai visto nessuna di queste cose. Che miseria ho cambiato una ruota alla mia auto nel mezzo del rione terzo mondo (quello che descrive Saviano) e nessuno mi ha rotto il cazzo. Mai.

Ma vabbè deve essere uno di quegli argomenti che aizzano il testosterone.

Siamo poi passati ad una dissertazione sulla monnezza. E qui sono riuscito a piazzare una scopa mentre passavo per andare in bagno. Lasciandogli intendere che è buona creanza non parlare di cose che non si sanno.
Non accennano a sparecchiare e a togliersi dal cazzo. Non che voglia andare a dormire ma sarebbe piacevole non sentire più queste secchiate di puttanate che sbattono sulla porta.

Proprio in questo istante qualcuno ha sparato la Perla. Avete presente quelle foto di guerriglia in Grecia? Bene. Secondo un alta cima qui quella è Parigi, perché lui ne sa.

Sembra che sia finita.

Ma non c'è nulla di cui stare tranquilli. Prego che nelle stanze adiacenti non si stia onorando il santo alla vecchia maniera.

Alcuni di voi dovrebbero saperlo. Il silenzio è più pericoloso di mille rave. Nel silenzio tra le mie quattro mura di cartone posso sentire cose che non è dato udire. Non si sfugge.

Mi dirigo verso il bagno. Pigiama è ai fornelli, si gira come un gatto scoperto a frugare tra i biscotti, mi riconosce. Sorride. Sorrido anche io. Ci salutiamo come due reduci sopravvissuti ad un duro assalto. Le trincee delle nostre stanze hanno tenuto ma entrambi sappiamo che ci sarà un altro assalto prima dell'alba.

Siamo tutti uguali a pecora. Snob, meno snob, burini e fighetti. Si addirittura i punkabbestia. Da qualche parte un letto cigola. Una voce femminile, solitamente impostata ed artefatta dice con foga qualcosa in un incomprensibile dialetto. Poi il silenzio, finalmente.


Nessun commento:

Posta un commento