lunedì 6 febbraio 2012

l'Ultima Rivolta


Sembrava un campo di battaglia: auto rovesciate e vetrine infrante su tutta la dorsale principale. Una folla di studenti ed operai scendeva inferocita lungo la strada. Decisi a sfondare il cordone intorno al Palazzo del Triarcato.

Armati di mazze bastoni e qualche sparuta pistola. Nulla di preoccupante, le truppe di contenimento erano schierate nelle loro divise nere.
Avanzavano a passo lento. I manganelli elettrificati che battevano regolari sugli scudi. Avanzavano come se stessero fronteggiando merda di cane e non persone. Avanzavano sapendo di aver già vinto.

Gli occhi della folla fissavano i vetri a specchio dei loro elmi. Parole come “fiducia”, “Rispetto”, Legge” e “pace” brillavano sugli schermi dei loro elmi.
I Rieducatori si fermano in mezzo alla strada preparandosi alla carica.

Più di un corteo si è disperso sotto lo sguardo vuoto dei loro elmi, non stavolta. Nessuno nel corteo ha più nulla da perdere se non la vita: il Triarcato e i direttivi mondiali gli hanno preso tutto. Anni ed anni di riforme ed oppressione per rendere il popolo una massa di pecore, senza più il tempo di pensare.

Nasci, produci, consuma, muori.

Questo è l'unico stile di vita tollerato. Molto manifestanti sanno che ormai è troppo tardi. Il Direttivo, Il Triarcato, i Rieducatori. Agenzie di controllo, selezione dei feti, impianti neurali. “Vi renderemo liberi, creeremo il mondo perfetto”. Avevano solo creato degli schiavi.

La folla si preparò a resistere alla carica, nella rete centinaia di messaggi si susseguivano informazioni da altre zone della piazza. Il panico viaggiava sulla rete. Hacker principianti vedevano i loro neuroni friggersi nel tentativo di penetrare nei sistemi di controllo dei Rieducatori.

I Rieducatori caricarono, senza un grido, senza un suono se non i loro passi pesanti.

E fu la fine.

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