sabato 25 agosto 2012

Un MInuto per Camilla


prima che a qualcuno vengano dei dubbi non è morto nessuno. Manco la conosco una persona di nome Camilla. La storia che vi voglio raccontare è più nobile e purtroppo piena di sfighe.



Nel 2011 Aurora ed Alessandro avevano finalmente abbandonato il loro appartamento, definizione fin troppo generosa, a San Lorenzo e avevano trovato quella che speravano fossa La casa. Un piccolo appartamento con giardino dalle parti di Conca d'Oro (o almeno credo). Nel generale entusiasmo per un quartiere indubbiamente più tranquillo i nostri eroi si convincono dell'utilità di una bicicletta. Soprattutto Aurora, che come tutti i non romani crede erroneamente che la città sia pianeggiante e favorevole ai ciclisti.



Tutto ciò non è veramente importante. Ad Aurora piace l'idea di pedalare, andare a fare la spesa come da noi si usa solo in villeggiatura, e non disdegna anche le implicazioni ginniche della cosa. Alessandro, anche lui contagiato dall'entusiasmo, decide di optare per un acquisto intelligente da Decathlon.



Da anni Aurora ama dare nomi alle cose (non chiedetemi perchè) e come la mia auto, il suo mini cactus e la sua auto e svariati altri oggetti (tra cui sono sicuro un frigorifero) prima di lei anche quella bici bianca con delle finiture viola (credo) fu battezzata (vai a sapè perchè) “Camilla”.



Cause contingenti hanno fatto si che Camilla fosse usata poco e niente, se non in alcune escursioni preparatorie. Aurora è un universitaria e come tutti sanno gli universitari sono sempre sotto esame e se non lo sono stanno seguendo i corsi. E se anche questo non fosse il caso sono occupati a esaurirsi e domandarsi perchè non sono andati a raccogliere pomodori come tutti gli altri. Ma sto divagando.



Sfiga disse che a Ottobre arrivò l'alluvione a Roma, mostrando un grosso problema della nuova casa: si allagava. Ad ogni pioggia leggermente più forte il giardino e poi la casa si riempivano di 50 cm d'acqua. Da questo evento sono partite la maggior parte delle sfighe di Aurora e Alessandro dell'ultimo anno ma questa non è la loro storia. È la storia della povera Camilla che dopo la prima alluvione rimase abbandonata nel giardino di casa a subire le varie ondate di pioggia e fanghiglia insieme ad altri elettrodomestici più nobili.



Ma Camilla tenne duro e quando i suoi sfortunati proprietari si spostarono al Pigneto grazie a generosità inattese Camilla andò con loro e lì al Pigneto riprese nuova vita. Usata su e giù per ogni spostamento. Anche se su Camilla Aurora non riesce a stendere bene le gambe ad ogni pedalata non fa nulla viene usata spesso sia come antistress che come mezzo di locomozione. Facendo bella mostra di se agganciata con una “catena” da cinque euro all'inferriata della casa al piano terra.



Tutto andava bene. Poi una sera, dopo che ero rimasto a cena dai nostri eroi, visto che stavo a piedi come tutte le altre sere Aurora mi offre di prendere Camilla per tornare a casa per poi riportarla il giorno dopo. Casa mia è a dieci minuti di pedalata e non mi faccio ripetere la proposta. Torno a casa e attacco la nobile bici ad un paletto davanti al portone di casa.



La mattina dopo mi sveglio col pensiero: “vuoi vedere che se la sono fregata nella notte?”. Sono napoletano, sono paranoico su certe cose. Verso mezzogiorno mi trovo a scendere e controllo. Camilla, contro tutte le aspettative, è ancora lì. Anche tutti i pezzi mobili sono ancora lì. Mi tranquillizzo “questi non sono i Quartieri Spagnoli fesso” mi dico “siamo nella capitale, sulla Appia, siamo in una terra se non illuminata almeno non nera pece” torno a casa tranquillo e soddisfatto. Nel pomeriggio riporterò Camilla verso la legittima proprietaria.



Quando si fanno le sei e il caldo sembra leggerissimamente sciamare mi attrezzo e scendo, fischietterei se non lo sapessi fare, arrivo giù al palazzo dopo 7 piani di scale. Apro il portone e il palo del parcheggio per disabili dove ho legato la bici ha qualcosa che non va: manca una bici. All'inizio il cervello non collega. Sono un distratto con trent'anni di esperienza magari sto guardando un altro palo ma di solito un palo con e uno senza bici attaccata tende ad avere molte differenze.

La bestemmia è una brutta cosa ma è spesso liberatoria: la violenza dell'imprecazione viaggia nell'etere fino a far imbarazzare piccioni e altri volatili spingendoli ad allontanarsi (nel caso da là su decidessero di rispondere a tono).

Non mi resta che chiamare Aurora con il mio miglior tono da “è morto il gatto”. E poi guardare. Se ti becco dannato stronzo...



se avete una bici bianca tipo mountain bike di Decathlon con le rifiniture viola (o rosa) non vi fate vedere.



Ed ora un minuto di silenzio per una vittima innocente.

Addio Camilla ti abbiamo voluto bene.

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