domenica 19 agosto 2012

la fine di una (non)vacanza


Essere disoccupato è bello solo il giorno dopo il licenziamento, quando ti godi il relax che ti è mancato per quasi un mese. Poi subentrano altre problematiche: non hai soldi, quelli che dovresti avere non sono arrivati e quindi si riassume tutto con: “ok hai un sacco di tempo libero ma nemmeno un euro per impegnarlo”.

La soluzione al dilemma è stata semplice: torna a casa, perchè a casa non si pagano i pasti, perchè a casa ci sono gli amici. Le ferrovie dello stato per un qualche motivo mi odiano: 5 ore da Orvieto a Roma ed altre 2 fino a Napoli.

A Napoli tutto fila liscio. Vedo gli amici, i parenti e tutti gli altri in rapida successione. E tutti, nella stessa rapida successione, si congedano e salutano mentre si apprestano ad andare in vacanza da qualche altra parte proprio in questa settimana.

Ferragosto, i soldi non sono ancora arrivati, resisto con la venti euro che mi separa dal baratro. La sera sono ricordi confusi: casa di un amico, in terrazzo che non ricordavo di fosse. Troppi alcolici e troppo poco cibo. Nuovi fertilizzanti bio per i vasi del palazzo. Poi un ritorno a casa.

Mi manca il mio ventilatore. Qui massimo alle 9 il caldo si fa troppo insopportabile per restare a dormire. E la notte è l'unico momento in cui è possibile vivere senza sciogliere.

Ogni pomeriggio monto in macchina e vado verso la posta centrale. Ogni pomeriggio il sole batte sul bancomat rendendo tasti e schermo incandescenti. Inserisco il Banco Posta e poi chiedo il saldo pregando che abbiano caricato i soldi. Tutto è vuoto. Qualche decina di metri più in là c'è una libreria, di quelle illuminate che i lasciano leggere dentro senza dirti nulla. Sono tre giorni che leggo indisturbato un libro che non posso permettermi.

Sono quasi dieci giorni che non scrivo nulla. Niente nada zero. Sarà il caldo ma il succo della storia è lo sconforto. Agosto è un nulla temporale che ti mette in una condizione non molto diversa dalle anime del purgatorio. Nulla, niente, in attesa.

E pensare che fino all'anno scorso dicevo ad Aurora che era esagerata a lamentarsi che non andava in vacanza. il problema vero è che senza una vacanza non c'è nemmeno la fine della vacanza. e se la vacanza non finisce come fai a sapere quando è il momento di rimettersi all'opera?

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