venerdì 26 ottobre 2012

Facciamo le aree pedonali che è meglio


ci ho messo un po' per metabolizzare la la cosa. Una settimana fa più o meno:



Sera. Un ragazzo come tanti si è preparato la borsa: calzoncini, maglietta parastinchi e scarpette e tutto quello che serve per il calcetto. Uno direbbe che è normale fare una partita di calcetto alla sera ma in realtà è una faccenda complicata. Mettere d'accordo una decina di teste, ognuna con il proprio lavoro e i propri cazzi per la testa. Trovare il campo, fittarlo, convincere le rispettive fidanzate ad allungare il guinzaglio e via dicendo.

È una brutta zona per vivere. Perché le case sono blocchi di cemento, le persone sono solari e attive come chi sa che la mattina dopo potrebbe svegliarsi con un problema senza soluzione. Uno di quei problemi che mette a rischio anche la sacra dieci euro dedicata al calcetto il venerdì. Gira droga, brutta gente ma non fa nulla. Si è vivi e va bene così. Nascosta da qualche parte c'è la speranza e con un po' d'impegno e lavoro di bracia la si può tirare fuori dal suo buco.

È sera. Le cose vanno bene. Stai lavorando, hai una fidanzata, hai un futuro da qualche parte la speranza ha sollevato la testa. Un bacio un abbraccio e un rapido giro di controllo per assicurarsi che tutto sia in regola. Lei resta a casa a guardare al TV. È una sera come tante. Una rampa di scale, poi l'altra e via così fino al portone. Nella penombra della lampada condominiale la ,mano va al bottone del portoncino. La luce dei lampioni, l'aria fresca di un estate che non sembra intenzionata a finire.

BANG!

BANG!

BANG!

BANG!

BANG!
BANG!
BANG!

BANG!

BANG!

BANG!

BANG!

BANG!
BANG!
BANG!

Fine. Steso a terra in una pozza di sangue.



Lungomare di Mergellina. La gente passeggia, ragazzini e ragazzine si fronteggiano nella vecchia danza dei rituali di accoppiamento adolescenziali, da qualche parte gli automobilisti bestemmiano in cerca della strada alternativa. Bar pieni di allegria, coppie che passeggiano. Gente che ride. Qualcuno sperimenta una la Pista Ciclabile, una striscia d'asfalto pittata di rosso scuro. Da qualche parte a Marianella un grido. Quello di chi si è accorto che la speranza è morta.



In questi casi mi sento di dare ragione agli Juventini: scoppiasse il Vesuvio. Smettiamola e ricominciamo da capo. Perché certe cose o le prendi così o, se sei umano, imbracci un fucile e spari finché non resta nessuno vivo.

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