venerdì 26 ottobre 2012

il risveglio del dio (1)

anni fa avevo (ho ancoroa) una passione smodata per un wargame: Warhammer 40000. il gioco consisteva in due eserciti fantascintifici di miniature che se le davano di santa ragione. la cosa che però mi faceva impazzire era l'ambientazione di tutto questo: è una specie di fantascienza gotica in cui l'umanità è caduta in un medio evo futuro pieno di superstizioni e magia minacciata da razze aliene e creature demoniache di altre dimensioni. un universo in cui l'Imperium (ovvero gli umani e quindi i buoni) sono un'impero galattico dispotico e fanatico oltre ogni tipo di fascismo. n piccolo gioello che ho sempre considerato un po' sprecato per un semplice gioco (e infatti ci stanno facendo dei romanzi di discreta qualità). comunque per farla breve all'epoca mi ero fissato parecchio e stavo scrivendo una storia a puntate ambientata in quell'universo. ora l'ho ripescata dai meandri oscuri di uno dei forum dell'epoca e lo ripropongo qui pari pari. forse alcuni passaggi risulteranno oscuri ma se riscuote interesse potrei anche prendere in considerazione l'idea di aggiungere un "prontuario" che riassume questo fantastico universo.

preludio 1: nel buio della TerraDa qualche parte sulla Terra.
Due sagome si aggiravano nel dedalo di cunicoli sotterranei. Gli antichi edifici della Sacra Terra nascondevano molti segreti vecchi di millenni. Ora i due adepti avanzavano nell'oscurità nel più segreto angolo del sacro ventre della Terra. Un passante casuale o un sorvegliante non avrebbe potuto sentire la conversazione tra i due: il servo teschio che li seguiva oltre a registrare vergare dati emetteva un segnale di disturbo capace di annullare le onde sonore oltre tre metri.
-le loro azioni non sono più tollerabili. Prima che sia mandato tutto all'aria dobbiamo intervenire.
-Mio signore per la natura stessa della nostra missione non possiamo procedere seguendo i nomali percorsi- la voce aveva un’inflessione metallica tipica di chi affida le sue parole ai doni del Dio-Macchina.
-Ne sono consapevole, è un’operazione troppo delicata per utilizzare gli Space Marine o la Guardia. Le situazioni precipiterebbe troppo in fretta.
-Di contro ci è impossibile utilizzare un agente dell'Assassinorum. Il loro impiego richiede l'autorizzazione del Senatus Imperialis e dell'Ordo Sicarius. Le probabilità che entrambe approvino la nostra linea d'azione sono dello 0.05%.
-Per questo siamo qui. L’unico modo di risolvere la crisi è utilizzare un assassino fuori dal controllo imperiale.
-Quindi stiamo cercando di reclutare uno xeno?- la voce metallica tradiva una certa agitazione.
-Assolutamente no! Siamo qui per utilizzare un asso nella manica che mi sono tenuto in serbo da tempo.
Il servoteschio smise di scrivere e segnalò con un suono stridulo la fine del documento.
- qui troverai qualche dettaglio in più, disse l’uomo porgendo il documento al suo compagno
Da sotto al cappuccio nero la luce rossastra di uno scanner ottico percorse rapidamente l’intera pergamena permettendo ai circuiti mnemonici dell’adelpto di assimilare il dossier in pochi secondi.
-Avete dimostrato una grande previdenza mio signore.
-esattamente abbiamo sotto il nostro controllo lo strumento perfetto: potente, abile e inconsapevole.
Si fermarono davanti ad una massiccia porta di plastacciaio e adamantium mentre l’adepto digitava una serie numerica necessaria a placare gli spiriti macchina guardiani

* * *
Erano passati sette anni, sette anni di prigionia nell’oscurità in un luogo imprecisato. Sette anni necessari a espiare le proprie colpe. Incatenato al soffitto e collegato al groviglio di tubi che lo nutriva e lo controllava in quella angusta cella.
Era il volere dell’Imperatore. Aveva fallito. A causa del suo fallimento molti dei Suoi divini servi erano morti, molti dei Suoi divini domini erano perduti. Solitamente non è concessa pietà, chi fallisce muore. Non vi è crudeltà in questo: chi viene toccato dall’errore potrebbe esserlo ancora. Ma l’errore di un assassino imperiale non è mai privo di gravi conseguenze. L’ordine occulto l’aveva risparmiato in virtù delle sue spaventose abilità, la punizione era stata esemplare: sette anni rinchiuso nel buio e nel silenzio circondato dai più oscuri segreti dell’Imperium. Sette anni di tormento, flagellato dal proprio errore.
Ora fuori, da qualche parte, sentiva dei lievi rumori. Dopo sette anni di silenzio assoluto quei flebili suoni per lui erano come tuoni di un dio iracondo. Alcuni istanti di silenzio poi con un possente stridio la porta si aprì lentamente.
Le luci del suo piccolo cubicolo brillarono come le fiamme della redenzione. I suoi occhi furono feriti dalla luce accecante, per le sue sensibili orecchie, il suono delle porte, era come una tempesta. Da qualche parte una macchina iniziò a pompare in lui fluidi sconosciuti che lo trascinavano rapidamente nella realtà.
Due sagome ammantate di nero lo fissavano da sotto il buio dei loro cappucci. Unico segno distintivo: l’aquila imperiale che gli chiudeva i mantelli.
Sono angeli dell’imperatore pensò nel caos della sua mente. Poi uno dei due parlò:
-Surek del tempio Vindicare. Il divino Imperatore ha bisogno dei tuoi servigi- disse la figura con voce solenne.
- onorerai i tuoi giuramenti ed i tuoi debiti al Trono D’oro?-
L’uomo allungò una mano verso Surek. Nel bianco abbagliante della cella il giovane assassino riuscì a scorgere il bagliore scarlatto dell’anello Inquisitorio. Una solitaria lacrima gli scese sul viso, era stato perdonato.
- Si, o mio signore, onorerò i miei giuramenti

continua           

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