venerdì 26 luglio 2013

Coinvolgimento emotivo



In tutte le opere di finzione è necessario coinvolgere lo spettatore. Ci sono poche storie, se la persona a cui è diretto il tuo prodotto trova il tempo di andare in bagno prima dello stacco pubblicitario invece di guardare il film vuol dire che la missione è fallita.
Come si crea un coinvolgimento emotivo?
Bella domanda. Io, dall'alto della mia frequentazione al corso di sceneggiatura non so spiegarlo se non tramite un esempio. Le uniche cose che mi vengono in mente al volo sono quelli che considero i capisaldi della questione:
-il piccolo che prova a sconfiggere il grande.
-la situazione disperata.

Come esempio all'inizio pensavo di utilizzare un film ma poi, per puro gusto ho deciso di usare un evento del mondo reale che mi sta particolarmente a cuore: Juventus – Napoli 2-3.


qui un video con i momenti salienti per aiutare a far filare il discorso: http://www.youtube.com/watch?v=3aVMsR14_08

NOTA BENE: tutta la vicenda è raccontata dal punto di vista napoletano. Il punto non sono le vicende sportive quindi è inutile star a discutere di pallone.


Per avere un buon coinvolgimento è importantissimo far delle buone premesse. Nel nostro caso siamo negli anni in cui il Napoli è tornato da poco in serie A dopo una disfatta societaria che l'ha trascinato in serie C. al squadra ha un passato glorioso e ormai mitizzato dei tempi antichi di Maradona e dei due scudetti. Con una nuova gestione è riuscita a risalire fino alla massima serie e sia squadra che tifoseria sono affamati di grandezza.
Siamo all'inizio dell'era Mazzarri con un cambio di allenatore recentissimo dopo i primi mesi di campionato fallimentari. La squadra è composta di giovani e promesse. La città ci crede ma più per fede che per altro.
L'avversaria è la Juventus. Squadra universalmente odiata da chiunque non ci tifi. Blasonata all'eccesso (28-30 scudetti asseconda di chi chiedi) anche loro tornati recentemente in serie A dopo lo scandalo di Calciopoli. Oltre alle indiscutibili doti tecniche della quadra, che fa da scheletro alla nazionale la Juve ha fama di favorita sia per potenza che per il servilismo arbitrale.
La partita in se non ha particolari valenze per la classifica ma le tifoserie si odiano da anni e a Napoli l'entusiasmo ha iniziato a montare settimane prima. Per i tifosi napoletani vincere con la Juve ha sempre sapore di trionfo.
Per fare un paragone cinematografico: il Napoli è Rocky, la Juve Ivan Drako.

La partita inizia. Siamo fuori casa. In terra nemica dove il Napoli perde anche quella forza trascinatrice a cui si è sempre affidata: il sostegno del suo pubblico. È dura, molti pregano in un pareggio che saprebbe come una vittoria.
Le squadre si studiano per un po'. Entrambe quasi segnano nei primi minuti trasmettendo allo spettatore l'idea che sarà una partita da sentirsi male. Ad un certo punto il Napoli si mangia un paio di occasioni, sembra quasi che ce la possa fare.
Ad un certo punto durante un azione della Juve la difesa napoletana si addormenta e Tzegeguet piazza un goal di testa che uccide gli entusiasmi. Da questa scena lo spettatore viene a sapere che la Juve è effettivamente forte e non si scherza. Gli errori si pagano ecc ecc. il Napoli non si da per vinto e prova a ribattere.
Neanche il tempo di riprovare a segnare che Contini, difensore di infimo livello del Napoli non fa una cappella in piena area di rigore consegnando la palla del 2 a 0 sui piedi di Giovinco. A questo punto cade il gelo. Loro sono forti noi siamo un'accozzaglia di gente che avrà tanto fisico ma ci perdiamo nella tecnica.
In questo momento della partita sia a Napoli che nello stadio i tifosi partenopei gettano la spugna e smettono di crederci. È un punto fondamentale. Il momento più basso della storia dove l'eroe (in questo caso gli eroi) deve decidere se piegarsi al destino avverso o provare.
Nell'intervallo tra primo e secondo tempo taralli, birra e frittata di maccheroni sono funestati dal peso schiacciante del risultato sfavorevole.

Siamo nel secondo tempo intorno al quarto d'ora parte un contropiede Datolo-Lavezzi passaggio ad Hamsik. Il portiere Buffon è spiazzato. 2-1. nessuno lo dice ad alta voce ma un po' tutti pregano per il pareggio. Qui si mette in evidenza che anche se il Napoli è composto per lo più da giovani promesse ha anche lui delle qualità tecniche da mettere sul tavolo.
Poco dopo cros dal calcio d'angolo in azione d'attacco del Napoli. Buffon esce e respinge. La palla carambola nell'area dove ci si avventano 2-3 giocatori del Napoli. In un crescendo di calci la palla finalmente entra. È il pareggio. Nello stadio i tifosi napoletani si ricominciano a far sentire. A Napoli volano sedie e bicchieri. Questo secondo goal trasmette la testardaggine del Napoli che vuole farcela a tutti i costi contrapposta a quella che poeticamente si potrebbe vedere superbia della Juve che sbaglia credendo il nemico inferiore e viene punita.
Siamo agli sgoccioli. Il Napoli decide che non glie ne frega niente del pareggio e prova a vincere scoprendosi e rischiando di prenderne un altro. Non succede. In una volata in contropiede viene piazzato un cross in area che viene malamente respinto. Dall'inquadratura sulla destra arriva Hamsik in corsa verso il pallone che rimbalza da solo fuori dall'area. La gente che guarda la partita si immobilizza. Hamsik tira una botta sotto la traversa batte Buffon. È il delirio secondo una leggenda metropolitana i sismografi del Vesuvio registrano la scossa della gente che festeggia il goal.
Nel finale di partita la Juve perde completamente la testa. L'ultima azione degna di nota è una parata di De Santis su una punizione e un calcio in faccia di Amauri. Il cerchio si chiude: il Napoli difende il suo risultato dimostrando di meritarlo. La Juve, i cattivi, danno prova della loro malvagità.

Per quanto la partita in se non avesse significati particolari ancora adesso potete chiedere a qualunque napoletano dove ha visto quella partita. La carica emotiva dell'evento l'ha fatta diventare parte della mitologia della squadra. Per molti è addirittura il punto di svolta che porterà poi il Napoli a lottare per la Champios.

Per la cronaca, io ero al lavoro, affettavo salami e sul secondo goal quasi accoltellavo il mio collega per abbracciarlo.


Ps: mi sovviene adesso un pensiero. Questa partita è narrativamente così perfetta da farti domandare se non fosse progettata a tavolino...

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