Sono tempi illuminati questi. La gente
va a vedere film tratti dai fumetti e li apprezza, tutto quello che
ci ha fatto deridere in gioventù sta entrando nell'immaginario
collettivo. C'è speranza.
Nel giusto ambiente e con una sapiente
dose di mezze verità uno come me può addirittura far credere al
mondo che si, faccio lo sceneggiatore! Creo mondi, invento storie e
tutta quella fuffa che fa da contorno ad un lavoro del genere. Se hai
un po' di fortuna a queste dichiarazioni ci possono essere dei
seguiti. Magari una platea, preferibilmente composta da una sola
persona di sesso femminile non che chiaramente disturbata. Le bugie
funzionano perché l'altra persona vuole crederci. E così, con
qualche aneddoto inventato o rivenduto e qualche cara vecchia
fesseria (tipo “Ma davvero adori Dylan Dog? Pensa te di recente
hanno preso una mia storia ma la pubblicheranno solo tra qualche
anno.”
grazie ai social network puoi vantarti
di conoscere Questo o Quello. Puoi fare tante buone impressioni tra
le studentesse meno furbe delle scuole di fumetto. Finché si rimane
sulla prima impressione basta la forma. La sostanza è secondaria. Il
tuo piccolo ego si può nutrire felice.
Poco importa che il foglio è bianco da
almeno sei giorni. Sei stato occupato. Pianificare, progettare,
decidere. Impieghi più tempo a cosa farai quando sarai famoso che a
come diventarlo.
Pagamenti a un anno con percentuale
sulle vendite, racconti d'amore per Confidenze,
concorsi di fumetto che non vinciamo mai.
Perché
“siamo talmente avanti che il mondo non ci capisce!”
Intanto
non ci sono i soldi, un'altra volta. Non si va in vacanza, un'altra
volta. Ad Agosto sei sepolto in casa con le tapparelle abbassate ad
inveire contro quelli che ci sono riusciti. Com'è possibile? Uno
come Quello scrive 'sta roba e a te nessuno ti paga? Quell'altro poi
deve essere
raccomandato, se no non si spiega.
“mi
a detto un amico di mio cugino che Coso in realtà è il nipote di
Tizio. L'ha letto su internet.”
Tutto
spiegato è un complotto.
“e
Zerocalcare allora?”
“Beh,
quello ha solo avuto culo che la gente ride di tutte le minchiate.
Quelle strisce potevo farle io. Le facevo pure meglio.”
“E
perché non lo hai fatto?”
Silenzio.
*
* *
Metro
A, Roma. Due e trenta di pomeriggio la maglietta grigia ha guadagnato
nuove tonalità scure solo grazie al sudore. Il pantalone della tuta
è nero ma è coperto di terra e da frammenti d'erba lasciati lì dal
tagliaerba. Faccio così schifo che i barboni della Metro B mi hanno
scansato disgustati.
Sono
un aspirante sceneggiatore. Non posso ancora fregiarmi di quel titolo
se non riesco a pubblicare. Faccio la mia brava gavetta sognando quei
tempi mitici in cui potrò mangiare con i frutti del mio lavoro.
Faccio finta che non ci siano in mezzo una decina di sottocategorie.
Per
adesso falcio l'erba, poto le siepi e mi faccio bastare i buoni
pasto. Un giorno a qualcuno piacerà qualcosa e farò il botto come
Quello o Quell'altro.
Le
bugie migliori sono quelle a cui vuoi
credere.
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