Fin dai tempi del film Il signore
degli anelli una domanda mi
frullava per testa: possibile mai che non esiste un fumetto fantasy?
No,
praticamente non esisteva se si escludono i vari manga. Eppure nel
mio modesto parere un potenziale bacino di utenza c'è: giocatori di
ruolo, appassionati, malati del suddetto film tratto da un famoso
libro e via dicendo. Ma per qualche motivo niente all'orizzonte.
Poi
arriva Dragonero della Bonelli. In principio trattasi di un volumetto
da 200 e rotte pagine autoconclusivo. Siamo nel 2007, il volume esce,
vende abbastanza bene e poi la cosa finisce lì. Ma evidentemente a
qualcuno la cosa è piaciuta visto e considerato che adesso esce una
serie regolare che riprende i personaggi, nome e mondo del primo
volume Dragonero.
Quest'ultimo diventa un prologo delle serie regolare.
Ora a
me piacerebbe molto iniziare a parlare del volume autoconclusivo per
poi spostarmi sulla serie ma una serie va vista nel suo complesso e
ho sempre odiato quelle cose tipo: “ecco la serie di Robin ma sappi
che se non hai letto prima Batman hai voglia di morire pazzo prima di
capire tutto”.
Inoltre,
il volume autoconclusivo non sono stato capace di trovarlo da nessuna
parte. E questo è il vero motivo per cui non ve ne parlerò.
l'albo
in se per se è bello e ben fatto a livello materiale come ti aspetti
sia per la Bonelli. Se proprio devo fare il pignolo la copertina non
è che mi piace tanto ma in fondo son gusti. In compenso la parte
grafica è spettacolare dall'inizio alla fine: pulito, dettagliato,
figo all'ennesima potenza. Una roba che quando la sfogli ti si scalda
il cuore a te che sei stato cresciuto a pane e illustrazioni scarse
dei giochi di ruolo.
Proprio
a questi ultimi la storia sembra dovere parecchio. Ora io a Luca
Enoch non lo conosco, non so manco che faccia ha ma dopo 15 anni di
Dungeons & Dragons so riconoscere i segni.
La
storia è più o meno questa: ci sono il guerriero umano, il barbaro
orco, l'elfa ladra (?), e la tecnocrate (ci arriviamo dopo) che vanno
in una città commerciale ad indagare per conto dell'Impero su un
traffico d'armi. Nello specifico l'arma trafficata è una versione
fantasy del napalm.
Ora a
me giocatore di ruolo la trama e lo sviluppo della stessa sanno un
po' di già visto però, ed è un però importante, il ritmo
dell'albo è ottimo, i personaggi sono ben caratterizzati e alcune
trovate generiche sul mondo davvero carine.
Per
dirne una: nel mondo di Dragonero ci sono sia i maghi con barboni e
strani incantesimi che i tecnocrati, ovvero gente che usa la
tecnologia come la intendiamo noi per avere effetti straordinari.
Altro punto forte è che c'è tutto quello che ti aspetteresti di
trovare: c'è eroe senza macchia un po' tormentato, c'è l'amico
burbero ma dal cuore tenero, c'è l'elfa scassacazzo, c'è l'oscura
minaccia.
Insomma,
prendete una bella campagna di D&D che avete giocato e provatela
a trasporla a fumetti nella vostra immaginazione.
Dragonero
sembra questo. E non è una cosa dispregiativa, anzi. Ogni pagina da
l'impressione di avere a che fare con un amante del genere (e io ci
metto i soldi che è anche un giocatore di ruolo).
La
narrazione in se per se fila. C'è una vicenda principale che si
incrocia con alcuni flashback spiegando man mano la matassa. Con
questo giochino del flashback si risolve anche il problema di
spiegarci grosso modo il passato dei protagonisti permettendo una
lettura scorrevole.
Se
bisogna trovarci un difetto a quest'albo sta in alcuni personaggi di
contorno: i cattivi sono cattivi perché così gli ha detto il
medico. Dragonero (all'anagrafe Ian) è buono come il pane caldo di
forno.
Poi
l'albo finisce e tu ci rimani male perché non è autoconclusivo e
continua tra un mese. Ci rimani male soprattutto perché ci vorranno
altri 30 giorni prima di un'altra dose di fantasy ben fatto.
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