lunedì 17 giugno 2013

Dragonero

Fin dai tempi del film Il signore degli anelli una domanda mi frullava per testa: possibile mai che non esiste un fumetto fantasy?
No, praticamente non esisteva se si escludono i vari manga. Eppure nel mio modesto parere un potenziale bacino di utenza c'è: giocatori di ruolo, appassionati, malati del suddetto film tratto da un famoso libro e via dicendo. Ma per qualche motivo niente all'orizzonte.

Poi arriva Dragonero della Bonelli. In principio trattasi di un volumetto da 200 e rotte pagine autoconclusivo. Siamo nel 2007, il volume esce, vende abbastanza bene e poi la cosa finisce lì. Ma evidentemente a qualcuno la cosa è piaciuta visto e considerato che adesso esce una serie regolare che riprende i personaggi, nome e mondo del primo volume Dragonero. Quest'ultimo diventa un prologo delle serie regolare.

Ora a me piacerebbe molto iniziare a parlare del volume autoconclusivo per poi spostarmi sulla serie ma una serie va vista nel suo complesso e ho sempre odiato quelle cose tipo: “ecco la serie di Robin ma sappi che se non hai letto prima Batman hai voglia di morire pazzo prima di capire tutto”.

Inoltre, il volume autoconclusivo non sono stato capace di trovarlo da nessuna parte. E questo è il vero motivo per cui non ve ne parlerò.
l'albo in se per se è bello e ben fatto a livello materiale come ti aspetti sia per la Bonelli. Se proprio devo fare il pignolo la copertina non è che mi piace tanto ma in fondo son gusti. In compenso la parte grafica è spettacolare dall'inizio alla fine: pulito, dettagliato, figo all'ennesima potenza. Una roba che quando la sfogli ti si scalda il cuore a te che sei stato cresciuto a pane e illustrazioni scarse dei giochi di ruolo.
Proprio a questi ultimi la storia sembra dovere parecchio. Ora io a Luca Enoch non lo conosco, non so manco che faccia ha ma dopo 15 anni di Dungeons & Dragons so riconoscere i segni.

La storia è più o meno questa: ci sono il guerriero umano, il barbaro orco, l'elfa ladra (?), e la tecnocrate (ci arriviamo dopo) che vanno in una città commerciale ad indagare per conto dell'Impero su un traffico d'armi. Nello specifico l'arma trafficata è una versione fantasy del napalm.
Ora a me giocatore di ruolo la trama e lo sviluppo della stessa sanno un po' di già visto però, ed è un però importante, il ritmo dell'albo è ottimo, i personaggi sono ben caratterizzati e alcune trovate generiche sul mondo davvero carine.
Per dirne una: nel mondo di Dragonero ci sono sia i maghi con barboni e strani incantesimi che i tecnocrati, ovvero gente che usa la tecnologia come la intendiamo noi per avere effetti straordinari. Altro punto forte è che c'è tutto quello che ti aspetteresti di trovare: c'è eroe senza macchia un po' tormentato, c'è l'amico burbero ma dal cuore tenero, c'è l'elfa scassacazzo, c'è l'oscura minaccia.
Insomma, prendete una bella campagna di D&D che avete giocato e provatela a trasporla a fumetti nella vostra immaginazione.
Dragonero sembra questo. E non è una cosa dispregiativa, anzi. Ogni pagina da l'impressione di avere a che fare con un amante del genere (e io ci metto i soldi che è anche un giocatore di ruolo).

La narrazione in se per se fila. C'è una vicenda principale che si incrocia con alcuni flashback spiegando man mano la matassa. Con questo giochino del flashback si risolve anche il problema di spiegarci grosso modo il passato dei protagonisti permettendo una lettura scorrevole.
Se bisogna trovarci un difetto a quest'albo sta in alcuni personaggi di contorno: i cattivi sono cattivi perché così gli ha detto il medico. Dragonero (all'anagrafe Ian) è buono come il pane caldo di forno.


Poi l'albo finisce e tu ci rimani male perché non è autoconclusivo e continua tra un mese. Ci rimani male soprattutto perché ci vorranno altri 30 giorni prima di un'altra dose di fantasy ben fatto.

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