venerdì 7 giugno 2013

Biciclette e astensionismo


Quando sono tornato a Roma questa settimana ho avuto la brillante idea di portarmi su una bicicletta. Il principio è sempre lo stesso: ATAC maledetta, non avrai mai i miei soldi. Confesso che avrebbe funzionato meglio se non avessi i muscoli atrofizzati da dosi eccessive di telefilm e vita altamente sedentaria.
Alcune persone, in primis mia madre, sono abbastanza sicure che girare in bici in una città come Roma sia un ottimo modo per suicidarsi. In effetti il traffico qui è folle (mai quanto quello in patria) la gente corre e l'automobilista medio preferisce dieci anni di carcere per omicidio colposo pur di evitare il disonore di cedere il passo a un coglione con la bici che cerca di fare una curva. Niente di nuovo insomma finché ieri, pedalando sovrappensiero mentre fingevo che le gambe non mi stessero scoppiando, quasi vengo tirato sotto da un grosso bus azzurro.
Un bus pubblicitario di Alemanno: un coso a due piani come i mezzi per i turisti che girano per Roma ma pittato di azzurro cielo con toni di bianco, faccione di Alemanno e di Berlusconi e musica sparata a palla. Sulla cima del bus un gruppo di donnine succinte che buttava volantini come manco sulle spiagge californiane e un tizio che gridava al microfono l'importanza di andare a votate (preferibilmente Alemanno) e che astenersi è un po' come essere un drogato in una pubblicità progresso.
La scritta che campeggia sui lati del suddetto bus e le parole del tipo ti confondono anche un po' le idee: "Roma cambia" è lo slogan, il tizio al microfono parla di malgoverno della città, di liberare il comune dai comunisti. magari mi sono confuso io che pensavo che Alemanno è stato sindaco fino a mò. mah, sarà che sono un immigrato.

Ora capirete da soli che un'arnese del genere ha già fatto perdere milioni di voti solo con la sua esistenza però mentre tornavo a casa mi sono venuti in mente metodi più efficaci per combattere l'astensionismo.

Per la destra io suggerirei di abbandonare queste stupide pretese democratiche e ricominciare con il caro vecchio porta a porta. Quando arriva il giorno delle elezioni dei gorilla pelati in anfibi e pantaloni mimetici vanno a bussare casa per casa invitando “gentilmente” la gente a votare. Hai il bambino da solo? Tranquillo te lo guardano loro mentre vai, la nonna non si può muovere? Se la caricano in spalla per essere sicuri che anche lei faccia il suo dovere.

Per quelli di sinistra invece basterebbe dire: “chi dopo votato si presenta con la scheda elettorale timbrata in una qualsiasi delle nostre sedi riavrà indietro i soldi che ha buttato fino a mò nelle primarie che poi puntualmente disattendiamo.

Vogliamo spingerci ancora oltre? Qualcuno vada in tv e dica che per avere il rimborso IMU deve risultare che hai sempre votato. Vedi come la gente fila.

Ora i soliti democratici fastidiosi potrebbero dire che il votare è un diritto e non è che si può costringere la gente ad andare a votare, che anche il non votare è una scelta ecc ecc.
Cazzate. Le elezioni sono una cosa costosa e siamo in tempi di crisi. Quindi se proprio uno ci tiene a continuare a farle spendendo tutti questi soldi per una tradizione che non significa più niente tanto vale che le si fanno per bene.

In effetti si potrebbe usare ancora un altro metodo per combattere l'astensionismo: vietare per legge di discutere di politica al bar e alle fermate degli autobus a quelle persone che non hanno votato. In entrambi casi vince il popolo: o la gente va a votare in massa o le attese snervanti dei bus saranno molto più tranquille.



Nessun commento:

Posta un commento