venerdì 12 aprile 2013

Wannabe verso Lucca


C'è un biliardino, un vecchio tavolaccio ingombro di carte di Magic, un poster di Guerre Stellari e un divano che non ha più l'onore di stare in un soggiorno vero. Su quel divano il “futuro del fumetto moderno” sta fissando perplesso il modulo di partecipazione a Lucca 2013.
-che metto “artista” o “editore”?- chiede Valerio.
-Direi artista perché sicuro editori non siamo.- rispondo io
Michele, il padrone di casa ci guarda come guarderebbe due scimmie alle prese con un reattore nucleare.
-Vabbè dai, tanto dopo lo puoi cambiare dopo.- dico. Al momento mi preme sapere quanto costa il banchetto, il resto è secondario.
Entriamo nell'area, leggiamo tutte le regole di Lucca che si riassumono con la frase “Voi ci pagate e poi i cazzi sono i vostri.”
qualche altro click e siamo alla scelta dei banchetti.
-Oddio! 1500 euro?-
-Scendi scendi. Vai direttamente in fondo alla pagina dove stanno le cose per i poveri.-
1000
750
500
Avanti tutta e poi finalmente 100.
-Eccolo è il nostro!-
-Mi pare un po' piccolo, siamo in 6- fa Valerio
-Mmm-
-Vediamo magari possiamo aggiungere un modulo.-
Si possiamo. Spesa totale 266 euro IVA compresa. Premiamo “ok” e procediamo. Si apre un altra schermata, stavolta ci chiede il nome con cui lo stand risulterà nella fiera. Ovvero il cartello che tutti i nostri 4 lettori leggeranno.
-Mummia Corporation fa abbastanza schifo.-
-Dai potremmo sottotitolare “il nuovo che avanza, lentamente.”-
-...-
-Si, fa schifo.- capitolo.

Piccola digressione. Come tutte le grandi tragedie anche questa di provare la via dell'autoproduzione è nata da una piccola cosa. Ero al corso di sceneggiatura con Lorenzo Bartoli, alla scuola comics. Come ospiti speciali erano venuti due ex alunni a parlare della loro autoproduzione. Sarà che loro facevano simpatia, sarà che sembrava un'ottima idea ci siamo messi anche noi a replicare la cosa. C'era solo un problema, di quelli piccoli piccoli: meno mezzi e meno preparazione alla cosa. Soprattutto sulla parte tecnica. Tipo: dove stampiamo, come lo stampiamo, e la carta? Ecc ecc.
in questa fase fin troppo confusa entrambi i ragazzi della Villain comics (la loro etichetta) ci sono venuti in aiuto con preziose informazioni.
-E se ci chiamassimo “Hero Comics"?- Valerio ha quella luce negli occhi di cui uno dovrebbe sempre aver paura.
-Eh già, magari prendiamo lo stand di fonte a quelli della Villain.- in lontananza sentiamo il buon senso franare mentre il “Piano del Secolo" va formandosi.
Riassumendo: loro si chiamano Villain comics (Villian vuol dire cattivo grosso modo), Roberto Recchioni gli ha dato una mano facendo da supervisore. Noi ci chiamiamo Hero Comics, possiamo chiedere a Bartoli se ci scrive due righe di introduzione agli albi, come se ci sponsorizzasse.
Bartoli e Recchioni hanno collaborato sulla loro serie John Doe. Ora che ha chiuso ognuno per la sua strada.
Due autoproduzioni sponsorizzate da due ex soci.
E internet è pieno di idioti.

-Ma non è che suona un po' antipatica come cosa?-
-No, non hai capito. Ci mettiamo d'accordo con i Villain per fare una finta contrapposizione, una cosa goliardica. Poi se gli scemi ci cascano e qualche idiota titola “il duo di John Doe si fa la guerra attraverso gli esordienti” tanto di guadagnato no?-
-Anche così sembra una cosa antipatica, a meno che non siano tutti d'accordo. E non credo-
-E poi “Hero comics” suona come una casa editrice anni ottanta di supereroi...-
-Ma voi siete sicuri che non esista già?- fa il padrone di casa che non sa nulla di fumetti.
-In effetti...-
Valerio cerca su Google. Si, esiste già. Come il nickname “Legolas” sul forum del Signore degli anelli.
Ci guardiamo in faccia.
-Era un idea del menga-
-Si, vabbuò era per ridere. L'avessimo fatto davvero ci venivano a pigliare con la mazza.-
Due gruppi di esordienti contrapposti: uno un gruppo di cazzari, l'altro gente seria e organizzata (e dopo questo post non dovreste fare fatica a capire chi è chi).
-però...-
-però...-
-Suona molto West side story dei fumettisti.-

Così è nato Wannabe. Prossimamente su tutti i rotoli di carta igienica ruvida.

Ps: alla fine ci chiameremo Faq Tales. Non mi chiedete perché e per come. O magari un giorno vedo di capielo e ve lo spiego

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