venerdì 13 luglio 2012

Primo Giorno


Antefatto.
Il capo del personale di Eataly è la copia sputata della moglie di Bisio in Benvenuti al Sud. Ha fatto domande di rito ed ha ottenuto borbottii di rito a modi risposta. Il candidato non è uno che parla troppo ma lei ha bisogno e forse è silenzio rientra tra le qualità. L'esaminatrice sorride per un microsecondo: “voglio fare un tentacivo” dice come se il tentativo non fossi tu ma un altro che ora è giù al bar. “sai fin ora ne abbiamo cambiati molti a questo banco. Tutti si presentano come i migliori del mondo e poi...” lascia a metà la frase sapendo benissimo che quello che c'era da capire si è capito.

Il povero candidato la guarda sorridendo ma non troppo. Non è un esperto di persone ma ha capito da tempo che se si fosse presentato a colloquio un babbuino che millantava abilità nei coltelli lei avrebbe assunto anche quello.

“non ho mai detto di essere il migliore” dice il candidato con quella che spera sia un espressione seria ma non troppo. “magari molte cose non le so fare ma di sicuro sono uno che lavora e che non si fa impressionare dalla fatica”.

Poche battute dopo il dialogo termina con la chiameranno. Stretta di mano e ciao.



Giovedì ore dieci. Per paura di fare tardi sei lì dalle nove. Ti hanno dato tutto il necessario tranne il contratto e per questo ora sei fermo in attesa perchè senza non ti fanno andare. Aspetti un ora poi ti viene presentata la tua responsabile: Ivana dice la capessa del personale, Giulia dice lei. Dettagli.

Visto che per un qualche motivo si sono persi un pezzo del tuo contratto lavorerai solo quattro ore e poi nel caso recuperi. Sai del tempo che passa in base alle sigarette che non puoi fumare. Ivanagiulia è un buon capo: paziente come Gordon Ramsey, disponibile come un cane idrofobo a cui offri una gamba per vedere che fa. L'antifona la capisci subito e cerchi di operare il più lontano possibile da lei. Difficile visto che nessun azione può essere intrapresa senza la sua approvazione.



Non ti fanno entrare nel banco, l'affettatrice l'hai toccata solo per pulirla (e ha un infinità di pezzi in più rispetto al modello napoletano da diventar pazzi). Un torinese caruccia e disponibile, che solo in seguito scoprirai essere la seconda di Ivanagiulia, ti tallona da vicino a volte spiegandoti cose che già sai ma il trucco è fingere di non saperle così da risultare uomo pratico. Il reparto è immenso. Praticamente tra cella banco e laboratorio copre tutto il conad dove stavo prima. Siamo sempre almeno in 6 oltre Ivanagiulia: quattro galoppini e due orsi polari (sono quelli che lavorano solo nella cella frigo).



Sharon una ragazzetta piccoletta che ha qualcosa di molto simile a Valentina (la collega di un tempo) mi prende subito in simpatia perchè voglio aiutarla di mia iniziativa invece di andare a cercare altri incarichi dal capo. Ogni tanto mi guarda in tralice e scuote la testa o annuisce a seconda di quanto sbagliata o giusta è la linea d'azione del momento o di quanto incazzata sia Ivanagiulia.



Non tocchi un coltello ma in compenso scopri dell'esistenza di salumi folli roba che in un supermercato normale sarebbe condannata all'invenduto eterno. In pratica ti fanno fare lo scaffalista del banco frigo. Oltre a Debora (la torinese) i tuoi principali interlocutori sono gli orsi polari. Alle due praticamente ti cacciano in malo modo facendo intendere quanto sia peccaminoso restare a lavorare dopo il tuo turno.



Obbedisco. In fondo peccare è peccato.



Epilogo

il secondo giorno è una girandola di eventi che comprende l'uso di alcuni coltelli e la rivoluzione del banco. Oltre che la manipolazione di una quantità spropositata di mozzarelle. Per la seconda volta alle due ti cacciano ma con una tremenda promessa: hanno capito quante ore devi fare. Ovviamente erano meno di quelle che pensavi tu per cui domani e dopodomani si attacca alle otto e si chiude alle cinque. Ma c'è addirittura un ora di spacco. E dopotutto per due anni hai fatto dieci ore di lavoro quasi allo stesso stipendio. Finchè non ti chiederanno un iniziativa puoi sopravvivere.

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