sabato 8 dicembre 2012

Il Natale alle Porte


Concetta, per gli amici Ketty, all'anagrafe Immacolata Concezione, è una persona semplice con poche pretese verso la vita e verso le persone che la circondano: prima di tutto la salute, sua dei suoi figli e dell'interminabile cerchia di parenti e amici che la attornia; in secondo luogo la tranquillità e la calma del focolare domestico, quel particolare stile di vita che permette di mettersi sotto le coperte subito dopo cena per poi addormentarsi fingendo di seguire Fiorello alla Tv; infine l'ordine e la pulizia, è quasi una maniaca tanto che sono sorte leggende e miti riguardo alle sue capacità. Dopotutto è una mamma e come tutte loro ha l'innata qualità di far sparire gli oggetti che figli e marito mettono in giro.
Non è una sorpresa che Concetta, detta Ketty, sia in ansia questa mattina: l'otto di Dicembre, festa dell'Immacolata porta con se altre tradizionali incombenze. Tradizionalmente tra le cosa di Napoli e dell'italia tutta in tale giorno è usanza assemblare l'albero e il presepe per l'imminente Natale. Inoltre, come tutti gli anni, i parenti e gli amici di famiglia si dirigeranno nel ordinato e comodo focolare di Concetta per onorare la festività del suo santo.
Con una particolare alzata di ingegno la figlia minore, Chiara ha deciso di risparmiare concetta del solito regalo ed onorarla in altro modo, ovvero cucinando per gli ospiti in arrivo. Ogni madre sarebbe orgogliosa e fiera di un siffatto proposito della figlia ma giustamente Concetta sa e teme.
Per una particolare convergenza genetica infatti la giovane Chiara ha ereditato dalla madre tante buone qualità fisiche e mentali ma sicuramente non l'ordine. Quando Chiara mette mano ai fornelli per cucinare anche il più semplice dei biscotti il processo di creazione è molto simile all'esplosione di una bomba di farina e zucchero. Poco importa che, a fine lavorazione, la giovane secondogenita rimetterà la cucina nelle condizioni di partenza. Il cuore di Concetta non può reggere allo scempio fatto ai suoi fornelli e così, con metodo e determinazione (e qualche sbuffo ben mirato) si mette al seguito della figlia nelle difficili operazioni culinarie. Chiara ha passione di cuoca, di cuoca di eserciti e orde e il menù della sera comprende di: due ruoti di pizza, una pizza di scarole, una versione semplificata di casatiello, una torta alla ricotta e un ruoto di biscotto al cioccolato e nocciole imparentate con bombe al diabete.

Nel frattempo Rino, all'anagrafe Salvatore, capofamiglia e mastro carpentiere del condominio ha fatto un analoga pensata: risparmiare all'adorata moglie la fatica riguardante l'assemblaggio di Albero e Presepe. Se Chiara è assimilabile ad uno tsunami, Concetta all'occhio calmo di un uragano, Rino è più simile alle placche continentali che lente e determinate si ostinano a scontrarsi. È una persona calma determinata e piena di metodo ed inventiva, alle volte anche troppa. La sua passione per i trapani e le soluzioni complesse a problemi semplici gli hanno fatto dono del nomignolo familiare di Mastro Geppetto. Le stesse qualità hanno lentamente estromesso il resto della famiglia dalla comprensione dei più piccoli apparecchi familiari. Così dove prima c'era una semplice spina ora c'è un complesso sistema di prese, bottoni e trasformatori atti a far funzionare le cose secondo il Suo volere.
Anche qui Concetta è un po' preoccupata, in nessun caso le molteplici qualità di Rino comprendono ordine e pulizia lavorativa. Infatti, quando dalla cantina sono saliti gli scatoloni contenti albero e presepe l'orrore si è impossessato di lei.
L'assemblaggio del presepe è una faccenda semplice: il gatto dorme e non si è accorto di nulla il presepe è quasi un blocco unico su cui basta sistemare le luci di sfondo. Ci vuole comunque un'oretta. Ma un'oretta molto pulita ed ordinata.
Dopo pranzo la cosa si fa più complessa. Una veloce pennichella, un caffè e nuovamente i maschi di famiglia sono alle prese con l'albero. La tradizione napoletana e familiare impone che TUTTO quello che è presente nelle scatole vada a decorare i rami dell'albero. Per tutto si intende tutto, nessuna eccezione.
I passi per l'assemblaggio sono i seguenti:
1)porre l'albero nel mezzo del soggiorno sistemando per bene i rami sintetici.
2)Controllare che le luci colorate funzionino.
3)appurato che le luci dell'anno scorso sono quasi tutte morte spedire un membro della famiglia (in questo caso il primogenito) a comprare altre luci.
4)inserire le palline con un briciolo di senso estetico ricordandosi di cacciare il gatto.
5)mettere le luci.
6)Mettere i festoni pelosi, i nastri brillanti, i fili di palline e tutto il resto.
7)sfiorare la crisi familiare quando ogni membro della famiglia espone la sua idea poco lusinghiera sul piazzamento delle luci.
8)cacciare di nuovo il gatto intenzionato a costruirsi il giaciglio di Natale nella grotta del presepe.
9)fissare l'albero di natale completo che splende come il Faro di Alessandria in piena crisi da LSD e sentenziare: “questo è l'albero più brutto che abbiamo mai fatto.”
in tutte le operazioni inserite una mamma indaffarata a spazzare e pulire ogni superficie che sia entrata in contatto con scatoloni attrezzi o palline; a mettere a posto ogni oggetto lasciato incustodito per più di trenta secondi; a dire “quanto è bello!” con tono finto convinto pur di far concludere le operazioni.
I parenti sono arrivati a casa: disordine, rumore e la promessa di una cena che si protrarrà oltre le dieci. Concetta guarda il calendario mentre sistema le ultime cose: è solo qualche altra settinama poi il Natale passerà e tornerà la pace.

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