giovedì 13 dicembre 2012

0 - Il Matto


Tutte le imprese richiedono coraggio, o una spropositata dose di fortuna. Se la seconda manca c'è poco da fare.

Il villaggio era una piccola gemma da bancarelle nel mezzo del nulla: tetti spioventi con tegole dalla memoria simile a quella degli anziani. Ogni mattino era sonnacchioso e quieto, ogni conversazione pacata. Le donne ridevano mentre andavano al fiume o a sbrigare le loro commissioni mentre gli uomini si dedicavano alle loro competizioni al testosterone composte da una miriade di discipline come l'aratura del campo, il sollevamento del letame e la spaccatura della legna. Gli anziani sedevano su un portico ricordando a tutti quelli che passavano come le stagioni di una volta fossero più vive e interessanti e di come il letame di un tempo fosse vero letame.
Nessuno si era mai interessato a quel piccolo micro universo immerso nel bosco, come i gioielli che vende una zingara all'angolo della strada era bello da vedere ma poco interessante da comprare. Il mondo intorno continuava la sua vita senza stare a badare al villaggio e così i villici erano felici di non far caso al mondo.
Diossina, riscaldamento globale, piogge acide, guerre, crisi economiche, carestie, radiazioni, elezioni truccate e politici corrotti erano cose di altri e tutti avevano fatto tesoro degli insegnamenti delle anziane: fatti i fatti tuoi.
Ma l'universo è pieno di costanti ed ama il cambiamento. Si dice che tutto succeda per puro caso ma non è così: la farfalla che sbatte le ali in qualche giungla tropicale dell'India genera un uragano a New Orleans ma lo fa con malevolenza e desiderio di vendetta per tutte le sue compagne collezionate in giro per il mondo.
“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria” è legge di natura e la Natura è madre. Una di quelle madri che costringe il figlio ad andare a giocare con i bulli pur di non vederselo a casa tutto il giorno davanti alla Tv.
Geni vennero combinati, tutti gli scarti del codice genetico del villaggio vennero pazientemente raccolti per generazioni. Due giovani si baciarono sul retro di un granaio, lei era una ribelle amante della vita, lui un vaccaro dai modi rudi con la passione per le note. Dopo il primo bacio ce ne furono altri ed altri ancora fino ad arrivare alla naturale conclusione sotto gli occhi sconcertati di alcune galline.
Diciassette anni e nove mesi dopo due giovani occhi azzurri fissano il sentiero. Per tutti Terry è un anomalia indecifrabile, un qualcosa di mai visto prima. Terry è uno scontento, sa che oltre i campi attraverso la foresta c'è qualcosa: ha visto le foto ha sentito i racconti. Tutti concordano nel dire che si sta meglio qui, che il il villaggio è il miglior posto del vasto mondo che tutti ignorano ma fanno finta di conoscere. Ma Terry vuole vederlo con i suoi occhi quel mondo.
Tutte le imprese iniziano nello stesso modo: il primo passo dalla sicurezza all'incertezza. Gente poetica direbbe che tutto inizia dalla scelta di vivere rispetto al solo esistere. Terry non sa queste cose. Sa solo che dietro c'è il vecchio e davanti c'è il nuovo. Sa che è quasi sera e presto lo verranno a cercare perché domani inizia il raccolto e le sue braccia fanno comodo. Sa che la sua vita al villaggio sarà uguale a se stessa per il resto di sempre. Sa che nella foresta ci sono cose pericolose, sa che potrebbe morire. Per un attimo ha un dubbio, non è il primo. Poi i suoi geni sbagliati fanno la scelta per lui, da qualche parte la Natura annuisce.
Terry fa il primo di molti passi sul sentiero. Quel che sarà sarà

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