Da qualche parte a Nord
Per Kira quella foresta era
sconosciuta, sentieri nascosti dalla neve e pini dalle radici
serpeggianti pronte a trasformare la loro fuga in una rovinosa
caduta. L'unica cosa che le era familiare avrebbe preferito
risparmiarsela: goblin. Piccoli verdi, stupidi e crudeli come esattori
delle tasse. Ed erano vicini. Inseguivano lei e Garth forti del loro
numero e della siurezza che quest'ultimo sarebbe drasticamente calato
se avessero deluso il loro padrone.
Garth scagliò un paio di frecce,
apparentemente a caso, verso gli inseguitori. Non ci furono grandi
risultati ma Kira se lo aspettava, Garth non era un gran che come
guerriero. Anche se lui avrebbe vantato decine di grandi battaglie
dall'alto dei suoi sedici anni.
“Corri! Sono troppi per combattere,
stupido!” gridò appena vide il giovane barbaro che si preparava a
sguainare la spada . Kira detestava trattarlo così, era anche colpa
sua se erano in quel guaio. Anzi, dopo un breve riesame, era
decisamente colpa sua.
“Non possiamo correre per sempre!
Dobbiamo affrontarli!” gridò Garth.
“Usa il cervello. Non puoi ucciderli
tutti. Ti faranno a pezzi” rispose lei.
“Lei cosa consiglia saggia
principessa?” disse Garth acido.
“Seguimi” lo sguardo di Kira si era
fatto rabbioso.
Muovendosi a zig zag tra gli alberi
innevati i due ragazzi si allontanarono dagli inseguitori evitando le
frecce che cadevano verso di loro. I versi striduli dei goblin erano
tutti intorno a loro.
“Ci stanno circondando. Non possiamo
andare da nessuna parte!”
“Ci basta salire più in alto sul
pendio. Tu sta zitto e tieniti pronto con quella spada.” disse Kira.
L'espressione di Garth era quella di
uno che realizza la differenza tra una gloriosa storia di battaglia e
un vero scntro disperato.
I goblin erano più agili nelle
gallerie sotto le montagne che in quella foresta intricata. Gli odori
nuovi confondevano le creature, lo splendore della neve le accecava.
Garth e Kira erano cresciuti in foreste come quella. Il loro clan si
spostava di continuo sulle montagne seguendo angusti sentieri di
montagna, nascondendosi e cacciando. Kira si sforzò di pensare ai
goblin come semplici prede, non mostriciattoli verdi armati di archi
e pugnali pronti a ucciderli. Cercò di pensare a un branco di cervi,
ne aveva cacciati alcuni con suo fratello. E i goblin erano di sicuro
più stupidi dei cervi.
“Dammi la spada” disse Kira.
Garth gliela porse senza dire una
parola. La ragazza prese la lama con cautela poggiando la grossa
punta piatta sulla neve. Mormorò alcune parole prima di mordersi il
dito indice fino a farlo sanguinare. Le piccole gocce caddero sulla
lama con un tenue bagliore. Poi ripassò la spada a Garth.
“gli spiriti della roccia ti
aiuteranno ma ti hanno concesso un solo colpo. Usalo bene” la
ragazza era impallidita, aveva il fiato corto. Lentamente si sedette
tra i cespugli cercando di impugnare l'arco senza riuscire a tenerlo
puntato.
Qualche metro più in basso i goblin
stavano cercando di ritrovare le loro tracce. Il continuo
chiacchiericcio si fece eccitato: finalmente avevano trovato le orme
dei ragazzi.
Mentre quello che aveva l'aria del capo
meditava sul da farsi Garth balzò in avanti caricando il colpo con
la spada dietro la schiena. I goblin cercarono di puntare gli archi
ma troppo tardi.
La lama di Garth colpì. La punta
sporca di sangue sbatté con forza sulla roccia. un violento
spostamento d'aria simile ad un tuono rimbombò in avanti travolgendo
il gruppo di goblin con un'onadata di suono e rocce. Un istante dopo
una grossa roccia si staccò dal pendio dove si trovava Garth
guidando la frana come un generale guida la coraggiosa carica dei
suoi uomini. In pochi secondi i goblin vennero sommersi dalla frana
e dispersi.
Garth si girò verso Kira sorridendo.
Lei ricambiò con sorriso stanco mentre riprendeva le forze spese per
la piccola magia. Qualunque cosa il ragazzo volesse dire venne
congelato dall'alzarsi di un vento gelido e innaturale.
L'aria si fece fredda, quel tipo di
freddo che non concede scampo. Come il gelo che si alza al primo
appuntamento dopo una battuta di cattivo gusto. Era qualcosa che
andava al di là del semplice gelo.
Era qualcosa che poteva congelare le
anime oltre che i corpi.
Ma il freddo non era la cosa peggiore,
Garth li sentì per primo: sussurri. Tutto intorno a loro, una voce
per ogni ombra e ad ogni mormorio le ombre sembravano addensarsi in
verso la figura nera al limitare degli alberi: un cavaliere. Nero
come l'interno di una bara avvolto di stracci più simili a fumo che
a stoffa.
La mano di Kira andò istintivamente
alla sacca di cuoio alla sua cinta. Quasi vide il piccolo anello
d'onice risplendere di un colore privo di luce che vi era contenuto.
Il cavaliere sguainò la spada.
Continua...
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