È ufficialmente finita. Credo sia la
prima volta il 28 anni di vita che mi dispiaccio della fine di un
qualcosa che ti fa studiare. Non ditelo a nessuno ma quasi quasi mi
vien da piangere, se avessi i condotti lacrimali.
Sei mesi di corso a rincorrere una cosa
che risultava chiaramente una puttanata che si chiudono. Il bilancio
della bilancia psicosomatica e intellettuale pesa tutta dalla parte
giusta e forse è per questo che riesco ad essere sentimentale anche
senza bere. È una cosa risaputa: le mie capacità di oratore sono
inversamente proporzionali a quelle di “scrittore”. Per cui il
silenzio e le chiacchiere vuote di ieri si possono riempire solo con
tante piccole lettere su un foglio bianco. In ordine sparso perchè
non so ragionare per tappe fisse.
È iniziato tutto con un colpo di
testa, di quelli che ti fanno pentire la mattina dopo, licenziarsi e
tentare. “dove sta scritto che non posso fare una cosa che mi piace
“ era il motto del periodo. Sono passati poi alcuni mesi in cui è
venuta meno la convinzione. Si è rifatta viva la vecchia amica
Ansia. Un alluvione a Roma alla vigilia della partenza, tre mesi da
pendolare e poi il trasloco.
Mi aspettavo di tutto da questo corso
tranne quello che ho visto: mi aspettavo un gruppo di nerd brufolosi,
mi aspettavo ogni genere di pacco, un professore che si metteva lì a
parlare per ore, mi aspettavo di non capirci un cazzo.
Non è andata assolutamente così. I
nerd brufolosi sono stati sostituiti da sette persone preziose ognuna
per le proprie personalissime paranoie e i propri personalissimi
pregi. Persino fissare negli occhi l'abisso è risultato istruttivo.
Il professore non credo sia definibile, mai visto nulla del genere.
Pareva sempre che si cianciasse d'aria fritta e a volte che non c'era
poi tutta sto genio di fare qualcosa. Però alla fine ogni
“chiacchiera inutile” aveva un suo senso ed un suo perchè.
Non sono mai stato una persona
espansiva, anzi timido fino all'inverosimile chiuso in me stesso
indifferente al tutto e a tutti. Il semplice fatto che molta gente
potrebbe rispondere a quest'affermazione con un “cazzo stai a dì”
è al prova che qualcosa è cambiato e che tutto questo è servito a
qualcosa di più.
30 e lode. Ed io non ci credo. Non per
finta modestia o cagate simili. Proprio non è ancora arriva la
notizia al cervello. Non significa nulla. Domani mattina Bonelli,
Marvel e DC non faranno a gara a chi mi prende prima a lavorare. I
soldi sul conto sono comunque finiti, il lavoro continua a non
esserci e delle donne manco a parlarne.
Ma in fondo chi se ne frega. Comincia
adesso. Ma comincia bene.
RINGRAZIAMENTI
non è la notte degli oscar ma sono
convinto che questi mesi mi hanno cambiato la vita per molti aspetti
e se una cosa merita di essere festeggiata con una birra meritano
anche di essere ringraziate le persone che l'anno resa possibile.
ad Aurora: tu sai com'è, tu sai perchè,
tu sai dove.
a Emanuele per aver aperto la strada
senza saperlo
a Luca mai visto uno che ci ha creduto
tanto
al resto degli scoppiati: tutte quelle
canne e quelle cazzate sono servite a qualcosa.
A mamma e papà per averci un po'
creduto un po' no ma senza darlo a vedere.
A Michele e al resto della truppa che
mi hanno aiutato a fare il salto
a Zia Lucia perchè non ti arrendi tu
non ho nessun diritto di farlo io
Nikitas: uno dei pochi che mi stava a
sentire quando deliravo di fumetti
al resto della classe che non solo mi
ha sopportato ma mi ha anche fatto vedere come sia facile essere una
persona normale.
Al Lurido per avermi fatto vedere come
anche i più insulsi ce la fanno.
Ai Faq tales per la fiducia (ovviamente
mal riposta)
a Greta che ci ha sempre fatto vedere come funziona la testa di un genio vero
a Lorenzo no perchè è un professore
a tutti gli altri che mo non mi vengono
in mente ma che se lo meritano.
Ma soprattutto grazie a voi che non ci
avete creduto nemmeno per un attimo e che vi siete preoccupati di
dirmelo in faccia. Grazie a tutti quelli che soffocavano una
risatella o mi guardavano straniti. Grazie anche a Carmen ed al suo
Conad di merda che mi ha dato i soldi della liquidazione guardandomi
come un pazzo quando sono andato via.
Per certi versi doveva andare bene
solo per togliermi lo sfizio di contraddirvi.

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