di Vittorio Troisi e Joseh Vig
15,99 €
Un po' c'è da vergognarsi che questo
sia il primo fumetto francese che mi passi per le mani e devo dire
che non è stata questa grande esperienza. Ma è meglio andare con
ordine.
Il volume che mi è capitato per le
mani è il primo che si intitola “Sole Invisibile” tecnicamente è
roba di dieci anni fa ma come sapete questa rubrica tende a parlare
delle cose che mi sono capitate per le mani a caso e non delle ultime
novità.
Comunque. La storia ci presenta una
civiltà fantascientifica di pesante ispirazione maya con l'aggiunta
di tutine da battaglia ed elmi dalla forma fallica. La società ha
quel sapore di teocrazia dispotica che si può ritrovare un po' ovunque con l'aggiunta di caste di guerrieri, nobili, sacerdoti e povera gente che
viene cacciata e/o uccisa senza motivo o per riti di iniziazione.
La storia si apre con un prologo di cui
molte delle cose non sono chiare per poi spostare il punto di vista
sulle vicende di Leah, un donna guerriero spietata figa e figlia
della classe operaia. Di quelle che fanno il proprio dovere e che
(sorprendentemente) con proseguire della storia vedranno smontarsi
tutte le proprie certezze.
Leah suo malgrado verrà coinvolta in
un complotto ordito da Non-Ho-Ben-Capito-Chi per prendere il potere
nell'Acropoli (la città dove si svolgono gli eventi).
Tutto molto bello se non fosse che per
metà del tempo non capisci che succede o di cosa parlano i
personaggi. Alcune cose sono proprio poco chiare di base (forse per
essere spiegate meglio nei numeri successivi) altre invece si perdono
in mezzo a tutta una serie di nomi di persone, luoghi e cose che
sembrano essere appositamente progettati per confondere il lettore.
Ad esempio i nomi del cattivo, del mentore, di un tizio infido e di
un altro ancora sono tutti foneticamente simili non aiutando molto la
comprensione.
Oppure i nomi dei luoghi. Per dare
spessore alla nuova civiltà tutte le cose hanno nomi particolari che
però la storia non ti inquadra in un contesto capibile.
Per fare un esempio inventato: dire
“devo portare la macchina a fare benzina” è un conto dire invece
“Devo portare il krashind all'energoflusso” anche se nella testa
dell'autore significano la stessa cosa nella seconda frase se non mi
mostri uno che fa benzina io non capisco che significa la frase.
Quindi tutto una chiavica? No.
Nonostante tutti questi problemi la
storia ci regala iun paio di belle trovate. Prima tra tutte il modo
con cui il prologo si ricollega alla storia principale. Tutto il
discorso del reclutamento e della vocazione di Leah. In pratica un
guerriero è fedele al proprio signore perché questi gli induce una
visione mistica che da un senso alla sua vita ed il guerriero non è
in grado di tradire l'uomo che gli ha dato questa rivelazione.
Altra nota di incredibile merito sono i
disegni: l'intero libro è un capolavoro visivo piano di dettagli e
cose affascinanti. Ci deve essere stato un grosso lavoro di
preparazione dietro. Non sono questo grande esperto di disegno per
commentare ma devo dire che mi è piaciuto quasi tutto sia nella
narrazione visiva che nel design dei personaggi (tranne l'evidente
elmo a forma di fallo di uno dei sacerdoti).
Nel complesso un 5 anche se, una volta
finito di leggerlo non mi è venuta sta gran voglia di sapere come
continua.
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