domenica 4 novembre 2012

Lucca 2012: fase uno

Il piano è semplice, si fanno le cose bene ed ordinate: ore 12 e 30 Termini. Io Valerio e Vittu (al secolo Daniele) pranziamo Mc Donald e poi ci avviamo al binario per salire sul treno con un ora e passa d'anticipo. Siamo bene attrezzati: mazzi di Magic, roba da leggere e chiacchiere. Ma i regionali non hanno tavolini su cui poggiare le carte. Si arrangia ma arrangiare per 4 ore è una brutta cosa.



Salto in avanti. Stazione di Pisa già c'è un po' di casino ma nulla di che. Marco, il quarto della banda, dovrebbe arrivare alle 19 da Orvieto. La natura delle ferrovie lo farà arrivare solo alle 21 passate. Nel frattempo noi nel frattempo entriamo nell'albergo. La sistemazione si rivela meno tragica del previsto ( a parte per un letto a castello che mi farà temere di cascare durante sogni troppo vividi).

Alle 21 e 30 torniamo in stazione prendiamo Marco, mangiamo ed altre cose. A questo giro Kebab. Poi con agili telefonate prendiamo contatto con Beppe ed altri amici suoi per un incontro davanti alla più famosa truffa edilizia del mondo: una torre storta. Sono tempi duri. Piove ogni tanto e c'è da camminare ma dopo 4 ore in piedi uno si vuole sgranchire. L'incontro non dura molto perché la pioggia ci sorprende subiti mettendoci sulla via di casa. Facciamo giusto in tempo a fotografare qualche roba e via a letto.



È la prima volta che vengo a Lucca per cui mi fido ciecamente del piano di Valerio. Per quanto svegliarsi alle 6, prendere un treno alle 7:04 e mettersi in coda alla biglietteria è una cosa contro natura. È orribile.



La fila è un'altra brutta cosa: non c'è molta gente alle 7:30 (con le biglietterie che aprono appena tra un'ora. Ma non c'è nulla di cui stare allegri. Niente caffè, niente colazione, si deve sperare in un futuro migliore fatto di bar all'interno e di biglietti pagati. Arriviamo davanti all'ingresso che da sul padiglione Games dove lo staff di fiera cazzeggia in attesa dell'autorizzazione all'apertura. (dannati tutti quelli che hanno parcheggiato la macchina a caso ritardando l'apertura. Alle nostre spalle la fila si ingrossa. Alcuni giovani fiorentini bestemmiano verso lo staff. Sono solo le 9:40 quando un tizio (che onestamente non so chi sia ma pare omo importante apre le transenne. Una nota di colore: un geniale quarantenne propone di procurare un taglierino per aprire a forza le transenne e riversai in fiera come veri rivoluzionari. Piano ovviamente fallito.



Siamo dentro. Ci fiondiamo nella sezione Games ci sediamo al primo gioco che ci ispira vagamente (quello in questione consiste nel girare su una mappa e sconfiggere i mostri lanciando dadi su un bersaglio in posizioni strane. E non chiedete altro). Poi ci si separa a caccia di cose: in questo momento succedono due cose importanti.

1- ci perdiamo Marco nel nulla. O meglio nella folla assurda che affluisce costantemente nel padiglione

2- Lui. Colui che all'epoca disse “ma si mandami la tua roba che magari ti pubblico con la mia casa editrice”. Uno dei responsabili della mia iniziazione ai Gdr gestisce lo stand i Magic e quando mi vede, casualmente, “stava cercando proprio me”e “se magari passi dopo ti presento il Nostro direttore editoriale che poi...” ovviamente, per quanto graviteremo per tutta la fiera intorno allo stand di Magic non rivedremo mai più costui. All'esterno del padiglione giochi si radunano alcuni espositori atipici: gente seduta per terra circondata da carabattole ma soprattutto raccoglitori di Magic intenti a contrattare scambi chiaramente svantaggiosi. Ce li facciamo tutti mentre Valerio e Vittu cercano delle carte da comprare. Qui sotto il mio eroe: un tizio che ha sparato 50 euro per una carta quotata su internet si e no 12 euro. L'onestà dei tossici.


Quando la fame si fa sentire mentre siamo in fila ai bagni (pulitissimi) e la pioggia decide a tratti di annaffiarci un po' per farci crescere un po' solo per dare fastidio. Ci si sposta verso la zona dei
fumetti bersagli: Zerocalcare, la Villain comics e il libro di professor Bartoli ma prima di tutto del cibo: la ressa è un qualcosa di terribile, usciti dall'area giochi la quantità di cosplayer aumenta notevolmente (tra cui una menzione speciale alla piratessa e al culo di “Maria Hill in tutina di pelle” ma stiamo divagando. Alla fine dopo alcuni giri, da cui siamo usciti solo perché la folla ci ha condotto come un fiume, si addentano hot dog con crauti e preziosi liquidi mentre osserviamo un po' di gente strana (tra cui due carabinieri che sfottono gente vestita da zombie). Valeri ci fa presente quanto lui odi i crauti e ripartiamo. Dei padiglioni fumetti sono subito chiare alcune cose:
-comprare una cosa di Zerocalcare è facile ma avere la dedica è un impresa troppo titanica per noi gente pigra. A vedere la fila mi fa un po' pena il poveretto preso in centinaia di fan in attesa di un disegno sull'albo. No che dico...quale pena. Voglio essere come lui!
-la Villian si nasconde in un luogo che non esiste nello spazio reale e credo che i ragazzi abbiano realizzato che i gagliardetti arancioni del loro stand sono stati il migliore investimento della fiera.
-l'area libri (quelli senza figure) è tranquilla, quasi a far pensare che gli espositori qui non siano graditi. Il prof procede a scriverci un raccontino dedicato a tutti e tre acquirenti poi qualche chiacchiera e saluti.
Chiamiamo Valentina, eroica disegnatrice che al momento è intenta nella lunga questua agli editori nell'Area Pro. Mi dimentico di usare la macchinetta per tutto il tortuoso viaggio fin lì non documentando così alcuni personaggi davvero ridicoli (tipo famigliola con: padre vestito da Superman, madre da Wonder Woman e figlio piccolo da Flash, traumi infantili inclusi).
L'ingresso dell'Area Pro riunisce tutta quella porzione di gente che non si sta divertendo. Quelli che aspettano di sapere se potranno lavorare con qualcuno o no. Valentina è lì in mezzo con il suo Book di disegni più grosso (e sicuramente più pesante di lei). Il nostro cazzeggio fa bene a quanto pare. Almeno al morale. Quando Vale viene chiamata dentro noi ci spostiamo enlla vicina chiesa sconsacrata dove è allestita una mostra ma in cui si trova il più grande dei tesori: POLTRONCINE!
Dopo il riposo ritorniamo al padiglione dei giochi. Magic, Magic e ancora Magic e cazzate varie. Tutti spendiamo più di quanto sia lecito. Alla scoperta di un cartello che recita: “partecipa al nostro dimostrativo e avrai in omaggio un mazzo di Magic” io e Marco ci imbuchiamo fingendoci verginelle e non tossici in cerca di una dose gratis. Il compito è reso difficile dal fatto che tutto lo stand di Magic è in mano a ragazzi di Napoli che grosso modo conosco. Per cui la fatica fatta per avere il mazzo non vale le carte sfigate che lo componevano.
Verso le 18 siamo in viaggio verso la stazione poi Pisa poi Mc Donald e infine stanza dove testiamo subito uno dei nuovi giochi...e lo testiamo fino a tardi.

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