lunedì 26 novembre 2012

Sconfitti in Partenza


La faccia di Tyler Durden quasi spunta dal televisore. “siamo solo la saltellante e danzante merda del mondo.” tu ci credi. Quando hai poco più di diciott'anni, ti ammazzi di seghe, non vedi né ti interessa un futuro l'idea di mandare a farsi fottere tutto, imbracciare un fucile e fare una strage prima di spararsi in bocca ha un suo macabro fascino. Senti della musica atroce, leggi cose che non sono buone nemmeno per pulirti il culo, frequenti persone che con una lobotomia frontale potrebbero diventare solo più interessanti, cammini per kilometri solo per sfogare tutta l'energia che avanza a fine giornata ed ogni volta la fai sembrare un impresa epica.
Hai un unica aspirazione, che ti ha inculcato Hollywood e tutta l'altra merda da cui ti fai bombardare, andarsene da eroi. Fare la differenza, ma intanto sono 45 minuti che fissi quella tizia sul divanetto vicino pensando a quanto sarebbe bello se lei ci stesse. Il tuo cervello sa fare un sacco di cose ma non sa che pesci prendere con il terrore nero che ti attanaglia ogni volta che la situazione si fa di vita o di morte.
Sei bravo ad inventare fesserie che poi usi come un soldato in trincea userebbe le pallottole. Ti dai arie da grande saggio, da quello che sa le cose, che ha avuto incredibili esperienze di vita. Non sai niente: la metà di quelle cose le inventi sul momento l'altra metà la deduci dal sentito dire. Solo un fremito sotto la barba rivela quell'impercettibile frammento di te che grida esasperato per tutte le idiozie. Quella piccola parte che aspetta solo di imbracciare il fucile e fare un po' di pulizia da tutta questa inutile merda che ti ostini a definire persone.
Non te ne frega niente: belle parole, bella musica e un corpo niente male circondato da un cissenefrega ricco come Donald Trump. Sei solo una merda in mezzo ad un mare di altre merde. Alcune di queste amano differenziarsi, far vedere che hanno cultura, che sanno e sanno pensare ma la scena è quasi sempre desolante. È impossibile che il mondo sia popolato da coglioni, e infatti non è così, ma poi ti blocchi. Fissi un punto a qualche centimetro a destra dei loro occhi ascoltando e cercando di afferrare una qualsiasi delle zattere impazzite perse nel tuo cervello.
Non sei una merda, almeno con la merda si concimano i campi, ci si da a mangiare alla gente. Sei una bottiglietta di plastica buttata sul ciglio della strada. Un rifiuto bipolare troppo occupato a valutare pro e contro per decidere che cazzo devi fare adesso.
Forse stai esagerando. Infondo sei buono. Un tenero e buono zerbino che pur di essere apprezzato si farebbe inculare da un rinoceronte se la cosa risultasse divertente. Buono, talmente buono da non fare una mossa se solo pensi possa ferire qualcuno. La scusa perfetta per non fare niente. Sei così buono da sorbirti tutte le puttanate che sfilano come nazisti in marcia al ritmo dei pensieri di chi ha capito tutto.
Dovresti essere solo una macchia di sperma sulle lenzuola nuziali e invece ti sei creduto persona.

Poso il rasoio fisso per un attimo la mia immagine nello specchio sporco. Il pizzetto è venuto un altra volta storto. Uno sguardo a metà tra il rabbioso e lo sprezzante mi viene restituito dall'interlocutore oltre il vetro. Sorrido, sorride anche lui.
Le paranoie vanno spremute a prima mattina col sole. Se sei sul fondo non puoi far altro che salire

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