mercoledì 25 aprile 2012

La Fine


La fisso negli occhi evitando di soffermarmi sul cespuglio di capelli ricci mal curati o su quella boccuccia querula che si ostina a sparare sentenze che non ho nessuna intenzione di sentire. Ho fatto qualcosa, o almeno lei crede che abbia fatto qualcosa, qualcosa di grave di storto e di moralmente terribile. Ovviamente prendendo ad esempio il suo limitato bagaglio di valori etici.

Lei mi fissa negli occhi vorrebbe trasmettermi astio e giusto furore ma tutto quello a cui riesco a pensare sono le palline da golf, la palla bianca del biliardo, il boccino che tirano i nonni prima di iniziare una partita ai giardinetti. Il cervello dipinge su queste immagini mentali un iride verde ed una stretta pupilla.



Lei fa una pausa incrociando le braccia sotto i senoni. Il suo linguaggio del corpo mi fa intuire che pretende una risposta ma io ero troppo occupato a paragonare le varie sfere ludiche ai suoi occhi sporgenti. Borbotto qualcosa, lei subito riattacca a sbraitare. L'orango peloso che da mesi ha preso il posto dell'Amore della Mia Vita si inizia ad allontanare per dare più teatralità al suo discorso.



Come cazzo abbiamo fatto a ridurci così?



Era iniziata in un idillio di sesso e divertimento. Finivamo uno le frasi dell'altra. Era perfetta una venere che non avrei mai sognato di avvicinare figuriamoci se avevo idea che ci avrei convissuto per quattro anni. Prima vestiti poi intimo, cosmetici, asciugamani ed accappatoi. In un mese si era subdolamente insediata nella mia vita. Ma ero felice all'epoca.



Adesso invece sono qui a farmi urlare contro da quest'orco frustrato che ha abbandonato l'arte della ceretta da anni. Questa becera caricatura di donna così piena di ansie da sentire la necessità di scaricarne un po' anche su di me. Va avanti da quasi un ora alternando grida rabbia e lacrime e non ho ancora trovato il punto della situazione.



Annuisco, fingo che mi interessi, provo a tranquillizzarla. Niente. Ha gli occhi gonfi per le lacrime. Come se i bulbi oculari a furia di dover trasmettere l'immagine riflessa della loro proprietaria stessero cercando di cascare dalle orbite.

Come se il vuoto dentro a quel teschio non li tirasse indietro. Cos'è successo? Era la mia dea, la mia musa, era tutto ciò che c'era di buono al mondo ed ora è solo questo un paio di occhi sporgenti.



Lei continua per un altro po' nel suo litigio solitario. Fino a qualche mese fa ci saremmo saltati alla giugulare pur di aver ragione nella più stupida delle discussioni. Adesso non me ne frega nulla. Non mi fa rabbia né tenerezze né frustrazione. Vedo solo quegli occhi.



Ha sempre avuto gli occhi sporgenti. Non è quello il punto, il punto è che è finita e ora me ne sto rendendo conto.

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