Che stupido.
Tradizionalmente al compleanno di
questo mio amico i di lui genitori si dedicano con decisione
all'antica arte culinaria greca per il sollazzo degli ospiti. Vorrei
dare la colpa a questo ma non basta e non sarebbe giusto e poi è
necessario andare con ordine.
Sono giorni che il mio fisico cerca di
mandarmi segnali. Segnali del tipo: guada che tra un po' ti ammali,
guarda che sei quasi malato, guarda come stai storto di stomaco ed
altri segnali poco edificanti di questo genere.
È ovvio che li ho ignorati tutti, e
per poco mi sentivo pure bene. Per poco. Come dicevo avrei voluto
dare la colpa alle pite fatte in casa unte e bisunte, elle polpettine
inchimmose ma buone alle patate al forno o alle copiose quantità di
vino incurgitate ma la colpa è solo mia e si può riassumere con
l'essere caduti nella stessa trappola che stavamo progettando.
Dovete sapere che il Greco è andato
per un mese in cina a vagabondare, fare il turista e farsi perculare.
Lui e il suo turpe socio sono poi con una strana bottiglia dalla
forma esotica e colore brillante. Loro sostengono che il liquido
all'interno è liquore cinese. Noi vittime sospettiamo che sia
qualcosa di molto peggio, qualcosa che normalmente in cian si usa per
diluire il gasolio o in complicate reazioni chimiche.
Fatto sta che, preda di dionisiaco
entusisamo, ne ho buttato giù un bicchierino convinto che avesse un
effetto simile alla grappa digestiva o simili. Il liquido incolore va
giù andando ad incontrare le due pite, le polpette, le patate e un
mare di vino. Non ne sento il sapore solo un violento bruciore in
tutto lo stomaco mentre gli organi interni prendono fuoco.
Da lì collasso totale dei sistemi:
ogni forma di appetito sparisce mentre mi impegno a tener dentro
quello che già c'è e che sembra lievitare, poi perdita della
capacità cognitive e della volontà di alzarsi dal divano. Infine
una tosse rauca con annessi sforzi di vomito e respiro affannoso.
Per farla breve una piena sindrome post
“pranzo di matrimonio” unita all'abisso alcolico.
Ho lottato, ho almeno ci ho provato. Ma
ho fallito.
Grazie a dio che son tornato a casa.
Ma ancora quel saporaccio torna in
bocca ad ogni rutto. E il mio fegato grida vendetta.
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