lunedì 21 gennaio 2013

La Furia del ferro


L'ombra alla base delle montagne è nera come i mantelli delle creature che la circondano. Il paesaggio è composto da rocce brulle e cespugli che tenacemente cercano di rimanere aggrappati alla vita. Qui la luce del sole non arriva mai se non per pochi secondi. Questo è il dominio del vento, del magma e del gelo.
Le terre brulle. I maestri dicono che qui vivono i demoni, due leghe più a sud c'è il fiume Artiglio: il confine della civiltà. Perché oltre il fiume non c'è nulla oltre che il male.
Eppure lei ed il suo popolo chiama queste lande casa. Così è stato e sempre sarà per volere degli dei e degli antenati.

Sono in sei. Avvolti in mantelli scuri come la notte, Ombre che vivono tra le montagne servendo il Prigioniero. Al tramonto di ogni nuovo ciclo sciamano sui villaggi alle pendici delle montagne in cerca del tributo di sangue e vita che gli spetta. La gente li teme, per il bene del villaggio giovani infanti vengono sacrificati ai servi del Prigioniero. Perché questa è la legge. Perché non si può fare altro.
Alla spalle di Breena le mura di legno del villaggio. Dietro le palizzate la gente la osserva come si guarda un pazzo. Davanti a lei sei Ombre nere avvolte tra stracci e catene. La stoffa mossa dal vento rivela zanne e artigli.
Si osservano per un istante. Poi è battaglia: Breena scatta in avanti roteando lo spadone le Ombre convergono su di lei. Catene, artigli e zanne le piovono addosso come una tempesta invernale. Lei non bada ai tagli che le si aprono sul corpo l'enorme pezzo di ferro che lei chiama spada si abbatte su una delle creature segandola in due. Accompagnando la potenza del colpo rotea sul posto giusto in tempo per parare gli artigli di un altra Ombra. Le catene di una terza le bloccano un braccio ma il peso della spada e la forza del colpo trascinano la cosa sul terreno. Un altra Ombra viene tagliata in due tra schizzi di roccia e sangue nero pece. Prima che le siano addosso Breena balza di lato per un attimo si accovaccia ansimando.

Il nord è una terra dura. I clan che vivono ai piedi delle montagne del Prigioniero sono duri come il ferro, il loro impeto brucia come il magma. Sono nati con la spada in pugno, secoli fa gli antenati di Breena si sono stabiliti tra quei monti, legati agli spiriti della terra e ai vecchi dei. Le loro spade ed asce come unica barriera tra le creature del Prigioniero e le fertili terre a sud del Fiume Artiglio. Hanno combattuto battaglie gloriose contro le Ombre, ogni clan vanta decine di eroi morti per difendere il giuramento fatto dagli antenati.
Poi è arrivato il declino. Il freddo, la notte e le Ombre hanno portato via il coraggio e la furia ai clan. Da guardiani i popoli del nord sono diventati vittime del Prigioniero. Sono passati anni da quando l'ultimo campione dei barbari ha sfidato le Ombre.

Sono questi i pensieri di Breena mentre le Ombre davanti a lei si fondono e si ingrossano in una nube nera. Le ombre prosperano nella paura e lei e il suo popolo non possono fare a meno di temerle.
Ancora inginocchiata fissa la massa informe di oscurità prendere le sembianze di un mostruoso gigante.
Breena sorride. Un sorriso di sfida di chi si è reso conto di non avere più nulla da perdere. Perché ora quando lei cadrà anche la sua gente pagherà il prezzo del suo affronto.
La cosa si lancia verso di lei con una velocità incredibile per la sua massa.
Il grido di battaglia risuona tra le montagne. Le gambe di Breena scattano solleva lo spadone sopra la testa puntando al cranio dell'Ombra. Il pugno della creatura la centra in pieno lanciandola di lato. Lei usa il peso della spada per roteare in aria. I piedi toccano la palizzata sfondandola. È solo un attimo poi Breena è di nuovo in aria con un secondo balzo i muscoli tesi percorsi da una forza non sua.
La Furia degli antenati è in lei. Lo spadone si abbatte sul ginocchio del gigante mozzando cartilagini e muscoli di tenebra. Le catene della cosa la flagellano ma lei ignora il dolore e continua a colpire una, due, cento volte. Il suo sangue si mischia a quello del nemico spargendosi sulla nuda roccia assetata.
La creatura spalanca le fauci, un primo getto di fiamme gelide colpisce il punto dove fino ad un attimo fa si trovava Breena. Il braccio della guerriera si copre di brina e schegge di ghiaccio. La mente ed il corpo di Breena non sono più suoi. Insieme a lei e la sua furia ci sono i suoi antenati ed i suoi dei. Non sente il dolore. Il braccio congelato continua a muoversi mentre la guerriera schiva in cerca del colpo che le farà chiudere il combattimento.
La cosa la segue cercando di afferrarla la ferita sulla gamba si sta rapidamente chiudendo, l'Ombra è eterna, Breena è solo una guerriera mortale.
Un altro balzo in avanti, un altro attacco privo di speranza. La creatura scansa il suo fendente ma Breena usa il suo slancio dando una spallata alla creatura con tutta la forza che ha. La spalla si spezza ma la creatura cade sulla schiena. Breena gli è subito addosso nelle fauci dell'Ombra sta nascendo un nuovo getto di gelo. Breena si tuffa in avanti, la lama dello spadone puntata verso le fauci dell'Ombra.
L'ondata di gelo la prende in pieno ma la lama affonda nella bocca della creatura fino a sbattere sulla roccia sottostante. L?ombra rimane immobile per un attimo poi si dissipa in una massa di fumo nero.
Breena cade a terra ansimante. Ora c'è solo lei sul campo di battaglia, il dolore è tornato. Le sue membra sono semi congelate ma lentamente inizia ad alzarsi puntellandosi con lo spadone. Ansima, sputa un grumo di sangue. Per un istante barcolla, quasi ricade al suolo, ma è solo un istante.
Il grido di trionfo di Breena risuona tra le montagne come la voce degli dei. L'eco lo fa rimbombare tra le valli. Breena grida a pieni polmoni come decine di antenati hanno fatto prima di lei. Grida con tutta la forza che le è rimasta così che il Prigioniero, nella sua dimora di fiamme, sappia di aver perso il dominio sulla sua gente.

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