L'ombra alla base delle montagne è
nera come i mantelli delle creature che la circondano. Il paesaggio è
composto da rocce brulle e cespugli che tenacemente cercano di
rimanere aggrappati alla vita. Qui la luce del sole non arriva mai se
non per pochi secondi. Questo è il dominio del vento, del magma e
del gelo.
Le terre brulle. I maestri dicono che
qui vivono i demoni, due leghe più a sud c'è il fiume Artiglio: il
confine della civiltà. Perché oltre il fiume non c'è nulla oltre
che il male.
Eppure lei ed il suo popolo chiama
queste lande casa. Così è stato e sempre sarà per volere degli dei
e degli antenati.
Sono in sei. Avvolti in mantelli scuri
come la notte, Ombre che vivono tra le montagne servendo il
Prigioniero. Al tramonto di ogni nuovo ciclo sciamano sui villaggi
alle pendici delle montagne in cerca del tributo di sangue e vita che
gli spetta. La gente li teme, per il bene del villaggio giovani
infanti vengono sacrificati ai servi del Prigioniero. Perché questa
è la legge. Perché non si può fare altro.
Alla spalle di Breena le mura di legno
del villaggio. Dietro le palizzate la gente la osserva come si guarda
un pazzo. Davanti a lei sei Ombre nere avvolte tra stracci e catene.
La stoffa mossa dal vento rivela zanne e artigli.
Si osservano per un istante. Poi è
battaglia: Breena scatta in avanti roteando lo spadone le Ombre
convergono su di lei. Catene, artigli e zanne le piovono addosso come
una tempesta invernale. Lei non bada ai tagli che le si aprono sul
corpo l'enorme pezzo di ferro che lei chiama spada si abbatte su una
delle creature segandola in due. Accompagnando la potenza del colpo
rotea sul posto giusto in tempo per parare gli artigli di un altra
Ombra. Le catene di una terza le bloccano un braccio ma il peso della
spada e la forza del colpo trascinano la cosa sul terreno. Un altra
Ombra viene tagliata in due tra schizzi di roccia e sangue nero pece.
Prima che le siano addosso Breena balza di lato per un attimo si
accovaccia ansimando.
Il nord è una terra dura. I clan che
vivono ai piedi delle montagne del Prigioniero sono duri come il
ferro, il loro impeto brucia come il magma. Sono nati con la spada in
pugno, secoli fa gli antenati di Breena si sono stabiliti tra quei
monti, legati agli spiriti della terra e ai vecchi dei. Le loro spade
ed asce come unica barriera tra le creature del Prigioniero e le
fertili terre a sud del Fiume Artiglio. Hanno combattuto battaglie
gloriose contro le Ombre, ogni clan vanta decine di eroi morti per
difendere il giuramento fatto dagli antenati.
Poi è arrivato il declino. Il freddo,
la notte e le Ombre hanno portato via il coraggio e la furia ai clan.
Da guardiani i popoli del nord sono diventati vittime del
Prigioniero. Sono passati anni da quando l'ultimo campione dei
barbari ha sfidato le Ombre.
Sono questi i pensieri di Breena mentre
le Ombre davanti a lei si fondono e si ingrossano in una nube nera.
Le ombre prosperano nella paura e lei e il suo popolo non possono
fare a meno di temerle.
Ancora inginocchiata fissa la massa
informe di oscurità prendere le sembianze di un mostruoso gigante.
Breena sorride. Un sorriso di sfida di
chi si è reso conto di non avere più nulla da perdere. Perché ora
quando lei cadrà anche la sua gente pagherà il prezzo del suo
affronto.
La cosa si lancia verso di lei con una
velocità incredibile per la sua massa.
Il grido di battaglia risuona tra le
montagne. Le gambe di Breena scattano solleva lo spadone sopra la
testa puntando al cranio dell'Ombra. Il pugno della creatura la
centra in pieno lanciandola di lato. Lei usa il peso della spada per
roteare in aria. I piedi toccano la palizzata sfondandola. È solo un
attimo poi Breena è di nuovo in aria con un secondo balzo i muscoli
tesi percorsi da una forza non sua.
La Furia degli antenati è in lei. Lo
spadone si abbatte sul ginocchio del gigante mozzando cartilagini e
muscoli di tenebra. Le catene della cosa la flagellano ma lei ignora
il dolore e continua a colpire una, due, cento volte. Il suo sangue
si mischia a quello del nemico spargendosi sulla nuda roccia
assetata.
La creatura spalanca le fauci, un primo
getto di fiamme gelide colpisce il punto dove fino ad un attimo fa si
trovava Breena. Il braccio della guerriera si copre di brina e
schegge di ghiaccio. La mente ed il corpo di Breena non sono più
suoi. Insieme a lei e la sua furia ci sono i suoi antenati ed i suoi
dei. Non sente il dolore. Il braccio congelato continua a muoversi
mentre la guerriera schiva in cerca del colpo che le farà chiudere
il combattimento.
La cosa la segue cercando di afferrarla
la ferita sulla gamba si sta rapidamente chiudendo, l'Ombra è
eterna, Breena è solo una guerriera mortale.
Un altro balzo in avanti, un altro
attacco privo di speranza. La creatura scansa il suo fendente ma
Breena usa il suo slancio dando una spallata alla creatura con tutta
la forza che ha. La spalla si spezza ma la creatura cade sulla
schiena. Breena gli è subito addosso nelle fauci dell'Ombra sta
nascendo un nuovo getto di gelo. Breena si tuffa in avanti, la lama
dello spadone puntata verso le fauci dell'Ombra.
L'ondata di gelo la prende in pieno ma
la lama affonda nella bocca della creatura fino a sbattere sulla
roccia sottostante. L?ombra rimane immobile per un attimo poi si
dissipa in una massa di fumo nero.
Breena cade a terra ansimante. Ora c'è
solo lei sul campo di battaglia, il dolore è tornato. Le sue membra
sono semi congelate ma lentamente inizia ad alzarsi puntellandosi con
lo spadone. Ansima, sputa un grumo di sangue. Per un istante
barcolla, quasi ricade al suolo, ma è solo un istante.
Il grido di trionfo di Breena risuona
tra le montagne come la voce degli dei. L'eco lo fa rimbombare tra le
valli. Breena grida a pieni polmoni come decine di antenati hanno
fatto prima di lei. Grida con tutta la forza che le è rimasta così
che il Prigioniero, nella sua dimora di fiamme, sappia di aver perso
il dominio sulla sua gente.
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