mercoledì 16 gennaio 2013

ALL IN


Diciamo che ci ho provato. In teoria ho abbastanza birra in corpo per esprimermi in maniera poetica ma proprio non mi viene stasera. In questa notte piovosa sono lo stitico sulla tazza del cesso dell'immaginazione.
Quindi procederò con i pensierini delle elementari.
Sarà che quando piove come ha piovuto oggi hai un sacco di tempo per pensare ma il succo è che le cose non vanno bene.
O meglio, vanno benissimo da un lato e tragicamente male dall'altro.
Si, confesso che quando è iniziata questa storia pensavo fosse tutto molto più semplice. Com'è ovvio invece sono ancora qui. Fermo.
Se faccio due conti non sono andato troppo in là rispetto al punto di partenza.
Non ho un lavoro e per quanto reciti benissimo la parte di “quello che aspetta la telefonata importante” non credo lo avrò a breve termine.
A trent'anni mantenuto dalla famiglia non è una bella cosa. Puoi metterci tutti i fiocchetti ed i nastrini che vuoi ma suona comunque di merda.
La sceneggiatura e tutti i grandi progetti? Scorregge al centro di un uragano.
C'è gente che disegna, ci sono cose che scrivo ma la sensazione di star seduto a farmi pippe mentali non va via.
Non è un lavoro se nessuno si piglia manco la briga di sputarti in faccia.
Sto alla Prova centrale o devo ancora superare la prima soglia?
Sono scoraggiato perché nel mondo vero non ci sono i colpi di culo ma solo le occasioni perse. Nel mondo vero quando lei si gira e se ne va non si guarda indietro.
Certe volte mi sento a vacante. Ok, l'inadeguatezza e l'inutilità sono state mie compagne di vita sin dall'adolescenza non è quello il problema.
Il problema è che probabilmente non ce la farò. Non è la prima volta sicuro ma non farcela stavolta sarebbe infinitamente peggio.
Per cui, come i peggiori giocatori di poker con l'acqua alla gola, faccio l'unica cosa che mi viene in mente.
All in. A come viene viene.
Magari queste carte basse bastano per incastrare una scala. 

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