lunedì 24 settembre 2012

O'Munaciello


Non sono un paranoico. No signore, anche se mentre scrivo queste righe ogni tanto mi guardo le spalle, anche se nel dormiveglia vedo qualcosa nell'angolo tra muro e armadio che poi si rivela essere il ventilatore. Non sono paranoico e non sono pazzo, ma lo ha detto il nippolo di polvere con cui condivido la stanza, smezziamo l'affitto e parliamo di filosofia fino a tarda notte. E prima che lo chiediate quelle pillole colorate le prendo solo per insaporire i pasti tristi del fuorisede single.



La famiglia Esposito al completo ha invaso casa recentemente. Non so se sia davvero il cognome della tizia nuova ma per non allontanarci troppo dai luoghi comuni direi che Esposito per una napoletana vada bene. Comunque in pochi giorni prima è venuta la madre e poi al sorella. Vista la naturale ospitalità l'altra stanza che dava accesso al balcone è stata apparecchiata per la sorella di Daniela. L'assenza delle “due della doppia” e di ogni generale regolarità dei cicli del sonno delle due sorelle hanno fatto si che l'ultimo week end lo vivessi più a casa di Aurora (grazie assai per l'ospitalità e la pazienza. È dura avere un barbone per casa) che da me.



Ci sono cose che nella vita si danno per scontate come ad esempio che lavare un quintale di piatti alle tre di notte discutendo dei fatti propri possa dar fastidio o che le amabili chiacchiere romantiche fuori al balcone sono ancora meglio quando il tizio della stanza di fianco non sta cercando di dormire o scrivere e, per inciso, muore dalla voglia di mettere bocca nella discussione. Dovevo scendermene a Napoli venerdì, i fatti lo dimostrano. Credo che tutto sto casino sia una punizione per aver illuso Daniela che mi toglievo dalle scatole nel fine settimana. Me lo merito.



In più sta succedendo qualcosa, qualcosa di misterioso che se non fossi paranoico, impressionabile e pazzo non salterebbe ai meriti di cronaca. Ho già accennato al fatto che c'è qualcosa qui e credo di aver identificato questo qualcosa.

Posate e bicchieri spariscono, non si trova una cosa nello stesso posto manco a inchiodarla, da quando ho perso sto pessimo vizio di non chiudermi a chiave in camera la porta la trovo sempre semi aperta. Poco un paio di cm ma sono sicuro che l'avevo chiusa. Sicuro come può essere sicura di qualcosa una persona che ha passato l'ultima mezzora a cercare gli occhiali che aveva sul naso, mi rendo conto che è poco, ma questo è il massimo della sicurezza che posso concedere.



Esiste uno spiritello domestico della tradizione napoletana che coincide perfettamente con gli ultimi avvenimenti: il Munaciello. È una creatura dispettosa e amante degli scherzi ma in fondo benevola. Secondo i racconti popolari non dovrei nemmeno scriverlo perché la gente parla e non gli piacciono i pettegolezzi. Sempre secondo la tradizione dovrei lasciargli qualche dono durante la notte (sigarette o cibo preparato con le mani mie in base alla tradizione) o onorarlo facendo dormire una bella donna seminuda nel mio letto (in quest'ultimo caso saremmo contenti in due). Facendo un rapido calcolo per ora dovrà accontentarsi di fumare.



Ci sono altre possibili soluzioni al mistero: la paranoia suggerisce che magari qualcuno mi spia allargando la porta quel tanto che basta per vedere se ci sono e che sto facendo. Un altra parte di me crede che le correnti ascensionali che si formano in casa (qui chiudere le finestre è una cosa che credo violi una qualche etichetta) fanno aprire la porta (è una di quelle a scorrimento su un binario non ha cardini).



Ma francamente preferirei di gran lunga si trattasse del Munaciello perchè l'idea di essere spiato da qualcuno mi manda oltre la normale dose di paranoia che posso gestire.


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