lunedì 10 settembre 2012

Nome in codice "Gibbone"

Ogni tanto la Scuola Internazionale di Comics riesce a fare belle cose oltre che prendersi soldi dai suoi alunni. C'è da dargli merito per questo. Un paio di giorni fa sulla pagina Facebook della sede di Roma è spuntato un avviso (un aggiornamento di stato per la precisione) l'avviso annunciava la presenza di Dave Gibbons in un incontro con gli alunni del corso di fumetto.

Lasciando stare la “mastodontica” campagna pubblicitaria dedicata all'evento in se. È cosa nota che né io né il resto della truppa (Chiara, Valerio, Max e altri) siamo alunni del corso di fumetto ma per una cosa del genere (GRATIS) era lecito fare un tentativo. Il piano era fingersi nuovi iscritti o nascondersi dietro Valentina all'entrata. Ma comunque questo popò di ospite meritava almeno un tentativo.



So cosa tutti si stanno chiedendo: “ma chi è Dave Gibbons?” beata ignoranza.



Per rispondere bisogna fare un salto indietro verso gli anni ottanta del fumetto. Un epoca splendente dove tutto era puro e innocente, e diciamocelo anche un po' noioso. Nei fumetti di supereroi i buoni erano i buoni i cattivi i cattivi e le cose erano chiare e cristalline.

Poi venne Watchmen. Non basterebbe tutto il blog a spiegare esattamente di cosa si tratta ma il principio di fondo è che Alan Moore scrisse la storia di un gruppo di supereroi sconosciuti e di come la loro presenza avesse cambiato il mondo. Questa non era la novità in se per sé. La novità fu che lui scrisse tutto questo e lo rese credibile filtrandolo con la lente del mondo vero. Ne venne fuori un capolavoro ineguagliabile con tanti e tanti di quei piani di lettura da rendere esatto il seguente paragone: Watchmen sta al fumetto come la Divina Commedia sta alla letteratura. Basti anche solo pensare che Watchmen è l'unico fumetto presente nella classifica di Time dei 100 capolavori del '900.



e chi ha disegnato Watchmen? Esatto, Dave Gibbons. È stato capace di prendere la sceneggiatura di Moore e disegnarla con una forza magnifica e di migliorarla con piccole aggiunte e altre genialate (un giorno proverò a farvi sapere. Per ora basti dire che il film che potreste aver visto al cinema NON E' NULLA A CONFRONTO).



Fatta questa premessa spero capiate il perchè tale conferenza aveva la sua importanza quasi capitale. Quelli di scuola sono stati più che generosi lasciando entrare chiunque pur di avere una sala bella piena per impressionare l'ospite.



Gibbons è una persona disponibile che si è prestato ad una serie di domande più o meno intelligenti sul mestiere e su come si sopravvive o si prova a fare nell'ambiente. Qui di sotto alcune delel cose che mi sono rimaste più impresse:



-la parte importante del lavoro è fare il layout e gli schizzi preparatori. Una volta capito che tutto funziona il resto è in discesa.

-secondo la sua versione dei fatti né lui né Moore avevano idea che Watchmen sarebbe stata la pietra miliare del fumetto che è diventata. Per loro era solo una “storia che gli sarebbe piaciuto leggere”.

-sceneggiatore e disegnatore devono lavorare di concerto senza scannarsi per la paternità delle idee restando disponibili a trasformarle. La somma fa sempre il totale direbbe mio nonno.

-è inutile fare una vignetta fantastica se poi il resto della pagina ci perde. È sempre bene avere un equilibrio. Più le vignette sono complementari più la pagina ne guadagna.

-il fumetto è un arte che a fatica viene presa sul serio perchè a volte non lo prendono sul serio manco gli addetti ai lavori.

-nessuno nasce imparato ma il “talento” o lo tieni o non lo tieni poi la differenza è tutta nella preparazione.

-il successo in questo campo è composto per metà da bravura e metà da fortuna.



Infine premio alla domanda più fessa formulata da uno dei tizi di scuola. Credo il direttore della plurifallita E-comicx:



“come si insegna l'immaginazione secondo te?”

“come si insegna il talento. O lo tieni o cambi mestiere”



Amen fratello.

Nessun commento:

Posta un commento