Lasciando stare la “mastodontica”
campagna pubblicitaria dedicata all'evento in se. È cosa nota che né
io né il resto della truppa (Chiara, Valerio, Max e altri) siamo
alunni del corso di fumetto ma per una cosa del genere (GRATIS) era
lecito fare un tentativo. Il piano era fingersi nuovi iscritti o
nascondersi dietro Valentina all'entrata. Ma comunque questo popò di
ospite meritava almeno un tentativo.
So cosa tutti si stanno chiedendo: “ma
chi è Dave Gibbons?” beata ignoranza.
Per rispondere bisogna fare un salto
indietro verso gli anni ottanta del fumetto. Un epoca splendente dove
tutto era puro e innocente, e diciamocelo anche un po' noioso. Nei
fumetti di supereroi i buoni erano i buoni i cattivi i cattivi e le
cose erano chiare e cristalline.
Poi venne Watchmen. Non basterebbe
tutto il blog a spiegare esattamente di cosa si tratta ma il
principio di fondo è che Alan Moore scrisse la storia di un gruppo
di supereroi sconosciuti e di come la loro presenza avesse cambiato
il mondo. Questa non era la novità in se per sé. La novità fu che
lui scrisse tutto questo e lo rese credibile filtrandolo con la lente
del mondo vero. Ne venne fuori un capolavoro ineguagliabile con tanti
e tanti di quei piani di lettura da rendere esatto il seguente
paragone: Watchmen sta al fumetto come la Divina Commedia sta alla
letteratura. Basti anche solo pensare che Watchmen è l'unico fumetto
presente nella classifica di Time dei 100 capolavori del '900.
e chi ha disegnato Watchmen? Esatto,
Dave Gibbons. È stato capace di prendere la sceneggiatura di Moore e
disegnarla con una forza magnifica e di migliorarla con piccole
aggiunte e altre genialate (un giorno proverò a farvi sapere. Per
ora basti dire che il film che potreste aver visto al cinema NON E'
NULLA A CONFRONTO).
Fatta questa premessa spero capiate il
perchè tale conferenza aveva la sua importanza quasi capitale.
Quelli di scuola sono stati più che generosi lasciando entrare
chiunque pur di avere una sala bella piena per impressionare
l'ospite.
Gibbons è una persona disponibile che
si è prestato ad una serie di domande più o meno intelligenti sul
mestiere e su come si sopravvive o si prova a fare nell'ambiente.
Qui di sotto alcune delel cose che mi sono rimaste più impresse:
-la parte importante del lavoro è fare
il layout e gli schizzi preparatori. Una volta capito che tutto
funziona il resto è in discesa.
-secondo la sua versione dei fatti né
lui né Moore avevano idea che Watchmen sarebbe stata la pietra
miliare del fumetto che è diventata. Per loro era solo una “storia
che gli sarebbe piaciuto leggere”.
-sceneggiatore e disegnatore devono
lavorare di concerto senza scannarsi per la paternità delle idee
restando disponibili a trasformarle. La somma fa sempre il totale
direbbe mio nonno.
-è inutile fare una vignetta
fantastica se poi il resto della pagina ci perde. È sempre bene
avere un equilibrio. Più le vignette sono complementari più la
pagina ne guadagna.
-il fumetto è un arte che a fatica
viene presa sul serio perchè a volte non lo prendono sul serio manco
gli addetti ai lavori.
-nessuno nasce imparato ma il “talento”
o lo tieni o non lo tieni poi la differenza è tutta nella
preparazione.
-il successo in questo campo è
composto per metà da bravura e metà da fortuna.
Infine premio alla domanda più fessa
formulata da uno dei tizi di scuola. Credo il direttore della
plurifallita E-comicx:
“come si insegna l'immaginazione
secondo te?”
“come si insegna il talento. O lo
tieni o cambi mestiere”
Amen fratello.
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