sabato 1 settembre 2012

Domani


E' notte fonda, non ho sonno ma anche se lo avessi un improvvisa paranoia sui ragni me lo fa passare. Se anche non fossi diventato pazzo tutto in una botta resterebbero comunque i suoni della strada a tenermi sveglio. Se anche lì cadesse il silenzio ci sarebbe sempre il problema del freddo: prima piacevole, poi eccessivo, poi nuovamente agognato appena spunta una coperta. Insomma è una di Quelle notti. Quelle che non dormi perchè così è stato deciso. Magari avresti avuto più fortuna se avessi evitato di fare le due ma arrivati a questo punto è inutile lamentarsi.



Il sonno è passato l'ipod è scarico, il libro è noioso e non resta altro da fare se non fissare il soffitto con l'aria di chi sta pensando a qualcosa d'importante. Potrei reinstallare League of Legend ed appicciarmi sullo schermo del portatile fino alle luci dell'alba mentre mi meno con russi e giapponesi. Ci penso un attimo. No meglio di no. Sarebbe come un ex tossico che si fa una pera in onore dei “bei tempi andati”. Fisso il soffitto, che aria da filosofo mi deve dare. La notte fa questo brutto effetto.



La mente vaga in cerca di un occupazione passeggia nel suo piccolo studio d'osso e cartilagine senza badare alle decorazioni di materia grigia. Avanti e indietro per un po', borbotta, guarda qualche scartoffia, poi prende l'agenda e inizia a fare il punto della situazione:



domani mattina mi sveglio presto le otto, otto e mezza massimo. Mi faccio il caffè. Quel tipo di caffè che serve a svegliarsi veramente, quel caffè che si beve in piedi e non seduto davanti al portatile cazzeggiando. Mi rado, mi faccio la doccia e poi scendo, vado a portare i curriculum alle agenzie, ai ristoranti, ai supermercati e ai pub.

Poi torno a casa verso mezzogiorno. Accendo il portatile e mi metto a cercare qualcosa su internet. Questa volta lo faccio per bene, non mi fermerò scoraggiato al quarto annuncio dicendo “non ci sta niente, crisi di merda”. Questa volta andrò fino in fondo alla pagina e poi continuerò ancora.

Verso l'una e mezza le due metto su il pentolino, faccio bollire l'acqua e mi preparo qualcosa. Questa volta dopo mangiato lavo subito tutto perchè mai più si deve formare quella montagnella di piatti sporchi in cucina.

Una volta finito di fare i mestieri di casa da brava finta massaia torno al portatile. Non cago di striscio facebook e tutto il resto. Non mi metto manco ad aprire la mail in modo compulsivo. Apro un file word, di quelli già iniziati, e scrivo. Quando il cervello si stanca di pensare sempre alla stessa cosa salvo e passo al prossimo e così via fino alle sei e mezza.

A questo punto scendo. Non prendo la metro o i bus, cammino. Se dice bene vado a trovare Aurora, prendo un caffè, due chiacchiere e poi me ne torno per ora di cena. Se dice male cammino e basta finchè non è ora di ritornare.

Cucino anche la cena prendendo dalle scorte portate su da Napoli, lascio perdere la pizza al trancio il pub e la birreria, lascio perdere pure la Peroni in offerta sulla via del ritorno. Torno mangio e poi ricomincio a scrivere, più soft: mezzora di scrittura, un capitolo di lettura e via così finchè non si fa ora di dormire.



Si, mi piace. Da domani inizio.



Da domani.

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