Mi sono sempre considerato uno che
legge molto ma ultimamente le mie certezze vanno vacillando davanti a
certe verità che mi cadono in testa. Ad esempio: certi libri e certi
scrittori li puoi ignorare solo fino ad un certo punto.
Ellroy è uno di questi. Anzi,
diciamola meglio: Ellroy è un genio.
In questo libro riesce in una delle
cose più difficili in assoluto e sembra riuscirci con naturalezza.
Ma andiamo per gradi.
American Tabloid
racconta le vicende di tre “pezzi di merda molto competenti”
durante uno dei periodi più interessanti della storia recente
americana: l'ascesa e la caduta dei Kennedy. Il racconto prosegue
seguendo i punti di vista dei tre personaggi intrecciandosi con fatti
realmente accaduti e personaggi reali. Man mano che la storia va
avanti diventa sempre più difficile distinguere la finzione dalla
realtà ci sono complotti, intrighi, tradimenti e tre splendide
figure umane che seguono tutte il loro percorso da prima
a dopo.
Le vicende si
intrecciano seguendo il filo della lotta ai comunisti americani,
della rivoluzione cubana, dell'ascesa della mafia in America fino al
più famoso attentato della storia americana.
È un libro
difficile: ci sono decine di personaggi e di intrecci, decine di
punti di vista differenti che si mischiano con verità storiche e
pura finzione. Poliziotti corrotti, agenti idealisti, ricattatori,
mafiosi e figure patetiche di ogni tipo ma talmente umane e credibili
da coinvolgerti fino alla fine.
Ogni personaggio ha
le sue caratteristiche: una “voce” un carattere e un linguaggio
unici permettendo così al lettore di identificarlo nelle prime linee
di dialogo anche se non ricorda il nome.
Niente è lasciato
al caso. Timidi accenni nella parte iniziale diventano sottotrame
sempre più intricate nello svilupparsi della vicenda.
È un libro
difficile anche da scrivere (l'ho già detto che Ellroy è un
genio?). Senza contare tutta la preparazione che ci sta dietro
basterebbe considerare la quantità di trame e sottotrame che vengono
portate avanti. A vole con “trucchi” come finte trascrizioni di
documenti segreti altre volte con titoli di giornali scandalistici.
Ma il più grosso
pregio va senz'altro al coinvolgimento. Il libro racconta eventi che
già tutti sappiamo: la Baia dei Porci, l'omicidio di Kennedy ma tu
lettore stai comunque lì a sentire l'ansia per i protagonisti. Sai
che non ce la faranno o che riusciranno perché “è storia” ma
fai lo stesso il tifo per loro.
Loro che alla fine
sono i cattivi: sono quelli che hanno aiutato la mafia americana ad
essere quel che è, sono quelli che hanno organizzato l'omicidio di
Kennedy, che trafficano con al CIA per rovesciare Castro. Il più
grande segno della bravura di uno scrittore è quella di farti
empatizzare a questi livelli con personaggi moralmente così lontani
da noi.
VOTO: 10 da leggere
per forza.
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