Vorrei iniziare questa recensione come
tante altre uscite su internet. Ovvero decantando la mia immensa
passione per i film di Bruce Lee e di arti marziali in generale. Solo
che mentirei. Io sto con Bud Spencer.
I più arguti di voi passando per le
edicole potranno notare come questo fumetto sia in realtà arrivato
agilmente al numero 3. Quindi come minimo sono un po' in ritardo sui
tempi per una recensione del numero 1. Infondo non ho mai avuto
pretese di esclusiva, quindi, sti cazzi.
Ma prendiamo questo evento come primo
spunto. Quest'albo è stato pubblicizzato per mari, fiere e monti con
una rara maestria. Gli appassionati del genere stavano con una
discreta scimmia. Io con una giusta dose di curiosità. Il giorno
dell'uscita e successivi però pare che nessuna delle edicole di Roma
e Napoli che toccassi avesse sentore dell'esistenza di questo albo.
Qualcosa nella distribuzione è andato
storto. Probabile che in Aurea abbiano affidato il tutto nelle mano
di un maestro errante di Kung fu dicendogli
“senti, se ti trovi a passare per un
edicola lascia giù questi:”
“Eh ma a me che ne viene?”
“Su sei un saggio maestro zen mica te
le dobbiamo spiegare noi 'ste cose!”
A giudicare dai risultati era meglio
che le spiegavano.
Ma andiamo ad aprire l'albo e vedere,a
finale, di cosa diamine stiamo cianciando.
Long Wei è una giovane controfigura
della comparsa i un passante che poi muore nel cinema cinese. Lavora
nei film di arti marziali, è un tipo a posto solo che nessuno gli da
una possibilità. Perché, anche se relegato al ruolo di comparsa il
nostro amico effettivamente tira certi schiaffoni ninja che...
insomma avete capito.
Ma queste sono solo le premesse. La
storia vera inizia a Milano, in una bisca di cinesi. Dove lo zio
fesso di turno viene bistrattato dal cattivone. La trama da questo
punto in poi segue i binari più classici possibile. Ovvero arriva
lui e risolve tutto a schiaffoni. Il cattivo fa quello che fanno i
cattivi in questi casi e alla fine happy ending e tutti a casa a
mangiare e ridere.
Nel complesso uno potrebbe dire che la
trama è un po' scarna. Ci sono però molti ma da tener presente: è
comunque un primo numero che, oltre a dare qualcosa di interessante
al lettore, deve anche metter giù le premesse per lo sviluppo
seriale.
In definitiva ci sta che la trama del
numero 1 sia agilmente contenuta su un tovagliolino da bar a patto
(patto rispettato da quel che mi dicono degli altri numeri) che il
livello dell'intreccio migliori nei numeri successivi.
Sul comparto grafico, escludendo la
copertina che da perfettamente l'idea di cosa si sta per leggere mi
lascia un perplesso. Mi sarei aspettato uno stile più “mangoso”
pieno di linee cinetiche ed effetti per risolvere il problema di fare
una storia sulle arti marziali a immagini ferme. In un film di Bruce
Lee la spettacolarità la hai dal movimento, in un fumetto è tutto
fermo. Alcune scene restano spettacolari: quella della scala su
tutte.
Tra le note negative (molto) c'è da
segnalare che il protagonista non dice nemmeno una volta “WATTA!”.
Invece per la scena ed effetto “tra 3 secondi morirai” do il
beneficio del dubbio in attesa di numeri futuri.
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