mercoledì 11 settembre 2013

Con colpevole ritardo: Long Wei #1



Vorrei iniziare questa recensione come tante altre uscite su internet. Ovvero decantando la mia immensa passione per i film di Bruce Lee e di arti marziali in generale. Solo che mentirei. Io sto con Bud Spencer.

I più arguti di voi passando per le edicole potranno notare come questo fumetto sia in realtà arrivato agilmente al numero 3. Quindi come minimo sono un po' in ritardo sui tempi per una recensione del numero 1. Infondo non ho mai avuto pretese di esclusiva, quindi, sti cazzi.

Ma prendiamo questo evento come primo spunto. Quest'albo è stato pubblicizzato per mari, fiere e monti con una rara maestria. Gli appassionati del genere stavano con una discreta scimmia. Io con una giusta dose di curiosità. Il giorno dell'uscita e successivi però pare che nessuna delle edicole di Roma e Napoli che toccassi avesse sentore dell'esistenza di questo albo.
Qualcosa nella distribuzione è andato storto. Probabile che in Aurea abbiano affidato il tutto nelle mano di un maestro errante di Kung fu dicendogli
“senti, se ti trovi a passare per un edicola lascia giù questi:”
“Eh ma a me che ne viene?”
“Su sei un saggio maestro zen mica te le dobbiamo spiegare noi 'ste cose!”
A giudicare dai risultati era meglio che le spiegavano.

Ma andiamo ad aprire l'albo e vedere,a finale, di cosa diamine stiamo cianciando.

Long Wei è una giovane controfigura della comparsa i un passante che poi muore nel cinema cinese. Lavora nei film di arti marziali, è un tipo a posto solo che nessuno gli da una possibilità. Perché, anche se relegato al ruolo di comparsa il nostro amico effettivamente tira certi schiaffoni ninja che... insomma avete capito.

Ma queste sono solo le premesse. La storia vera inizia a Milano, in una bisca di cinesi. Dove lo zio fesso di turno viene bistrattato dal cattivone. La trama da questo punto in poi segue i binari più classici possibile. Ovvero arriva lui e risolve tutto a schiaffoni. Il cattivo fa quello che fanno i cattivi in questi casi e alla fine happy ending e tutti a casa a mangiare e ridere.

Nel complesso uno potrebbe dire che la trama è un po' scarna. Ci sono però molti ma da tener presente: è comunque un primo numero che, oltre a dare qualcosa di interessante al lettore, deve anche metter giù le premesse per lo sviluppo seriale.
In definitiva ci sta che la trama del numero 1 sia agilmente contenuta su un tovagliolino da bar a patto (patto rispettato da quel che mi dicono degli altri numeri) che il livello dell'intreccio migliori nei numeri successivi.

Sul comparto grafico, escludendo la copertina che da perfettamente l'idea di cosa si sta per leggere mi lascia un perplesso. Mi sarei aspettato uno stile più “mangoso” pieno di linee cinetiche ed effetti per risolvere il problema di fare una storia sulle arti marziali a immagini ferme. In un film di Bruce Lee la spettacolarità la hai dal movimento, in un fumetto è tutto fermo. Alcune scene restano spettacolari: quella della scala su tutte.


Tra le note negative (molto) c'è da segnalare che il protagonista non dice nemmeno una volta “WATTA!”. Invece per la scena ed effetto “tra 3 secondi morirai” do il beneficio del dubbio in attesa di numeri futuri.

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