giovedì 3 aprile 2014

Fumetti a caso: Lukas


Disegni: Michele Benevento  Storia: Michele Medda

Di questi tempi pare che in Bonelli qualcuno si sia alzato ed abbia detto: “signori, dobbiamo far capire che a noi della crisi non ce ne batte una fava”. Tra i vari progetti e miniserie lanciati nell'ultimo periodo l'ultimo arrivato è Lukas, una miniserie di otto numeri che inizia con questo albo con il protagonista in bella vista, due occhi inquietanti sullo sfondo e un titolo francamente bruttino “deathropolis”.

A dirla tutta il titolo dell'albo e le grosse vignette nere con al voce narrante sono le uniche due cose che non mi sono piaciute del fumetto. Ma cerchiamo almeno di seguire un ordine. Chi è Lukas e cosa fa?
Per chi ha letto l'albo queste già sono buone domande su cui probabilmente girerà parte della serie, per tutti gli altri Lukas è uno zombie o simile. Non troppo decomposto e con una faccia da fesso di ragguardevole livello. Però non è che è proprio uno zombie eh, è solo uno che si è svegliato nella tomba senza sapere chi è o che fa (il nome lo ha copiato da una pizzeria)ma se lo provochi gli si fanno gli occhi strani e mena come un ossesso incurante delle ferite, forse ha fame di carne umana ma per ora non sembra così affamato.

L'albo si dipana durante la prima giornata da resuscitato di Lukas andando ad introdurre la città e vari personaggi di contorno. Le sottotrame sono abbastanza frequenti e sviluppati, io personalmente mi sono un po' perso nella parte centrale chiedendomi “si ok, questa tizia sta facendo questo ma a me che...” il tempo di completare la domanda e tutto piglia un senso verso la fine collegandosi alla perfezione.

Un bel fumetto, interessante lo spunto, piacevole lo svolgimento e le varie vicende di contorno. Ci sono alcune scene che rimandano al mondo reale (la scena del cantiere su tutte) che mi hanno fatto un po' storcere il naso però nel complesso funzionano per far capire come va in città ( a Deathropolis...brrr).

Unica nota stonata, dal mio punto di vista, è la già citata voce narrante che fa la sua apparizione in vignette tutte nere. Non è che sia una brutta cosa avere una voce narrante ma il fatto che non aggiunga poi molto alla lettura. Nel senso: se in una vignetta vediamo Lukas che copre un novello cadavere con un telo che senso ha metterci al didascalia “lo coprì pietosamente con un telo”. Lo so già, l'ho appena visto.
Ma vabbè, manteniamo la riserva che magari avrà senso dopo chi lo sa.

Quindi? Quindi abbiamo qui un altro caso di fumetto italiano bello alla faccia dei clan “io leggo solo manga perché no cioè”, “Eh ma i francesi hanno un'altra poesia” e l'immancabile “Quelli gli americani stanno avanti”

Un bel fumetto, dall'inizio alla fine (forse con un po' di stanca nella parte di mezzo ma quello magari è colpa mia che so pigro).

E intanto il portafogli sente sempre più il peso delle uscite mensili.


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