giovedì 17 ottobre 2013

Leggendo Orfani.



Oggi è uscito il fumetto che, almeno nella percezione dell'internet se non nel mondo del fumetto in generale, è la più grossa rivoluzione del fumetto italiano degli ultimi 10 anni. Orfani.

Di che si tratta? Mi chiederete se avete vissuto in una grotta fin ora o se evitate il fumetto italiano “perché quello estero è più di qualità”. All'apparenza le cose sono semplici:

un fumetto di fantascienza bellica di un centinaio di pagine a colori. Disegnato da dio e scritto meglio. Ci sarebbero tante specifiche da fare a questo punto ma a me per andare a spendere 4,50 euro basta e avanza questo.
Sulla carta suona come un progettone capolavoro. I nomi coinvolti sono tutti teste di serie del fumetto italiano: Roberto Recchioni, Massimo Carnevale, Emiliano Mammucari, e vari eventuali che non mi vengono in mente adesso.
Poi c'è la dimostrazione inversa di qualità ovvero: se la Bonelli ci sta puntando così tanto non può essere una cagata.

Ma abbandoniamo i lidi della filosofia. Paghiamo i nostri bravi 4,50 euro e prendiamo il diritto che spetta al pubblico pagante di tutto il mondo: dire la sua opinione (assolutamente non richiesta) su internet.

L'albo si presenta bene come tutti i Bonelli degni di questo marchio, la copertina sa il fatto suoi (anche se preferisco di gran lunga quella del numero 0. Però dietro tutto c'è un perché e qui non c'è eccezione. La spiegazione di questa copertina “calma” direi che è legata a doppio filo con la storia.

La coattissima copertina del numero 0

Ma andiamo a vedere che si fa prima: la trama è spezzata in due tronconi principali: il prima e il dopo. Il tutto si apre con una sequenza alla Terminator 2 in cui una voce narrante (credo uno dei protagonisti) ti spiega come gli alieni tal dei tali abbiano dato il colpo di grazia alla terra (un raggio dallo spazio grosse esplosioni e moltissimi morti). Sfortuna per loro che l'umanità invece se l'è cavata e si sta attrezzando a rispondere al colpo.

Nella prima cinquantina di pagine seguiamo un gruppo di ragazzini esuli reclutato a forza che inizia il primo passo del loro sfiancante addestramento militare. Le personalità sono appena accennate ma dicono quello che devi sapere per ora: c'è il figo, il leader, il ribelle, le piagnona ecc ecc. sono stereotipati? Può essere. Ma considerando che si tratta di un numero 1, considerando che sono sulla scena per 40 pagine e sono 7 personaggi più varie eventuali direi che per ora basta così. Si attendono dettagli nei prossimi numeri.
Seguiamo per un po' i ragazzini durante la prima spartanissima fase del loro addestramento e poi...

Stacco.

Il secondo troncone di trama si apre con la più lunga sequenza muta mai vista su un albo Bonelli, alla faccia di chi dice che “non cambia mai niente” (da quel che so le vignette mute sono una specie di tabù negli albi Bonelli).
Ad ogni modo siamo nello spazio, navi spaziali, flotta, grosso pianeta da invadere. Capisci che siamo una decina di anni avanti. Le truppe sbarcano e volano le prime pallottole. Qui gli autori ci presentano “nuovamente” i personaggi e ci invitano a partecipare al “gioco dentro la serie”

gli Orfani, questa super squadra di soldati/macchine assassine sono i ragazzini che abbiamo visto prima, ma parlano con nomi in codice e non mostrano i visi. Ma soprattuto sono 5 mentre i ragazzini sono 6-7.

Sembra quasi di sentire la voce di Recchioni che ti dice: “Su, indovinate chi sopravvive.”
Bello. Ecco il perché di quella copertina.

Nel complesso un bell'albo, qualcosa che (una volta tanto nella vita) mantiene le aspettative che aveva creato.
Il colore fa uno strano effetto sula carta ruvida della Bonelli ma è incredibile (per me ignorante) come riesca a rendere tutta una serie di effetti che ho sempre visto solo sui comics patinati americani. È usato con il buon senso di chi sa che sta facendo: a volte “rilassa” il lettore, altre volte trasmetta l'ansia o l'adrenalina della scena. Fantastico.

Il disegno, come il colore, fa quello che deve fare. Si sono spese centinaia di parole sulle fonti del design di personaggi e ambienti. Si, sono classici, non è nulla di nuovo.
E va benissimo così.
Perché sai che palle se li facevano strani (che ne so tipo dei samurai fantascientifici)
Sono militari, pochi fronzoli e molta violenza.

La sceneggiatura. Se scrivi “opinioni su Roberto Recchini” su Google esce tutto il contrario di tutto. L'unica cosa a cui ci si può affidare sono gli occhi. La storia è narrata benissimo, scorre, ti coinvolge gestisce gli stacchi come farebbe una serie tv americana moderna. Ci sono alcune frasi fatte nei dialoghi che mi hanno fatto un po' storcere il naso ma a volte sono proprio quelle che servono per dire quel che devi dire.
È ance complicato dare un giudizio sulla storia imbastita basandosi solo sul primo numero. Tutte le pagine di questo fumetto sono ganci, semi. Cose buttate lì per poi essere sviluppate in un secondo momento, con calma in tutto l'arco narrativo.

La qualità di questo prodotto è innegabile. Io mi sono innamorato della sequenza iniziale che considero la parte più potente in assoluto ma non c'è nessuna pagina che ti fa pensare “due palle e su fate qualcosa”.
L'ho letto in fila alla posta e quando hanno chiamato il mio numero ho seriamente pensato di continuare a leggere e saltare il turno.
Una cosa del genere è quello a cui aspira chi ha prodotto questo fumetto.

VOTO: 9

ma intanto siamo Orfani del secondo numero. (scusate ma era una battuta stupida che dovevo fare


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